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Re: Bonino: «Le scuse di Bush sarebbero più credibili se gli Usa aderissero al TPI»
- Subject: Re: Bonino: «Le scuse di Bush sarebbero più credibili se gli Usa aderissero al TPI»
- From: Marco Trotta <matro at bbs.olografix.org>
- Date: Fri, 7 May 2004 11:47:18 +0200
Salve a tutt*, Fabio Quattrocchi, Venerdì, 7 maggio 2004 ore 01:11:09 +0200 ha scritto a tutt* in "Re: Bonino: «Le scuse di Bush sarebbero più credibili se gli Usa aderissero al TPI»" >mha situazioni completamente diverse nn assimilabili all'Iraq... io farei >anke un pensierino al Rwanda... alla Cecenia... magari in questi gg anke al >Sudan... Per citare Sandro Provvisionato che del Kossovo si è occupato avendoci scritto un libro (http://www.larivistadelmanifesto.it/archivio/11/11A20001112.html) e avendo denunciato la mistificazione della "strage" di Racak, i paralleli sono molto evidenti. Il kossovo ha anticipato il modello di sovversione del diritto internazionale che ha partorito la guerra in Iraq. In Kossovo e in Iraq hanno mentito (in Kossovo per la "grandiosa" pulizia etnica, in Iraq per le armi di distruzioni di massa), solo che per l'Iraq ormai lo scandalo è conclamato. Qui abbiamo un centrosinistra con la coda di paglia sul tema che non può permettersi di chiudere col capitolo guerra (che, per loro, tutt'al più è "sbagliata") proprio grazie al Kossovo. E la Bonino? Vediamo di non suggerirle di invocare altri massacri in Cecenia, Sudan, Rwanda, ecc. MT --Cut-here---------8<------------------8<------------------8<------------- From: "jugocoord at libero.it"<jugocoord at libero.it> To: jugoinfo at domeus.it Subject: [JUGOINFO] Mis-informing... 2: Fosse comuni Date: Wed, 13 Jun 2001 18:23:50 +0200 Da "Il manifesto" dell' 8-06-01 PRIMA PAGINA GIORNALISMO La fossa dei media SANDRO PROVVISIONATO * La foto è di quelle raccapriccianti. Si vedono due miliziani dell'Uck chini su una fossa comune che indicano un teschio. Uno dei due lo solleva con cavetti di alimentazione per batteria d'auto. Il messaggio è crudo e deciso. La foto è apparsa ieri sui quotidiani Liberazione e l'Unità. Uno spiacevole infortunio, perché quella è una fossa comune falsa. In Kosovo, dopo la fine della guerra, vennero scoperte diverse fosse comuni (la cifra fornita dal tribunale penale dell'Aja è di 529 fosse contenenti 3.685 cadaveri interi e resti parziali di 258 corpi, per un totale di 3.943, una cifra ben lontana dai 100.000 morti forniti dalla Nato e dal Dipartimento di stato durante la guerra), ma quella fossa venne allestita a consumo dei media internazionali il 15 giugno 1999, 5 giorni dopo la fine dei raid "umanitari" della Nato. Lo affermo senza timore di smentite perché a quel ritrovamento ero presente. Avvenne nel villaggio di Ruckhat, a una quindicina di km. da Pec, dove il contingente italiano Kfor si era acquartierato. Come ho raccontato nel mio libro Uck: l'armata dell'Ombra (Gamberetti, 2000) con me, inviato del Tg5, c'erano almeno 15 giornalisti italiani, diversi fotoreporter e i cameraman di sei televisioni. Sul sito di quella presunta fossa comune fummo condotti da alcuni guerriglieri dell'Uck. Quello che sembrava il capo in un francese perfetto ci raccontò la storia di quella famiglia sterminata dai paramilitari serbi, con le generalità dei cadaveri e la data esatta dell'eccidio (il 20 maggio 1999, meno di un mese prima), ci portò dall'unica figlia superstite e quindi ci condusse, prima su un'aia annerita dal fuoco dove si notavano ossa carbonizzate e poi sul luogo della fossa che sembrava scavata di fresco. Dalla terra spuntavano diversi resti umani - che, ci dissero, appartenevano a 4 persone - oltre ad uno scheletro integro e quasi completamente scarnificato il cui teschio è proprio quello ritratto nella foto con attorno al collo i cavetti che sembravano essere stati usati per torturarlo e strangolarlo. Trattandosi di una delle prime fosse comuni trovate in Kosovo, tutti i tg italiani della sera e tutti i giornali riportarono con grande evidenza la scoperta. Personalmente detti la notizia e mostrai le immagini della fossa nell'edizione delle 20 del Tg5 con molti condizionali. Assieme ad altri colleghi e all'operatore che mi accompagnava, Alessandro Tomassini, eravamo, infatti, rimasti colpiti da una contraddizione: se quel teschio era di un uomo ucciso neppure un mese prima, come mai appariva così scarnificato? Il giorno dopo decisi di tornare sull'argomento. E mostrai le immagini così crude girate da Tomassini al medico responsabile del contingente italiano a Pec, oltretutto un anatomopatologo. Da lui ebbi la conferma: quei resti eranao di un uomo morto almeno diversi mesi prima, forse più di un anno. Quindi sicuramente sulla data della sua morte sia i soldati dell'Uck, sia la presunta unica superstite dell'eccidio avevano mentito. Per approfondire meglio la cosa decisi di tornare sul luogo dell'enigmatica fossa comune. Mentre