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Agenzia per i diritti fondamentali
- Subject: Agenzia per i diritti fondamentali
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info at gfbv.it>
- Date: Fri, 10 Dec 2004 13:09:55 +0100
Salve, per chi fosse interessato all'attivita' dell'Agenzia per i diritti fondamentali, questa e' la posizione dell'Associazione per i popoli minacciati relativamente alla sua creazione. Il testo e' visibile anche sul nostro sito web all'indirizzo www.gfbv.it/3dossier/eu-min/ue-agen-it.html. Ricordo a tutte le organizzazioni interessate a partecipare alla definizione dei compiti dell'Agenzia in fase di consultazione che bisogna mandare le proprie posizioni per mail entro il 17 dicembre all'indiirzzo JLS-charte at cec.eu.int: trovate informazioni in europa.eu.int/comm/justice_home/news/consulting_public/fundamental_rights_ag ency/wai/index_en.htm. Sottolineo l'importanza del momento storico per far valere i principi dei diritti umani da parte delle organizzazioni che si battono per il loro rispetto. Saluti Mauro di Vieste Agenzia per i diritti fondamentali L'UE mette finalmente i diritti umani in agenda Bolzano, 10 dicembre 2004 L'Associazione per i popoli minacciati (APM) saluta la decisione di trasformare l'osservatorio dell'UE sul razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo in un'agenzia per i diritti fondamentali. L'adesione dell'UE alla Convenzione europea sulla tutela dei diritti umani e fondamentali deve essere quindi integrata dalla ratifica dell'UE della Convenzione quadro sulla tutela delle minoranze nazionali e della Carta delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio Europeo. Per essere veramente coerente, l'UE dovrebbe, secondo l'APM, ratificare anche la Convenzione ILO 169 per la tutela dei popoli indigeni. La politica estera e il commercio estero dell'UE hanno conseguenze dirette sulle condizioni di vita dei popoli indigeni, e quindi l'UE dovrebbe assumere le linee guida sui diritti umani indicate dalla Convenzioni ILO 169. Premettiamo che un'agenzia può avere forza politica solamente se all'interno della Commissione c'è un commissario incaricato di occuparsi specificatamente della questione dei diritti umani. Per l'APM, la futura agenzia per i diritti fondamentali non dovrebbe solo raccogliere informazioni sul tema dei diritti ma dovrebbe anche sorvegliare il rispetto dei diritti fondamentali. Nel caso di violazione dei diritti, l'agenzia deve avere la possibilità di infliggere apposite sanzioni. Per la redazione del Libro Verde "Parità e non-discriminazione", la Commissione ha condotto un'indagine on-line, intervistando cittadini e organizzazioni. Quasi il 90% degli intervistati si sono pronunciati a favore di procedimenti rigorosi per i casi di discriminazione, tant'è che due linee guida dell'UE risalenti al 2000 proibiscono espressamente qualsiasi forma di discriminazione. Gli intervistati però lamentano la lenta applicazione delle suddette linee guida da parte dei paesi membri. Un motivo in più quindi per assegnare all'agenzia per i diritti fondamentali l'elaborazione di linee guida contro la discriminazione. Metà degli intervistati chiedono alla Commissione Europea di combattere con coerenza anche la discriminazione dovuta all'appartenenza ad una minoranza nazionale. Un dibattito sul tema è, secondo gli intervistati, più che necessario. Il presidente della Commissione Barroso ha dichiarato che i diritti fondamentali e la lotta alla discriminazione costituiranno la priorità della sua commissione che avrà quindi bisogno di un'agenzia efficace con competenze a largo raggio. In seguito alla lista di domande poste dalla Commissione, l'APM consegnerà le proprie proposte circa l'istituzione dell'agenzia sui diritti fondamentali. Sfera di competenza La sfera delle competenze della futura agenzia può essere evinta dagli articoli 6 (paragrafo 1 e 2) e 7 del Contratto dell'UE, dalla Carta sui diritti fondamentali dell'UE e dalla futura Costituzione europea. La Carta e la Costituzione rafforzano i diritti evinti dalle costituzioni e dai comuni impegni internazionali dei paesi membri, dalla Convenzione europea sui diritti umani, dalla Carta sociale del Consiglio europeo, dalla Convenzione quadro per la tutela delle minoranze nazionali, dalla Carta del Consiglio Europeo per le lingue regionali e minoritarie e dai pronunciamenti della Corte Europea per i diritti umani. I principi dell'Unione sono libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà di base e lo stato di diritto. Ne conseguono direttamente i compiti della futura agenzia per i diritti fondamentali. I tre saggi dell'UE Athisaari, Frowein e Oreja hanno preso in esame la situazione delle minoranze linguistiche, dei profughi e dei migranti in Austria dopo l'insediamento del governo della ÖVP-FPÖ e hanno ricordato al governo di centro-destra il suo