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A SINISTRA_fine luglio
- Subject: A SINISTRA_fine luglio
- From: "A Sinistra" <giancanuto at email.it>
- Date: Mon, 26 Jul 2004 09:30:02 +0200
A SINISTRA Movimento Politico Antiliberista BRINDISI www.asinistra.it COMMENTI E INFORMAZIONI DA BRINDISI E PROVINCIA 25 luglio 2004 * E' apparso su "Liberazione" di ieri 24 luglio questo articolo di Michele Di Schiena, magistrato in pensione ed esponente del movimento pacifista ed ambientalista, con un contributo di merito sul dibattito aperto sulle prospettive del centrosinistra, finora tutto spostato sulle formule. * Ancora Brindisi ed il dramma della costruzione del rigassificatore nonostante l'opposizione popolare. 20 dopo Cerano la storia sembra ripetersi. * Un nostro giovane amico, Cosimo Guido obiettore di coscienza, commenta la recente legge sulla abolizione della leva. * Ricevo ed inoltro una iniziativa di protesta contro il rimpatrio forzato degli immigrati della Cap Anamur. Giancarlo CANUTO - A SINISTRA - Brindisi Se non vuoi ricevere questa e-zine basta semplicemente (senza messaggi di minaccia o altro) inviare una e-mail a giancanuto at aliceposta.it con in oggetto cancella NELLA COSTITUZIONE LA STRADA MAESTRA PER L'ALTERNATIVA di Michele DI SCHIENA La "Casa delle libertà" è affetta davvero da mali incurabili oramai in fase aggressiva che la condurranno presto ad una inevitabile fine? Oppure essa riuscirà a sopravvivere alle tante contraddizioni ed ai tanti errori portando alle estreme conseguenze il suo populismo (tagli delle tasse ed altri demagogici provvedimenti) con conseguenze nefaste per un Paese già così duramente provato? Cosa ci dobbiamo attendere per il prossimo autunno dai nervosismi della Lega, dalle tattiche di Fini e dalle strategie di Follini? Ha qualche possibilità di successo l'intenzione dei "centristi" di tentare la ricostruzione della vecchia DC per assumere un ruolo di guida con la riscoperta della politica "dei due forni"? E perché mai la sinistra non mette subito in campo idee ed iniziative capaci di dare a Berlusconi ed al suo governo una spallata definitiva per aprire al Paese prospettive di speranza e di ripresa? Sono questi i temi del dibattito tra le diverse espressioni, politiche e culturali, del centrosinistra, un dibattito che si spinge talvolta fino a chiedere la rapida messa a punto di un programma chiaro ed essenziale ma che stenta, fatte salve alcune lodevoli eccezioni, ad andare oltre per affrontare il problema delle scelte di fondo e dei contenuti specifici che questo programma dovrebbe presentare per costituire la base di lancio di una credibile alternativa. Il fatto è che per elaborare un programma comune delle opposizioni occorre porsi alcune fondamentali domande dal momento che solo la sostanziale concordia delle relative risposte è la condizione indispensabile per il successo di un progetto di autentico rinnovamento. Occorre allora chiedersi se si è o no d'accordo nel considerare la crisi del berlusconismo non solo come il declino della fortunata avventura politica di un singolare personaggio ma anche e soprattutto come il significativo fallimento, in una delle sue espressioni più rozze, di quel neoliberismo capitalista che oggi è in grave affanno e sta provocando nell'intero pianeta crescenti moti di sdegno e di ripulsa. E occorre anche chiedersi come si vogliono contrastare le manovre rivolte ad emendare il berlusconismo dei suoi eccessi per riproporre gattopardescamente gli stessi obiettivi della rovinosa politica di questi anni. Così come è necessario domandarsi se si è orientati o meno a lavorare per dar vita ad un'alternativa che punti ad immettere nel nostro sistema elementi di solidarismo e - diciamolo pure con chiarezza - di socialismo per preparare assetti della nostra economia più a misura d'uomo, in linea peraltro con le tendenze che si stanno facendo strada in ogni parte del mondo. E' troppo sperare che possono essere date risposte positive e concordi a queste domande? No di certo se si è capaci di riscoprire lo spirito e le direttrici della Carta Costituzionale. Potrebbero così diventare norme-guida di condotta politica i principi fondamentali per i quali la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo; afferma il principio della pari dignità