Fw: OSPEDALE DI PHUKET




 SalvaPC News - sicurezza per tutti N. 102 di mercoledi' 12 gennaio 2005
 L'ORIGINE DI UNA CATENA
 Si stanno intensificando le segnalazioni di utenti che ricevono un'email
con allegata  una fotografia e un appello, un messaggio che segnala la
situazione difficilissima di  una bambina tedesca soccorsa in un ospedale
thailandese dopo il maremoto delle  scorse settimane  In molti si sono
rivolti a SalvaPC e Punto Informatico per chiedere se si tratti di una
bufala. Questa volta - e c'e' da dire purtroppo - la notizia contenuta in
quel messaggio  pur se inesatta e' sostanzialmente vera. La catena di email
che ne sta seguendo  arriva a pochi giorni di distanza dalla diffusione
dello stesso messaggio su moltissimi  newsgroup in molti diversi paesi.

  IL MESSAGGIO
 In stampatello, l'email circola in italiano ed in inglese ma e' probabile
che si vada
 diffondendo anche in altre lingue:
 LA BIMBA SI TROVA NELL'OSPEDALE DI PHUKET, HA PERSO I GENITORI, E NON
RICORDA NIENTE NEANCHE LA NAZIONALITA' E PROBABILMENTE NON PARLA PER LO
SHOCK FATE GIRARE LA MAIL FORSE QUALCUNO LA RICONOSCE!!!!!!

 IMPORTANT! SHE IS AT THE PHUKET HOSPITAL. SHE DOES NOT REMEMBER ANYTHING.
SHE LOST HER PARENTS. PLEASE FORWARD THIS E-MAIL, SOMEONE MIGHT REALIZE WHO
SHE IS. THANK YOU.  LA BAMBINA
  In queste ore Sofia, la giovanissima protagonista di questa avventura
 tragica non ha ancora raggiunto i suoi genitori Norbert e Edeltraud Michl,
forse
 dispersi durante le ore  del maremoto. La sua immagine, riportata
nell'allegato
della email-catena di questi giorni, e'  pubblicata dall'ospedale
internazionale
 Phuket in uno spazio dedicato proprio ai  bambini soccorsi dall'istituto
sanitario ma non ancora riuniti alle proprie famiglie:
 http://www.phuket-inter-hospital.co.th/siriroj.html
 http://www.phuket-inter-hospital.co.th/boy.htm

  INUTILE INOLTRARE L'EMAIL
  Le autorita' tedsche sono al lavoro ormai da giorni per riportare la
bambina in seno alla propria famiglia e non risulta certo utile far girare
il messaggio. Il problema non e',  come invece affermato dall'email, il
riconoscimento della bambina, sulla cui identita'  non ci sono dubbi, ma e'
semmai trovare il modo migliore per farla tornare a casa,  questione in mano
al Coordinamento internazionale per la gestione dell'emergenza  attivo in
Thailandia in questi giorni. Questione secondaria che non andrebbe pero'
trascurata anche il fatto che, come spesso avviene per le catene email,
molti inoltrano il messaggio lasciando in chiaRo   decine o centinaia di
indirizzi, comportamento da evitare sempre per evitare la  circolazione
senza controllo  di dati personali.