impegno per il rispetto dei valori comuni europei. Il rapporto dei tre saggi ( www.initiative.minderheiten.at/Dokumente/bericht_de.pdf) consiglia infine la creazione di un'agenzia europea per i diritti umani il cui compito dovrebbe essere quello di elaborare un meccanismo proprio dell'Unione per la sorveglianza e la valutazione dell'impegno e del comportamento relativo ai diritti umani e fondamentali di ogni paese membro. Sfera di attività L'agenzia dovrebbe attivarsi in particolar modo per tutte quelle persone e gruppi che di fatto sono svantaggiati. Partendo da questo presupposto, i tre saggi hanno preso in esame la situazione delle minoranze linguistiche, dei profughi e dei migranti in Austria dopo l'insediamento del governo di centro-destra della ÖVP-FPÖ. Svantaggi di fatto per gruppi e persone non esistono però solo in Austria. Nei capitoli 1 (Dignità della persona), 2 (Libertà) e 3 (Parità) la Carta dei diritti fondamentali (www.initiative.minderheiten.at/Dokumente/eu_grundrechte-charta.doc) fornisce delle linee guida per un ambito che risulta ancora essere problematico. Con la Carta dei diritti fondamentali l'UE si schiera a favore della pluralità linguistica e il divieto alla discriminazione dovuta a motivi linguistici, ma non ha a disposizione nessun mezzo concreto per far rispettare questi principi né per sostenere le lingue regionali e minoritarie. La futura agenzia dovrebbe intervenire anche in questo ambito perché la sola documentazione della discriminazione non è di per sé sufficiente. Tra i diversi obiettivi dell'Unione fissati nella Costituzione, l'articolo I-3 cita: l'Unione "rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo." In relazione ai diritti dei cittadini dell'Unione, l'articolo I-10 della Costituzione fissa "il diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo, di ricorrere al mediatore europeo, di rivolgersi alle istituzioni o agli organi consultivi dell'Unione in una delle lingue della Costituzione e di ricevere una risposta nella stessa lingua." Tra le altre cose, questo include anche il diritto a contattare le istituzioni dell'UE in lingua irlandese, basca e galiziana. L'articolo II-81 approfondisce il divieto alla discriminazione vietando "qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, l'inabilità, l'età o l'orientamento sessuale." L'articolo II-82 arriva a fissare anche il rispetto per "la diversità culturale, religiosa e linguistica" e colloca quindi nuovamente la pluralità linguistica in un contesto positivo. La Carta dei diritti fondamentali e la Costituzione indicano quindi già gli incarichi dell'agenzia per i diritti umani. Di fatto anche il terzo studio sulla situazione delle lingue minoritarie e regionali "euromosaic" constata l'esistenza di una discriminazione fondata sull'appartenenza linguistica. Questo indica un ulteriore compito di cui dovrebbe essere incaricato l'attuale osservatorio sul razzismo e la xenofobia. Le vittime del razzismo sono persone appartenenti a gruppi etnici di fatto svantaggiati. L'agenzia dovrebbe essere messa in condizione di poter realizzare delle "affermative actions" in cooperazione con la Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza. L'ufficio per le lingue minoritarie (Eblul), che non è più finanziato dalla Commissione UE, dovrebbe confluire nella nuova agenzia. L'agenzia dovrebbe tenere conto anche dell'esperienza dell'Alto Commissariato per le minoranze nazionali dell'OCSE. Il lavoro di Max van der Stoel arriva alla conclusione che per poter evitare le discriminazioni e l'intolleranza le minoranze, in quanto gruppi etnici riconoscibili, necessitano di diritti particolari. I consigli per una politica moderna per le minoranze dell'ex Alto Commissario sono riassunti in tre punti tematici: le "Indicazioni dell'Aia" che formulano il diritto all'educazione delle minoranze nazionali (1997), le "Indicazioni di Oslo" sui diritti linguistici (1998) e le "Indicazioni di Lund" a proposito della partecipazione politica delle minoranze (1999). Nelle indicazioni di "Lund" Max van der Stoel si esprime a favore di ordinamenti di autonomia. Le indicazioni di van der Stoel corrispondono alle decisioni dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo dell'estate 2004, in cui è stata decisa la creazione di una Convenzione per l'autonomia. Alla base sia delle indicazioni sia delle decisioni stava il rapporto del parlamentare svizzero Andreas Gross (www.andigross.ch/html/auton_coe.pdf). Ambito d'influenza L'ambito di validità del lavoro della futura agenzia non potrà essere limitato alla sola Unione Europea. Non a caso il rispetto dei diritti umani in paesi terzi costituisce un ambito della politica estera dell'Unione. L'Alto rappresentante per una comune politica estera e di sicurezza (GASP) necessita quindi di un ufficio specializzato nella questione dei diritti umani. Ecco quindi un ulteriore