fondamentalismo islamico e cattolico



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          FONDAMENTALISMO ISLAMICO E CATTOLICO

Radio "Onda Rossa" di Roma http://www.ondarossa.info
 ha intervistato il 1° marzo 2004 Giulio Vallocchia, Presidente di "NO GOD"
http:// www.nogod.it
e Corrado Piancastelli, Direttore di "Uomini e Idee"
http://www.uominieidee.org

 .

 Riportiamo l'intera intervista registrata per i nostri lettori.

> Onda Rossa - Il fondamentalismo viene spesso associato inconsciamente,
visti i recenti trascorsi, con la religione islamica, ed è anche per questo
che oggi intendiamo affrontare questo tema così spinoso. Il termine
"fondamentalismo" ha origine negli Stati Uniti all'inizio del XX° secolo e
fa riferimento a quelle frange della chiesa Protestante  che sono guidate da
una dottrina di obbedienza assoluta ai cinque principi fondamentali, cioè la
verità assoluta della Bibbia, la nascita senza peccato di Gesù, l'espiazione
sovrannaturale, la resurrezione fisica di Gesù e l'autenticità dei miracoli
raccontati dai Vangeli.
>
> Ci sono una miriade di gruppi protestanti che si possono definire
fondamentalisti  perché aderiscono a questi principi o ad altri principi
molto simili. Il processo di secolarizzazione ha allontanato la gente dalle
istituzioni religiose che regolavano la vita quotidiana; si è arrivati
lentamente in gran parte del mondo ad una scissione della Chiesa dallo
Stato, ora laico ed autonomo. Il fondamentalismo rifiuta questa scissione e
spinge il processo di secolarizzazione ad un'involuzione che riporterebbe
alla Legge religiosa. Dobbiamo sempre ricordare che i sogni messianici od
apocalittici dei gruppi fondamentalisti spesso si sposano con l'idea di
dominazione politica da parte di questi stessi gruppi su altri individui, ed
è proprio per questo che bisogna essere consapevoli della realtà dei fatti.
In fondo il fondamentalismo non interessa solo l'Islam ma il  Cristianesimo
ed in particolare gli Stati Uniti d'America, dove il fondamentalismo
protestante ha un seguito sempre più importante.
>
> George W. Bush, figlio di un episcopaliano, è lui stesso un  metodista
appartenente all'United Methodist Church. Con lui anche Dick Chaney, il vice
presidente del padre di Bush ed il capo dello staff della Casa Bianca. Si
può dire che, con l'eccezione del demoniaco Donald Rumsfeld, gli Stati Uniti
siano guidati da un manipolo di estremisti bigotti.

> George W. Bush fa parte di un movimento chiamato i "Born again
Christians", i Cristiani rinati.

> Questo gruppo sostiene che il battesimo equivalga ad una nuova nascita e
segue gli insegnamenti della Bibbia alla lettera; non si tratta di un
gruppetto da oratorio, ma di 70 milioni di americani che sono
incredibilmente riusciti, all'interno di una dottrina di populismo
religioso, a sposare la religione con l'omofobia, la pena di morte ed il
divieto assoluto di abortire.

> C'è anche da dire che questo neofondamentalismo cristiano è diventato un
modello da esportare in tutto il mondo, compresa l'Asia, l'Europa ed il
Sudamerica. In questo modello si abbandona la mediazione della Chiesa tra il
credente e la dottrina per promuovere nuove forme di proselitismo come i
Tele-evangelisti ed il Commercialismo religioso.
>
> Certo sarebbe grottesco sostenere che questo neo-fondamentalismo sia la
causa delle guerre o di una particolare politica estera degli Stati Uniti.
C'è da dire che questa deriva fondamentalista trova molti, troppi consensi
tra la gente comune e che la fine dei modelli secolari come il sionismo, il
marxismo e il socialismo hanno lasciato un vuoto che il fondamentalismo
potrebbe andare a riempire con conseguenze catastrofiche. Non
dimentichiamoci che oggi si scrive sul retro del dollaro "In God we trust"
(poniamo la nostra fede in Dio) e che si pretende di essere guidati da Dio
nel causare guerre, dolore e povertà.

> Gli ospiti sono Giulio Vallocchia di "No God, atei per la laicità dello
Stato"  e Corrado Piancastelli, scrittore, poeta e  saggista impegnato sui
temi del fondamentalismo cattolico.

