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Fw: COMUNICATO del NETWORK CASA DEI DIRITTI SOCIALI
- Subject: Fw: COMUNICATO del NETWORK CASA DEI DIRITTI SOCIALI
- From: "cds focus" <info at dirittisociali.org>
- Date: Wed, 15 Sep 2004 10:20:16 +0200
Siamo quelli di Casa dei Diritti Sociali-FOCUS COMUNICATO del NETWORK CASA DEI DIRITTI SOCIALI Siamo della Casa dei Diritti Sociali-FOCUS. Siamo tanti e diversi, per età, per genere e provenienza geografica, per background culturale e personale. Siamo stati conosciuti e sostenuti in questi anni per l'impegno sul diritto di asilo, sui minori non accompagnati, sulla promozione dei diritti di cittadinanza dei senza dimora. Ci avete visti ai banchetti con pile di volantini sui diritti dei migranti o distribuire panini nelle periferie, offrire il tè ad una manifestazione per la pace o dormire in un sacco a pelo nella notte dei senza dimora, condividere un bicchiere di vino biologico o intervenire con imprudente determinazione ad un convegno. Avete anche saputo di un'occupazione della nostra sede da parte di alcuni di noi, di un percorso sindacale fatto di scontri e incontri, di divergenze e dialoghi, di striscioni duri e sinceri alle nostre finestre, riposti solo quando chi li aveva esposti lo ha ritenuto opportuno. Vi saremo sembrati accorati e passionali. Vi saremo apparsi competenti e idealisti. In altre occasioni avrete potuto pensare di noi che siamo disordinati o stanchi. O confusionari e astratti. Ma da sempre attivamente sbilanciati verso un'attenzione prioritaria alle esclusioni esistenti ed emergenti, alle vulnerabilità e alla promozione del loro antidoto più potente: la partecipazione a percorsi di conquista della cittadinanza. Siamo comunque certi di non esservi mai apparsi "vergognosi e fraudolenti". "Gestione fraudolenta" è solo una delle locuzioni contenute in un comunicato che, dal 9 agosto scorso, attraversa la rete internet, non-firmato da un gruppo di lavoratori in lotta (sic!) contro la Casa dei Diritti Sociali. Un comunicato che sembra voler disconoscere, per qualche strana ragione, il confronto serrato e le proposte costruttive che Casa dei Diritti Sociali, in rete sia con la società civile sia con gli altri organismi che operano nel sociale, si sta sforzando di apportare per l'attuazione della legge 328 e per una rinnovata sperimentazione nell'innovazione negli interventi di accoglienza e di inserimento sociale per gli immigrati, i richiedenti asilo, i rifugiati e le persone senza dimora. Una trasformazione profonda ed epocale quella delle dinamiche delle politiche sociali, in atto da tempo, rispetto alla quale fin dal 2000 Casa dei Diritti Sociali ha, preventivamente ed ampiamente, espresso un giudizio politico di fase molto preciso ma misconosciuto ed in molte occasioni molto contrastato dal movimento politico e sindacale romano perché si era consolidata la convinzione molto forte e diffusa secondo cui il sociale avrebbe costituito quella sacca di nuova e ricca occupazione da organizzare e da gestire sulla via dell'emancipazione di classeŠe per la quale anche la funzione di gestione da parte del terzo settore e del volontariato doveva essere assolutamente spartita, ingabbiata e controllata. E' stata costruita, così, l'idea della "fabbrica sociale", quella che produce i nuovi lavoratori sfruttati contro i nuovi padroni sfruttatori, spesso padroni "compagni" che non vogliono rendere conto...e usano per sé i soldi pubbliciŠ Noi siamo convinti che oggi, davanti alla quantità e qualità degli interventi pubblici seriamente attaccati in tutta l'Unione Europea, davanti allo sviluppo degli interventi umanitari resi possibili e sempre più orientati da grandi donors privati, occorre lottare affinché ci siano più interventi pubblici tesi allo sviluppo locale e alla sperimentazione di nuovi percorsi per l'accesso ai diritti. Nel rispetto dello stupore di quanti, tra chi ci conosce, legge tale comunicato, ci sentiamo in dovere di affermare pubblicamente che siamo convinti che l'appello non provenga da nessun lavoratore o lavoratrice di Casa dei Diritti Sociali: è troppo qualunquista. E riteniamo che non abbia partecipato alla sua stesura neanche uno di quelli di noi che a dicembre hanno occupato la sede di Via dei Mille per evidenziare democraticamente il proprio disagio Šsi sarebbero firmati, come sempre hanno fatto, e si sarebbero dati contenuti diversi. Avrebbero detto che Casa dei Diritti