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fondamentalismo islamico e cattolico
- Subject: fondamentalismo islamico e cattolico
- From: "Associazione Partenia" <partenia at katamail.com>
- Date: Sun, 25 Apr 2004 11:09:00 +0200
APRITE GLI OCCHI, PENSATE CON LA VOSTRA TESTA, NON C'E' ALTRO DA FARE IN QUESTI TEMPI IN CUI TI VOGLIONO SOTTOMETTERE IN TUTTI I MODI,COSTI QUEL CHE COSTI!!!! Associazione Partenia FONDAMENTALISMO ISLAMICO E CATTOLICO Radio "Onda Rossa" di Roma http://www.ondarossa.info ha intervistato il 1° marzo 2004 Giulio Vallocchia, Presidente di "NO GOD" http:// www.nogod.it e Corrado Piancastelli, Direttore di "Uomini e Idee" http://www.uominieidee.org . Riportiamo l'intera intervista registrata per i nostri lettori. > Onda Rossa - Il fondamentalismo viene spesso associato inconsciamente, visti i recenti trascorsi, con la religione islamica, ed è anche per questo che oggi intendiamo affrontare questo tema così spinoso. Il termine "fondamentalismo" ha origine negli Stati Uniti all'inizio del XX° secolo e fa riferimento a quelle frange della chiesa Protestante che sono guidate da una dottrina di obbedienza assoluta ai cinque principi fondamentali, cioè la verità assoluta della Bibbia, la nascita senza peccato di Gesù, l'espiazione sovrannaturale, la resurrezione fisica di Gesù e l'autenticità dei miracoli raccontati dai Vangeli. > > Ci sono una miriade di gruppi protestanti che si possono definire fondamentalisti perché aderiscono a questi principi o ad altri principi molto simili. Il processo di secolarizzazione ha allontanato la gente dalle istituzioni religiose che regolavano la vita quotidiana; si è arrivati lentamente in gran parte del mondo ad una scissione della Chiesa dallo Stato, ora laico ed autonomo. Il fondamentalismo rifiuta questa scissione e spinge il processo di secolarizzazione ad un'involuzione che riporterebbe alla Legge religiosa. Dobbiamo sempre ricordare che i sogni messianici od apocalittici dei gruppi fondamentalisti spesso si sposano con l'idea di dominazione politica da parte di questi stessi gruppi su altri individui, ed è proprio per questo che bisogna essere consapevoli della realtà dei fatti. In fondo il fondamentalismo non interessa solo l'Islam ma il Cristianesimo ed in particolare gli Stati Uniti d'America, dove il fondamentalismo protestante ha un seguito sempre più importante. > > George W. Bush, figlio di un episcopaliano, è lui stesso un metodista appartenente all'United Methodist Church. Con lui anche Dick Chaney, il vice presidente del padre di Bush ed il capo dello staff della Casa Bianca. Si può dire che, con l'eccezione del demoniaco Donald Rumsfeld, gli Stati Uniti siano guidati da un manipolo di estremisti bigotti. > George W. Bush fa parte di un movimento chiamato i "Born again Christians", i Cristiani rinati. > Questo gruppo sostiene che il battesimo equivalga ad una nuova nascita e segue gli insegnamenti della Bibbia alla lettera; non si tratta di un gruppetto da oratorio, ma di 70 milioni di americani che sono incredibilmente riusciti, all'interno di una dottrina di populismo religioso, a sposare la religione con l'omofobia, la pena di morte ed il divieto assoluto di abortire. > C'è anche da dire che questo neofondamentalismo cristiano è diventato un modello da esportare in tutto il mondo, compresa l'Asia, l'Europa ed il Sudamerica. In questo modello si abbandona la mediazione della Chiesa tra il credente e la dottrina per promuovere nuove forme di proselitismo come i Tele-evangelisti ed il Commercialismo religioso. > > Certo sarebbe grottesco sostenere che questo neo-fondamentalismo sia la causa delle guerre o di una particolare politica estera degli Stati Uniti. C'è da dire che questa deriva fondamentalista trova molti, troppi consensi tra la gente comune e che la fine dei modelli secolari come il sionismo, il marxismo e il socialismo hanno lasciato un vuoto che il fondamentalismo potrebbe andare a riempire con conseguenze catastrofiche. Non dimentichiamoci che oggi si scrive sul retro del dollaro "In God we trust" (poniamo la nostra fede in Dio) e che si pretende di essere guidati da Dio nel causare guerre, dolore e povertà. > Gli ospiti sono Giulio Vallocchia di "No God, atei per la laicità dello Stato" e Corrado Piancastelli, scrittore, poeta e saggista impegnato sui temi del fondamentalismo cattolico. > Cosa ne pensate dell'analisi che abbiamo fatto finora? > Vallocchia - Mi sembra abbastanza corretta. E' chiaro che questo fenomeno del neofondamentalismo è un fenomeno sopratutto