>  Cosa ne pensate dell'analisi che abbiamo fatto finora?

> Vallocchia -  Mi sembra abbastanza corretta. E' chiaro che questo fenomeno
del neofondamentalismo è un fenomeno sopratutto americano, dal momento che
nel nostro paese il fondamentalismo non può attecchire, essendoci un
monopolio religioso deciso direttamente dalla Chiesa cattolica che è
interprete unica dei Vangeli e delle Sacre Scritture, quindi è un fenomeno
che casomai si può ritrovare all'interno della Chiesa Cattolica con alcuni
gruppi, ispirati nelle loro manifestazioni rituali direttamente dallo
Spirito Santo.

> Domanda: Piancastelli, lei è d'accordo sul fatto che non esista un
fondamentalismo cattolico?

> Piancastelli - Io penso che un fondamentalismo cattolico esista.
Riallacciandomi a quello che ho potuto sentire, fu proprio in America, mi
pare nel 1889, nella conferenza di Niagara, che il fondamentalismo cristiano
formulò cinque punti teorici da considerarsi irrinunciabili per il credente
e per la stessa gerarchia. I cinque punti erano: l'inerranza biblica
verbale, cioè infallibilità ed esenzione da ogni errore delle sacre
Scritture, la divinità di Cristo, la nascita verginale, la redenzione
sacrificale, la resurrezione fisica di Gesù. Nel 1948 il movimento
fondamentalista  nell'International Council of Christian Church, in
opposizione al consiglio ecumenico delle chiese,  ribadì l'avversione al
modernismo in perfetta adesione al cattolicesimo. Il carattere
fondamentalistico e sopratutto l'irreversibilità del congegno che è stato
messo in moto, nel senso che non può correggersi né tornare indietro, quindi
l'affidamento esclusivamente alle Sacre Scritture e al Nuovo Testamento per
la Chiesa Cattolica, è un  fatto irrinunciabile e da qui il radicalismo nel
suo presupposto per cui  la Chiesa finisce con l'essere vittima di se stessa
perché non può modificare quello che ormai ha stabilito dal punto di vista
teologico in duemila anni. D'altra parte si pretende dal credente
l'accettazione piena e l'obbedienza assoluta ai canoni della teologia
ufficiale, e ciò diventa radicalismo e fondamentalismo perché qualunque
altra religione è vista come un nemico da demolire, che è quello che poi sta
accadendo in molti gruppi tribali dell'Islam che hanno dichiarato guerra
all'occidente, per cui nasce il concetto di guerra santa per distruggere
l'infedele, e l'infedele in questo caso è colui che appartiene ad un'altra
religione perché è nell'errore.

> Vallocchia -  Io condivido assolutamente quello che ha detto Piancastelli,
ma la domanda era se in Italia ci potevano essere gruppi fondamentalisti. In
Italia no, e il fondamentalismo è direttamente gestito dalla chiesa
cattolica. Anche per questo non emergono casi di gruppi come negli Stati
Uniti.

> Domanda:  Con la presente gestione della chiesa cattolica da parte di
questo Papa,  il Papa del " volemose 'bbene"...

> Vallocchia -  E' una grandissima trovata mediatica. Credo che se si fosse
fatto un sondaggio  all'istante avrebbe avuto 99 punti, un successo..

> Domanda:. La presenza di organizzazioni come l'Opus Dei in questo momento
è molto forte all'interno della Chiesa...

> Vallocchia - Questi sono i gruppi di cui dicevo prima , che esercitano una
forma loro, autonoma ma sempre sotto controllo della gerarchia, di
fondamentalismo. In questo senso si, ma non vediamo, al di fuori della
chiesa Cattolica, emergere situazioni simili a quelle che si verificano
negli Stati Uniti, dove molti gruppi sono legati alla Chiesa, ma la maggior
parte dei gruppi fondamentalisti di matrice protestante vanno per conto
loro. E' questa la differenza sostanziale.

> Piancastelli -  Diciamo che in Italia c'è una situazione un pò più soft,
senza dimenticare che la Chiesa è un'organizzazione religiosa
antidemocratica...

> Vallocchia -  Piancastelli ha ragione. Qualunque gruppo di potere,
religioso o filosofico o spirituale che pretende di avere la verità rivelata
una volta e per sempre non può che essere antitetico a qualunque forma di
democrazia. E' chiaro che è una struttura di tipo totalitario. La Chiesa
cattolica non è differente da qualunque altro gruppo che pretende di avere
la verità unica, rivelata una volta e per sempre per tutti.