percorrevo in auto una lunga strada sterrata, notai in aperta campagna uno di quei piccoli cimiteri agresti di cui abbonda il Kosovo. In quel cimitero c'erano diverse fosse aperte, scavate di fresco, con ancora le bare scoperchiate, ma senza i resti dei defunti. Capii subito dove stava l'imbroglio. Quelle ossa, quello scheletro, quel teschio erano stati esumati da un normalissimo cimitero e spostati di qualche chilometro. Per rendere più realistica e drammatica la scena del ritrovamento della fossa comune, qualcuno aveva aggiunto il cavetto di alimentazione. Nel Tg5 delle 13 del 16 giugno 1999 raccontai la macabra messinscena. Nessun altro tg o quotidiano lo fece. Quelle foto e immagini tv ancora circolano, usate a corredo di articoli e servizi sulle fosse comuni. Non è il caso di Liberazione e l'Unità, ma la loro funzione è evidente: disinformare. Proprio l'obiettivo dell'Uck. Il dubbio fondato è che - a quasi due anni dalla fine di quell'inutile guerra - in fatto di fosse comuni la disinformazione continui. * giornalista del Tg5 --- Subject: Fossa comune Date: Thu, 7 Jun 2001 03:05:49 +0200 From: "Fulvio" Lettera al Direttore di Liberazione, Sandro Curzi Caro Direttore, la notizia, data con grande enfasi dai telegiornali, del ritrovamento nei pressi di Belgrado, di una fossa comune con ben 800 corpi di "albanesi", merita, nella mia esperienza giornalistica, di essere accolta con grandi diffidenza e sospetto, senza cedere al previsto coro di esecrazioni. In Italia ci ricordiamo tutti le stragi, gli assassinii, gli episodi di terrorismo che hanno preceduto e accompagnato momenti in cui i poteri forti puntavano a spostare a destra l'asse del paese, specie in vicinanza di elezioni. Valga per tutti la strage di Piazza Fontana, o l'assassinio di Massimo D'Antona, utlizzato per criminalizzare il movimento contro la guerra alla Jugoslavia. E ci ricordiamo come quasi inevitabilmente sia emerso, da quei fatti, lo zampino di servizi italiani o stranieri, perlopiù CIA. Chi ha seguito con un po' d'attenzione la tragedia balcanica, si ricorderà anche delle stragi di Sarajevo, di Racak, di Sebrenica, tutte provate, seppure a deprecabile e strumentale distanza di tempo, falsamente attribuite ai serbi dagli stessi investigatori ONU, da medici neutrali e da giornalisti della maggiori testate occidentali. Tutte finalizzate a giustificare questo o quell'intervento "umanitario" a suon di bombe e sanzioni contro il nemico. Nessuno può sottovalutare la coincidenza di questo "ritrovamento" con la discussione nel Parlamento serbo della legge che dovrebbe permettere l'estradizione di Milosevic al Tribunale dell'Aja e la subordinazione della magistratura e della politica serbe ai ricatti e ai dettami degli USA e del FMI, legge alla quale anche Kostunica ha dato il suo consenso e che rappresenta un ulteriore vulnus inflitto alla sovranità di uno stato. Sconcerta e rende increduli anche la circostanza che, senza alcuna dichiarazione o verifica in merito, il trasferimento delle 800 salme sia stato, secondo i corrispondenti dei tg, "ordinato direttamente da Milosevic". Pare un po' folle che 800 corpi vengano congelati, come è stato detto, è trasportati per centinaia di chilometri da un Kosovo, pieno di possibilità di nasconderli, in una Belgrado allora traboccante di giornalisti, agenti, spie, gente, solo allo scopo di seppellirli in periferia. La consegna di Milosevic e un'operazione che sottragga attenzione da una guerra in Macedonia, che gli USA gestiscono e sollecitano da entrambi i lati (attraverso addestramento e armamenti forniti - come denunciato in USA e mai smentito - equamente a entrambi i contendenti, l'esercito macedone e l'UCK, dal MPRI, Military Professional Resources Inc. di Alexandria, Virginia, valgono bene una montatura di proporzioni storiche. Come si diceva: a pensare male si fa peccato, ma ci si coglie. Cordiali saluti. Fulvio Grimaldi. --- Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"): > http://www.tuttinlotta.org I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only"). Archivio: > http://www.domeus.it/circles/jugoinfo oppure: > http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages Per iscriversi al bollettino: <jugoinfo-subscribe at domeus.it> Per cancellarsi: <jugoinfo-unsubscribe at domeus.it> Per inviare materiali e commenti: <jugocoord at libero.it> Sito WEB (non aggiornato): > http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra ---------------------------------------------------------------------- Segui la musica e ti piacerebbe sapere tutto su musicisti, concerti, nuovi cd? Da oggi tutte le migliori offerte direttamente nella tua casella di posta eMail http://www.domeus.it/ad2136250/valuemail.domeus.it Se vuoi cancellarti da questo gruppo, clicca qui: http://www.domeus.it/info/unsubscribe --Cut-here---------8<------------------8<------------------8<-------------
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