americano, dal momento che nel nostro paese il fondamentalismo non può attecchire, essendoci un monopolio religioso deciso direttamente dalla Chiesa cattolica che è interprete unica dei Vangeli e delle Sacre Scritture, quindi è un fenomeno che casomai si può ritrovare all'interno della Chiesa Cattolica con alcuni gruppi, ispirati nelle loro manifestazioni rituali direttamente dallo Spirito Santo. > Domanda: Piancastelli, lei è d'accordo sul fatto che non esista un fondamentalismo cattolico? > Piancastelli - Io penso che un fondamentalismo cattolico esista. Riallacciandomi a quello che ho potuto sentire, fu proprio in America, mi pare nel 1889, nella conferenza di Niagara, che il fondamentalismo cristiano formulò cinque punti teorici da considerarsi irrinunciabili per il credente e per la stessa gerarchia. I cinque punti erano: l'inerranza biblica verbale, cioè infallibilità ed esenzione da ogni errore delle sacre Scritture, la divinità di Cristo, la nascita verginale, la redenzione sacrificale, la resurrezione fisica di Gesù. Nel 1948 il movimento fondamentalista nell'International Council of Christian Church, in opposizione al consiglio ecumenico delle chiese, ribadì l'avversione al modernismo in perfetta adesione al cattolicesimo. Il carattere fondamentalistico e sopratutto l'irreversibilità del congegno che è stato messo in moto, nel senso che non può correggersi né tornare indietro, quindi l'affidamento esclusivamente alle Sacre Scritture e al Nuovo Testamento per la Chiesa Cattolica, è un fatto irrinunciabile e da qui il radicalismo nel suo presupposto per cui la Chiesa finisce con l'essere vittima di se stessa perché non può modificare quello che ormai ha stabilito dal punto di vista teologico in duemila anni. D'altra parte si pretende dal credente l'accettazione piena e l'obbedienza assoluta ai canoni della teologia ufficiale, e ciò diventa radicalismo e fondamentalismo perché qualunque altra religione è vista come un nemico da demolire, che è quello che poi sta accadendo in molti gruppi tribali dell'Islam che hanno dichiarato guerra all'occidente, per cui nasce il concetto di guerra santa per distruggere l'infedele, e l'infedele in questo caso è colui che appartiene ad un'altra religione perché è nell'errore. > Vallocchia - Io condivido assolutamente quello che ha detto Piancastelli, ma la domanda era se in Italia ci potevano essere gruppi fondamentalisti. In Italia no, e il fondamentalismo è direttamente gestito dalla chiesa cattolica. Anche per questo non emergono casi di gruppi come negli Stati Uniti. > Domanda: Con la presente gestione della chiesa cattolica da parte di questo Papa, il Papa del " volemose 'bbene"... > Vallocchia - E' una grandissima trovata mediatica. Credo che se si fosse fatto un sondaggio all'istante avrebbe avuto 99 punti, un successo.. > Domanda:. La presenza di organizzazioni come l'Opus Dei in questo momento è molto forte all'interno della Chiesa... > Vallocchia - Questi sono i gruppi di cui dicevo prima , che esercitano una forma loro, autonoma ma sempre sotto controllo della gerarchia, di fondamentalismo. In questo senso si, ma non vediamo, al di fuori della chiesa Cattolica, emergere situazioni simili a quelle che si verificano negli Stati Uniti, dove molti gruppi sono legati alla Chiesa, ma la maggior parte dei gruppi fondamentalisti di matrice protestante vanno per conto loro. E' questa la differenza sostanziale. > Piancastelli - Diciamo che in Italia c'è una situazione un pò più soft, senza dimenticare che la Chiesa è un'organizzazione religiosa antidemocratica... > Vallocchia - Piancastelli ha ragione. Qualunque gruppo di potere, religioso o filosofico o spirituale che pretende di avere la verità rivelata una volta e per sempre non può che essere antitetico a qualunque forma di democrazia. E' chiaro che è una struttura di tipo totalitario. La Chiesa cattolica non è differente da qualunque altro gruppo che pretende di avere la verità unica, rivelata una volta e per sempre per tutti. > Domanda: Questi opposti fondamentalismi che si stanno combattendo nel mondo, quello americano, quello della Jihad, dove stanno portando il mondo? Non si può trovare una posizione di mediazione tra queste due figure? > Piancastelli - Questo io lo trovo un pò difficile perché quando la Chiesa dichiara che l'ufficio di interpretare la parola di Dio è affidato esclusivamente al solo magistero vivente della Chiesa, la cui autorità verrebbe poi esercitata nel nome di Gesù Cristo, rende impossibile una conciliazione sopratutto quando