> Domanda:  Questi opposti fondamentalismi che si stanno combattendo nel
mondo, quello americano, quello della Jihad, dove stanno portando il mondo?
Non si può trovare una posizione di mediazione tra queste due figure?

> Piancastelli -  Questo io lo trovo un pò difficile perché quando la Chiesa
dichiara che  l'ufficio di interpretare la parola di Dio è affidato
esclusivamente al solo magistero vivente della Chiesa, la cui autorità
verrebbe poi esercitata nel nome di Gesù Cristo, rende impossibile una
conciliazione sopratutto quando non si vuole abdicare nemmeno in misura
minima a determinati principi e renderli più concilianti. La violenza nasce
proprio in questo radicalismo che vede sempre l'altro come un nemico da
combattere. Adesso io non vedo in Italia, ma nemmeno nel mondo, come si
possano conciliare queste posizioni così radicali. Quando il Papa ad Assisi
ricevette alcuni rappresentanti di altre Chiese, era seduto sulla sedia
gestatoria, gli altri stavano un metro al disotto...La Chiesa rivendica
sempre questo primato, è l'unica a detenere la verità. D'altra parte gli
islamici dicono la stessa cosa, perché affermano che l'ultimo messaggio di
Dio è attraverso Maometto che corregge, in pratica, sia Gesù Cristo che il
vecchio Testamento. Al momento io non vedo la possibilità di conciliare
tutto questo.

> Domanda:  I fatti di cui stiamo parlando, quindi la veemenza cristiana,
americana, il puritanesimo, il rifiuto dei tentativi di modernizzazione del
Vaticano, sono molto presenti nel nuovo film di Mel Gibson , "The passion".
Se alcuni gruppi ebraici antidiffamazione newyorkesi sono insorti, non c'è
da stupirsi. Gibson, infatti, educato in maniera molto tradizionale,
apparteneva ad una setta che rifiutava il superamento del Concilio Vaticano
dell'accusa di deicidio verso gli Ebrei. Nel film non solo questa tesi è
presente continuamente, ma gli ebrei vengono rappresentati secondo il
peggiore stereotipo. La regia indugia in panorami  di ebrei che da naso
adunco a naso adunco insultano Gesù. L'atteggiamento negazionista del
regista ci ricorda l'esternazione di Bush alla vigilia del suo primo viaggio
in Israele. Quando gli chiesero cosa avrebbe detto agli Ebrei, lui rispose:"
Andrete tutti all'inferno". E se non è il caso di giudicare un film non
visto, possiamo capire qualcosa in più dal padre di Gibson che conti nua a
sostenere che l'Olocausto non sia esistito perché i tedeschi non avevano
abbastanza benzina per bruciarli tutti, ma sopratutto Mel si rifiuta di
contraddire suo padre che l'ha cresciuto ed educato ed è quindi
insindacabile. Non ci interroghiamo sull'abilità del Gibson regista, ma ci
interroghiamo sul potere che certe visioni del mondo hanno, se veicolate
dalla potente macchina hollywoodiana e supportate dalla politica
tradizionalista di Bush.

> Vallocchia -  C'è una particolare predisposizione di Gibson agli aspetti
violenti. Ho letto una recente intervista a Zeffirelli che ricordava, sul
piano personale, questa tendenza di Gibson. Non avendo però visto il film,
non siamo ancora in grado di giudicarlo, tuttavia tutto ciò che abbiamo
letto ad oggi credo sia abbastanza illuminante. Ieri ho visto intervistare
un vescovo cattolico all'uscita dal cinema ed era visibilmente soddisfatto,
il che significa che da parte cattolica, almeno per quanto riguarda questo
vescovo e la gerarchia cattolica statunitense, questo film sia
particolarmente gradito. D'altra parte, se il background di Gibson e di suo
padre è quello che abbiamo letto nelle interviste  che hanno rilasciato, è
chiaro che ci sarà qualche risentimento da parte ebraica, mi sembra
ampiamente giustificato.

> Domanda: Queste polemiche sul film ne hanno favorito il successo...

> Vallocchia -  Non c'è dubbio. Un film preceduto da tante polemiche
certamente stimolerà la gente ad andarlo a vedere. In un'epoca in cui il
cinema è pieno di violenze di tutti i generi, sapere che in questo film c'è
violenza, per di più nei confronti di Gesù, stimola  di più gli istinti
sadomaso della gente.

