Bossi-Fini: Di male in peggio



Partito Umanista - Comunicato
Roma, 21 ottobre 2004

DI MALE IN PEGGIO

Le modifiche apportate dal decreto di legge approvato dal Senato alla 
legge sull'immigrazione Bossi-Fini, rappresentano un ulteriore 
peggioramento di una legge che già dimostrava chiari segni di 
discriminazione.   

Un immigrato riconosciuto come clandestino rischia da 1 a 4 anni di 
reclusione, pur non essendo previsto nel codice penale il reato di 
clandestinità. 
Anche un giudice di pace può convalidare l'espulsione del presunto 
clandestino, nonostante il parere di un giudice di pace non sembra 
sufficiente, neanche per il CSM, per restringere la libertà di 
chiunque.
Non poteva mancare la "tangente" rappresentata dal ticket che 
l'immigrato deve pagare per rinnovare il proprio permesso di 
soggiorno. 
Infine la ciliegina sulla torta: esportare in Libia il modello dei 
centri di permanenza (detenzione) temporanea, con l'intento di 
fermare il viaggio di migliaia di esseri umani prima della partenza 
dalle coste africane, nonostante Francia e Spagna abbiano rifiutato 
l'idea.

E così l'iter della legge più razzista mai promulgata dalla fine del 
fascismo continua. Purtroppo l'opposizione parlamentare si occupa di 
criticare la legge perdendo tempo nel mettere l'accento sul 
secondario, e cioè sulla possibile paralisi delle poste i cui uffici 
si dovranno occupare dei permessi o sulle grandi spese previste per 
mantenere migliaia di detenuti extracomunitari che entreranno nelle 
patrie galere o per garantire difensori e interpreti.

Dove sono finiti i diritti umani?
     

       
Carlo Olivieri
Segreteria Stampa Nazionale
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