sociale dei cittadini con l'impegno di rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana e la partecipazione dei lavoratori alla "organizzazione" politica ed economica del Paese; sancisce il diritto al lavoro di tutti i cittadini impegnando le istituzioni a renderlo effettivo; tutela la salute come diritto "fondamentale" dell'individuo e interesse della collettività; attribuisce nel campo dell'istruzione un ruolo centrale alle scuole statali; disegna un sistema tributario informato a criteri di progressività; prescrive che la proprietà privata deve avere funzione sociale ed essere accessibile a tutti; stabilisce che l'iniziativa economica, pubblica e privata, deve essere "con programmi e controlli" opportunamente "indirizzata e coordinata" a fini sociali; ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. La via maestra per addivenire alla formulazione di un programma condiviso ed avanzato, tale da segnare un convincente cambiamento di rotta, è dunque quella di un ritorno alla "grande politica" disegnata dal messaggio costituzionale. Una politica che, in linea anche con le istanze delle più avvertite espressioni sindacali, dovrebbe prendere le mosse da una netta contrapposizione al federalismo frantumatore di Bossi, dalla predisposizione delle linee di una politica fiscale che non riduca le tasse ai più ricchi ma combatta l'evasione e ripristini il fiscal drag, dal rilancio dell'intervento pubblico vincendo vecchi e paralizzanti complessi, da un progetto di revisione della redistribuzione del reddito a vantaggio dei lavoratori per favorire la ripresa e lo sviluppo dell'economia, dalla messa a punto di interventi capaci di promuovere la formazione professionale dei lavoratori nonché la ricerca tecnologica e la produzione di qualità, dalla scelta di fare del nostro Paese una "grande potenza di pace". . Brindisi, 22 luglio 2004 FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO C/O Studio Legale "Carlo De Carlo" Via Casimiro 6 - 72100 Brindisi Tel. 0831/524136 - fax 524137 ----------------------- RIGASIFICATORE: LA PROTESTA NON VA IN FERIE. Apprendiamo da un dispaccio ANSA che la società L.N.G. ritiene di aver completato a Brindisi il processo autorizzativo per la costruzione del rigasificatore. Si tratta, a quanto pare, di una notizia di provenienza allo stato ignota dal momento che l'ufficio stampa della predetta società non ha confermato il contenuto dell'agenzia precisando che nè la British nè l'ENEL hanno rilasciato dichiarazioni in merito. Siamo quindi probabilmente di fronte ad un "pallone-sonda", ad un atto di assaggio rivolto a toccare sullo scottante problema il polso delle istituzioni locali, del movimento ambientalista e dell'opinione pubblica che ha espresso in più occasioni, e segnatamente con la manifestazione del 27 marzo scorso, la propria netta contrapposizione alla costruzione dell'impianto a Capo Bianco o in altro sito della provincia di Brindisi. Ebbene, a questo sondaggio operato tatticamente alla vigilia delle ferie estive rispondiamo che la città e la provincia hanno già espresso e confermato sulla questione la loro contrarietà che è destinata ad assumere le forme di una permanente mobilitazione popolare per portare avanti le necessarie forme di protesta. Nessuno si illuda che il "generale Agosto" possa distrarre in qualche modo il movimento ambientalista che data la gravità della situazione brindisina non ha alcuna intenzione di andare in ferie. Il Forum ribadisce la esigenza che al più presto il Consiglio Comunale, il Consiglio dell'Amministrazione Provinciale ed anche tutti i Consigli delle Amministrazioni Comunali della Provincia si pronuncino nettamente e coralmente contro la realizzazione del rigasificatore. Le Amministrazioni locali si attivino poi per acquisire rapidamente qualificati pareri professionali in merito alla possibilità di promuovere tutte le possibili azioni giudiziarie di contrasto nei confronti di un progetto che aggrava irresponsabilmente la già precaria situazione del nostro territorio dichiarata - lo ribadiamo per l'ennesima volta - area ad alto rischio di crisi ambientale. In questo quadro va approfondito e portato avanti il rilievo giustamente formulato dal Sindaco di Brindisi per il quale non è stata mai rilasciata (nè peraltro chiesta) dal Comune