> Domanda: Piancastelli, può spiegarci perché questa deriva fondamentalista
sta prendendo tanto piede in America?

> Piancastelli - . Il rischio di questa deriva è un po' ovunque perché il
problema vero è che viviamo in una società in cui non ci sono valori e si ha
bisogno di ancorarsi a figure forti, a valori forti, anche se sappiamo che
storicamente si è trattato di valori deboli, in realtà. La Chiesa su questo
terreno ha buon gioco, perché noi che ci professiamo "intellettuali di
sinistra" non siamo stati capaci di esprimere dei valori forti di cui la
gente comune ha però estremo bisogno. Allora forse  sarebbe importante un
ripensamento da parte della cultura di sinistra, ma anche della cultura in
genere, di chi si sente di essere un soggetto libero, di ridiscutere il
problema dei valori. La Chiesa finora è stata l'unica che ha dettato valori,
poi abbiamo dovuto aspettare l'Illuminismo per potere avere dei valori
laici, ma molti di questi attualmente si identificano ancora col
Cristianesimo e sono continuamente controbattuti dalla Chiesa. La Chiesa
continua a fare una polemica ferocissima, addirittura fatto un Congresso
contro la soggettività e contro il pluralismo culturale. Allora il cittadino
medio è letteralmente sconcertato perché non ha altri riferimenti se non
quelli che passano attraverso i mass media, senza dimenticarci un altro
fenomeno assolutamente antidemocratico, che le televisioni nel mondo sono
controllate più o meno da trenta società, per cui c'è veramente il rischio
di una egemonia da parte del radicalismo coll'imporre vecchi valori
facendoli passare, riverniciati, per valori nuovi, e sono quelli che ci
hanno portato alla violenza nel mondo durante tutta la storia.

> Domanda: Questa ricerca di grandi valori e quindi anche l'accenno che
faceva lei all'inizio sull'infallibilità dei testi sacri di questi gruppi
fondamentalisti, , non può riportare al solito valore che si è ritrovato nel
corso della storia, che è la ricerca di un soggetto nemico che alla fine
sfocia nell'antisemitismo o nell'antiislamismo?

> Piancastelli -  Quelli a cui mi riferisco sono sopratutto valori civili,
laici. Per esempio, la solidarietà è un valore. La fraternità nel senso di
solidarietà, però, non è di matrice cristiana, ma è un valore universale.
L'onestà è un valore, la lealtà è un valore, sono queste le cose a cui io
personalmente punto, non ai grandi valori quali Dio o l'aldilà, ma a questi
valori semplici della vita quotidiana. Non mi sembra che questi debbano
rappresentare un'egemonia, ma sono tuttavia valori laici.

> Vallocchia - Piancastelli ha perfettamente ragione, non potevo trovare un
interlocutore più simpatico e ne condivido perfettamente tutte le analisi.
Vorrei solo aggiungere che il pericolo maggiore è che le grandi religioni
monoteistiche ma anche quelle politeistiche che sembrano oggi garantire il
bisogno di appartenenza che gli esseri umani sentono, sia come singoli che
come gruppi, possano far passare in secondo piano le appartenenze diverse,
di tipo politico, ideologico. Quando c'è stata la cosiddetta caduta delle
ideologie la prima domanda che mi sono fatta è stata:"Ma tutte queste masse
che si riconoscono nelle ideologie o comunque nei principi di carattere
politico, nel momento in cui cade gran parte di questi valori ( dopo la
caduta del muro di Berlino si parlò di questo fenomeno della caduta delle
ideologie), che fine faranno?" E mi sono dato la risposta. E' chiaro che
questo bisogno di appartenenza si sarebbe immediatamente realizzato
attraverso un'appartenenza di tipo religioso, cosa che si sta punt
> ualmente verificando. Le religioni surrogano, in qualche modo, questo
bisogno di riferimenti per le masse private di altri tipi di riferimenti.
>
> D. Ma parlando di uno stato francese che passa una legge contro la
simbologia religiosa mentre negli stessi giorni l'Italia fa passare una
legge sulla fecondazione assistita che ci fa tornare indietro di non si sa
quanto tempo, andare a colpire la simbologia religiosa può essere la
soluzione o non si rischia, come qualcuno ha sostenuto, di fomentare il
processo opposto...