Sociali non ha mai smentito il dato che dal 2002 si è accumulato un arretrato di 4 mesi di retribuzione corrispondente ai mancati pagamenti da parte di enti locali della provincia e che, ciononostante, nei primi 8 mesi del 2004 sono state erogate 9 retribuzioni. Avrebbero ricordato che a Ottobre 2003, quando le convenzioni per i due Centri di Accoglienza per Immigrati a Piazza Vittorio non sono state rinnovate, nessun contratto è stato rescisso grazie ad un patto di solidarietà interna e di ridistribuzione delle ore occorrenti sulle altre convenzioni. E che dal 2004 tutti i lavoratori sono stati posti in regime di lavoro dipendente. E avrebbero detto cosa effettivamente sta succedendo in Casa dei Diritti Sociali: al 30 giugno 2004 davanti a 6 convenzioni chiuse che pregiudicano la conseguente mancata copertura di circa 4500 ore mensili si è deciso - attraverso il rafforzato ed esteso percorso partecipativo - di consumare le ferie tra luglio e agosto e da settembre in poi individuare tutti i passi necessari per praticare un obiettivo concreto e obbligato di riduzione costi, e al contempo di sviluppo e investimento. Anche quando siamo stati indicati da una campagna alimentata da "Il Giornale" come punto di incontro tra terrorismo italiano e fondamentalismo islamico, e quando siamo stati individuati da attacchi reazionari di basso calibro, l'attenzione alle esclusioni sociali emergenti e alla sperimentazione di percorsi di integrazione partecipati e interculturali ci ha visto proseguire il nostro lavoro di mediazione sociale e di impegno nonviolento. Quello stesso impegno ci spinge oggi ad ampliare e specificare le nostre attività nella convinzione che i nuovi rischi di esclusione vadano affrontati individuando e sperimentando nuovi percorsi di integrazione. Ci stiamo perciò occupando di minori ed anziani, fasce indebolite da un contesto socioeconomico che sempre meno li considera cittadini partecipanti. Stiamo proseguendo e rafforzando la creazione di reti con l'associazionismo delle comunità straniere, e con tutti gli attori territoriali e sociali che hanno un ruolo nell'attivare partecipazione. Promotori da sempre, dunque, di percorsi di accesso ai diritti che oltrepassino il cliché elargitori/fruitori, siamo ancora più convinti che il tema "originario" dei diritti - che precede e influenza tutti gli altri - sia uno di quegli argomenti di patrimonio comune della collettività: solo una società partecipata da tutti è una società di tutti. Riteniamo perciò che le attività di promozione dell'accesso ai diritti non possano essere lasciate al sostegno esclusivo di donatori privati ma vadano sorretti e garantiti da interventi pubblici di sviluppo locale. Infine, chiunque appartiene alla Casa dei Diritti Sociali avrebbe, nell'esprimere le proprie opinioni, tenuto fede a quell'etica della comunicazione su cui si basa ogni percorso personale e collettivo di non-violenza e partecipazione. Quell'etica che, proprio nei momenti di conflitto, sa dimostrare la sua tenuta. Una modalità oggi "fuori corso", nello scaduto panorama del confronto politico imposto dalla versione berlusconiana del neoliberismo e nel violento contesto della guerra permanente, contro i quali ogni giorno siamo attivi avvolti in bandiere multicolori. E allora dobbiamo riconoscere che il lavoro per la pace, per la mediazione sociale e culturale, per gli esperimenti di nuove partecipazioni, da noi compiuto quotidianamente, acquista oggi un senso ulteriore ed ha bisogno di rinnovato coraggio. In tale spirito, non lasceremo che i discorsi superficiali ci rendano superficiali, che le accuse volgari ci rendano volgari, che le critiche violente ci rendano violenti. Continueremo con coerenza e libertà a ritenere che le nostra azioni, nel compiere le quali ancora tante volte ci incontrerete, siano l'unica smentita che dobbiamo permetterci. Fin qui il piano del merito, riservandoci tutela specifica presso le sedi competenti. Roma, 13.9.2004 Il coordinamento del Network Casa dei Diritti Sociali-FOCUS Anna Adamczyk Amabile Aloia Paola Aluisi Carla Baiocchi Manfred Bergmann Antonella Caputo Caterina Ciampa Mario Contini Giusy D'Alconzo Michele Di Geronimo Alessandro Fallani Rosana Fernandes Eliana Francisci Zaur Gabashvili Anita Maddaluna Antonella Marino Filomena Murreli Giulio E. Russo Giancarlo Spagnoletto Nicoletta Teodosi Maria Topputo Massimiliano Trulli
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