di Brindisi la concessione edilizia che va considerata condizione indispensabile per l'avvio dei lavori di costruzione. Ed abbiamo poi motivo di ritenere che non si tratti della sola omissione in una procedura costellata a quanto pare da atti impropri e da dannose frettolosità. Il Forum propone infine che le amministrazioni locali diano vita ad un comitato che coordini, sui diversi versanti di intervento, le iniziative di contrasto al rovinoso progetto e si ponga, col proprio peso istituzionale, come parte integrante del movimento popolare di protesta. Brindisi, 23 luglio 2004 Annino Baroni - Giovanni Caputo- Michele Di Schiena - Raffaella Guadalupi - Teodoro Marinazzo - Achille Noia - Michele Polignano - Maurizio Portaluri L'ABOLIZIONE DEL SERVIZIO DI LEVA Una delle poche leggi che forse ci si aspettava dal centro- sinistra era proprio quella che poneva fine alla leva obbligatoria, ciononostante furono previsti dei tempi di attuazione evidentemente lunghi (gennaio 2007 ) e le conseguenze di queste scelta sono piuttosto evidenti: 1- innanzitutto si è permesso a questo governo di mettere mano alla questione facendo divenire la possibile festa per la fine della coscrizione obbligatoria, una ulteriore ed evitabilissima giornata di dispiaceri, dove, paradossalmente (e giustamente), c'è chi dinanzi all'anticipo della scomparsa della leva obbligatoria ha dovuto astenersi (Ds) o votare contro (Verdi e Rifondazione). 2- si è consentito che in questi anni si continuassero a spendere inutili soldi, perché "quanti dovevano" (e devono) continuare ad espletare un obbligo che definire ingiusto è un esercizio all'autocontrollo. 3- Sono stati palesemente ignorati quanti (e sono sempre di più) hanno dovuto rinviare l'ingresso nel mondo del lavoro per adempiere al dovere verso la patria (o quanto meno "hanno dovuto" rendersi utili da obiettori di coscienza). Quest'ultima conseguenza diviene ancora più pesante se si considerano le condizioni lavorative che le leggi del centro-ex-sinistra ci hanno imposto e che la L.276 del 2003 ha esponenzialmente aggravato. Secondo la legge ancora vigente, infatti, la persona oggetto di chiamata a cui viene proposto un co.co.co. non solo è sfortunata per via del tipo di contratto che gli viene offerto ma deve anche rispondere al distretto di competenza. Le possibilità che al tapino possa essere offerto un contratto a tempo determinato scompargono se si pensa che comunque sarà costretto a rispondere alla chiamata e il datore di lavoro dovrà aspettare che lui ritorni (?). 4- si è contribuito a creare una confusione tale che descrivere ciò che avviene quando si ha bisogno di informazioni è complicatissimo. Invito chi volesse mettere alla prova quanto sto dicendo a porre una domanda (legittima) ad un ufficio di leva , a un comune e ai numeri verdi preposti a dare chiarimenti, provate a vedere se dopo questo giro vi ritroverete con almeno una certezza. provate Vorrei terminare queste poche righe ringraziando il sen. Nieddu (Ds) che ha avuto il merito di ricordarsi di quanti hanno ottenuto la dispensa per motivi di studio e che finiti gli studi dovrebbero rispondere alla chiamata; dispiace però che sia lui, con la sua mozione (rivolta a quanti sono nati tra il 1979 e il 1985 e abbiano ottenuto il rinvio per motivi di studio), che gli altri si siano dimenticati di tutti quelli nati prima del 1979 e che non si capisce per quale motivo debbano ancora sottostare ad una legge, nei fatti, superata. Cosimo Guido, Mesagne (Br) CAP ANAMUR: IO MI INDIGNO ICS lancia una campagna per protestare contro il modo con cui è stata gestita dal Governo italiano la vicenda dei 37 cittadini africani della Cap Anamur. Trovate di seguito il testo di una lettera che vi invitiamo a firmare e a spedire (personalmente e/o come enti) all'attenzione di: - Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: fax 06 6795807 (Segretariato generale della Presidenza del Consiglio) e-mail: urpdie at governo.it - Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu: fax 06 46549815 (Segreteria del Ministro) Vi preghiamo, inoltre, di segnalare all'indirizzo migrazioni at icsitalia.org l'avvenuto invio delle lettere. Il testo della lettera è reperibile su file sul sito www.icsitalia.org
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