> Vallocchia -  Il rischio c'è ed è grandissimo, ma la situazione francese è
molto diversa da quella italiana e non possiamo giudicare i francesi con la
nostra visione. Intanto la legge approvata in Francia riguarda
esclusivamente gli uffici pubblici e le scuole in particolare, non certo il
diritto ad esprimere la propria fede al di fuori da quegli ambienti e
sopratutto quello che sta succedendo in Francia e che ha portato a questa
legge, tra poco si presenterà anche in Italia in modo eclatante. Dovremmo
essere così furbi da fare tesoro di questa esperienza dei francesi per
essere pronti, quando esploderà il problema anche da noi, ad affrontarlo nel
modo migliore. Io credo che il fondamentalismo, in ogni caso sia uno
strumento di tipo politico, cioè predisporre un intero popolo o un gruppo
sociale a una lotta in nome di valori di tipo politico può avere una certa
risposta; se a questi valori di tipo politico si sovrappongono valori di
tipo religioso con la prospettiva di un Paradiso per chi combatte in nome di
quei valori, è chiaro che il fondamentalismo dà una carica esplosiva a chi
si batte per quelle idee.

> Domanda:  Per tornare alla questione italiana, l'ultimo Concilio Vaticano
aveva uno spirito riformista, poi si è tornati indietro con la politica del
Vaticano che rifiuta l'uso del profilattico in paesi africani dove esiste un
grave problema di AIDS, oltre alla posizione sull'aborto. Non è che stiamo
tornando indietro anche in Italia?

> Vallocchia -  Noi abbiamo promosso una campagna che si chiama" Contro la
deriva clericale che investe il nostro paese". Lei ha appena citato la legge
sulla procreazione medicalmente assistita che è stato l'esempio più
clamoroso di questa deriva clericale che sta investendo la politica italiana
( ma si ricordi la legge sull'assunzione dei professori di religione scelti
dai vescovi e pagati dallo Stato, le sovvenzioni a pioggia a favore delle
parrocchie da parte dello Stato, del Comune e delle Regioni, l'attenzione
che si dà a qualunque indicazione venga da oltreTevere). Pochissimi giorni
fa, dopo l'ultima sessione della CEI, il suo presidente cardinale Ruini è
comparso in tutte le televisioni italiane a dire ciò che pensava sulla
politica economica, sociale, quasi a dare l'indirizzo, la linea politica al
governo. L'enfatizzazione che viene data alla presenza della chiesa
cattolica in tutti i mass media è un'ulteriore dimostrazione che nel nostro
paese ci si avvia  ad una sorta di sharia cattolica, cioè un'id
entificazione delle leggi e degli aspetti civili con le indicazioni di tipo
religioso, cosa che noi riteniamo particolarmente grave, contro la quale,
come associazione di atei per la laicità degli stati,  ci battiamo da tempo
cercando di raccogliere attorno a questo fenomeno una sorta di resistenza
laica. Piancastelli ha perfettamente ragione quando rivendica i valori laici
da riproporre. C'è un'etica laica che si è costruita nei millenni, e
specialmente dopo l'Illuminismo, che va assolutamente rivalutata e
riproposta, non in contrapposizione per una guerra fra laici e credenti ma
per manifestare chiaramente che non sono solo le religioni detentrici di
valori assoluti, ma anche in una società civile ci sono valori laici che
hanno la stessa potenzialità dei valori di tipo religioso.

> Piancastelli -  Occuparsi di valori laici è un'operazione importantissima.
Un'altra operazione importantissima sarebbe quella di spingere i nostri
rappresentanti in Parlamento a non calarsi continuamente le brache davanti
ad un vescovo o un cardinale, ma agire con maggiore fermezza perché molte
volte la diplomazia non ripaga e questa è una cosa che si vede e si sente in
tutti i programmi televisivi. Quando c'è un cardinale o un vescovo, e ci
sono quasi sempre in tutti i programmi, i nostri rappresentanti sono
ossequiosi... Essere laici non significa essere antireligiosi, ma
semplicemente esporre le ragioni che fanno parte dei nostri valori culturali
illuministici e proporre modelli di vita che servano alla vita civile che
non esclude la vita interiore. Il laicismo non è contro la religiosità ma è
per una nettissima separazione tra il vivere umano in senso civile e il
vivere nel privato la propria interiorità e i propri valori individuali.