compito da affidare all'agenzia. La limitazione spaziale dell'ambito d'influenza dell'agenzia sulla sola Unione risulterebbe poco appropriata. Tra pochi anni l'Unione inizierà le contrattazioni per l'adesione dei paesi nati dall'ex-Jugoslavia, sui quali l'Unione potrebbe fin da ora esercitare pressioni affinché pongano fine alle "pulizie etniche" di ogni forma e i rifugiati possano tornare in condizioni di sicurezza nelle loro città e villaggi. Ma il primo capitolo della Carta dei diritti fondamentali - dignità delle persone - viene violato anche sul territorio della stessa Unione Europea. La dignità delle persone deve valere anche come linea guida della politica commerciale dell'UE. Questa linea guida fornisce un ulteriore buon motivo per ratificare la Convenzione ILO 169 per la tutela dei popoli indigeni, che in questo modo rientrerebbero nell'ambito d'influenza dell'agenzia per i diritti fondamentali. La futura agenzia però potrà essere veramente efficiente solo se la Commissione dell'UE nomina al suo interno un Commissario per i diritti umani, il quale dovrebbe assicurarsi che tutte le attività della Commissione rispettino di fatto i diritti umani e che questi diritti vengano assunti da tutti i servizi offerti dalla Commissione. In questo modo verrebbero evitate anche possibili sovrapposizioni con organizzazioni già esistenti. Incarico L'agenzia deve raccogliere informazioni sui diritti umani nell'ambito d'esercizio del diritto comunitario e dei dati relazionati alla legislazione fondante. Sulla base delle informazioni raccolte, l'agenzia dovrebbe compilare dei "Libri Bianchi" sulla situazione dei diritti umani nell'UE e nel mondo. La raccolta delle informazioni e la loro analisi deve avvenire in collaborazione con le istituzioni già esistenti (Unione e suoi organi, Parlamento Europeo e paesi membri), con le ONG, il Consiglio d'Europa, l'OCSE e con la Commissione per i diritti umani dell'ONU. Un Foro apposito dovrebbe istituzionalizzarne la cooperazione. I singoli organi dell'UE devono avere l'obbligo di presentare la propria documentazione all'agenzia e di consegnare rapporti regolari. Ma allo stesso tempo l'agenzia deve avere l'obbligo di includere nel proprio lavoro i rapporti delle ONG. L'agenzia dovrebbe poi pubblicare l'analisi della totalità dell'informazione raccolta sotto forma di un rapporto sui diritti umani, mentre le indicazioni e i consigli dovrebbero essere contenuti nei "Libri Bianchi" corredati delle relative linee guida dell'UE. Grazie a un sito WEB la cittadinanza deve poter accedere al lavoro dell'agenzia. I rapporti dell'agenzia devono sempre essere accessibili alla cittadinanza e non devono essere celati per motivi di "riservatezza". L'osservatorio per il razzismo e la xenofobia ha notevolmente danneggiato il proprio lavoro quando per motivi politici ha deciso di trattenere per un anno i risultati della sua indagine sull'antisemitismo nell'UE. L'Agenzia e le ONG La cooperazione tra l'agenzia, le ONG e gli istituti di ricerca sui diritti umani deve essere garantita istituzionalmente. Un primo passo per la creazione di una rete di lavoro può avvenire attraverso il sito WEB dell'agenzia. Collaborazione con il Consiglio d'Europa e la Commissione ONU per i diritti umani La già esistente collaborazione tra l'osservatorio e la Commissione per il razzismo e l'intolleranza funge da modello per una futura cooperazione tra Agenzia, Consiglio d'Europa e Commissione ONU. Il reparto per i diritti umani del Consiglio d'Europa e la Commissione per i diritti umani dell'ONU devono essere rappresentati all'interno dell'agenzia. Le istituzioni già esistenti dei paesi membri devono avere l'obbligo di collaborazione con l'agenzia, mentre l'agenzia stessa deve avere l'obbligo di collaborare con le organizzazioni per i diritti umani. La rete di esperti creata su richiesta del Parlamento Europeo deve essere integrata nell'agenzia per i diritti umani. Gli esperti lavoreranno senza indicazioni politiche, mentre ricaveranno le linee guida per il proprio lavoro dalla Carte dei diritti fondamentali e dalla Costituzione dell'UE. La struttura dell'Agenzia All'interno della struttura dell'UE, l'agenzia dovrà godere di assoluta indipendenza, rafforzata dal poter contare su di un budget legalmente garantito. L'efficienza dell'agenzia, la sua trasparenza e rappresentatività non saranno tali se la sua dotazione finanziaria e di personale sarà limitata, come vorrebbe la Commissione. Le suddette limitazioni proposte dalla Commissione corrispondono a un condizionamento programmato. I direttivi dell'agenzia non dovranno essere composti unicamente da rappresentanti della Commissione, del Parlamento dei paesi membri e del Consiglio d'Europa, ma è necessario oltre che sensato che vi siedano anche rappresentanti delle ONG ed esperti del settore.
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