non si vuole abdicare nemmeno in misura minima a determinati principi e renderli più concilianti. La violenza nasce proprio in questo radicalismo che vede sempre l'altro come un nemico da combattere. Adesso io non vedo in Italia, ma nemmeno nel mondo, come si possano conciliare queste posizioni così radicali. Quando il Papa ad Assisi ricevette alcuni rappresentanti di altre Chiese, era seduto sulla sedia gestatoria, gli altri stavano un metro al disotto...La Chiesa rivendica sempre questo primato, è l'unica a detenere la verità. D'altra parte gli islamici dicono la stessa cosa, perché affermano che l'ultimo messaggio di Dio è attraverso Maometto che corregge, in pratica, sia Gesù Cristo che il vecchio Testamento. Al momento io non vedo la possibilità di conciliare tutto questo. > Domanda: I fatti di cui stiamo parlando, quindi la veemenza cristiana, americana, il puritanesimo, il rifiuto dei tentativi di modernizzazione del Vaticano, sono molto presenti nel nuovo film di Mel Gibson , "The passion". Se alcuni gruppi ebraici antidiffamazione newyorkesi sono insorti, non c'è da stupirsi. Gibson, infatti, educato in maniera molto tradizionale, apparteneva ad una setta che rifiutava il superamento del Concilio Vaticano dell'accusa di deicidio verso gli Ebrei. Nel film non solo questa tesi è presente continuamente, ma gli ebrei vengono rappresentati secondo il peggiore stereotipo. La regia indugia in panorami di ebrei che da naso adunco a naso adunco insultano Gesù. L'atteggiamento negazionista del regista ci ricorda l'esternazione di Bush alla vigilia del suo primo viaggio in Israele. Quando gli chiesero cosa avrebbe detto agli Ebrei, lui rispose:" Andrete tutti all'inferno". E se non è il caso di giudicare un film non visto, possiamo capire qualcosa in più dal padre di Gibson che conti nua a sostenere che l'Olocausto non sia esistito perché i tedeschi non avevano abbastanza benzina per bruciarli tutti, ma sopratutto Mel si rifiuta di contraddire suo padre che l'ha cresciuto ed educato ed è quindi insindacabile. Non ci interroghiamo sull'abilità del Gibson regista, ma ci interroghiamo sul potere che certe visioni del mondo hanno, se veicolate dalla potente macchina hollywoodiana e supportate dalla politica tradizionalista di Bush. > Vallocchia - C'è una particolare predisposizione di Gibson agli aspetti violenti. Ho letto una recente intervista a Zeffirelli che ricordava, sul piano personale, questa tendenza di Gibson. Non avendo però visto il film, non siamo ancora in grado di giudicarlo, tuttavia tutto ciò che abbiamo letto ad oggi credo sia abbastanza illuminante. Ieri ho visto intervistare un vescovo cattolico all'uscita dal cinema ed era visibilmente soddisfatto, il che significa che da parte cattolica, almeno per quanto riguarda questo vescovo e la gerarchia cattolica statunitense, questo film sia particolarmente gradito. D'altra parte, se il background di Gibson e di suo padre è quello che abbiamo letto nelle interviste che hanno rilasciato, è chiaro che ci sarà qualche risentimento da parte ebraica, mi sembra ampiamente giustificato. > Domanda: Queste polemiche sul film ne hanno favorito il successo... > Vallocchia - Non c'è dubbio. Un film preceduto da tante polemiche certamente stimolerà la gente ad andarlo a vedere. In un'epoca in cui il cinema è pieno di violenze di tutti i generi, sapere che in questo film c'è violenza, per di più nei confronti di Gesù, stimola di più gli istinti sadomaso della gente. > Domanda: Piancastelli, può spiegarci perché questa deriva fondamentalista sta prendendo tanto piede in America? > Piancastelli - . Il rischio di questa deriva è un po' ovunque perché il problema vero è che viviamo in una società in cui non ci sono valori e si ha bisogno di ancorarsi a figure forti, a valori forti, anche se sappiamo che storicamente si è trattato di valori deboli, in realtà. La Chiesa su questo terreno ha buon gioco, perché noi che ci professiamo "intellettuali di sinistra" non siamo stati capaci di esprimere dei valori forti di cui la gente comune ha però estremo bisogno. Allora forse sarebbe importante un ripensamento da parte della cultura di sinistra, ma anche della cultura in genere, di chi si sente di essere un soggetto libero, di ridiscutere il problema dei valori. La Chiesa finora è stata l'unica che ha dettato valori, poi abbiamo dovuto aspettare l'Illuminismo per potere avere dei valori laici, ma molti di questi attualmente si identificano ancora col Cristianesimo e sono continuamente controbattuti dalla Chiesa. La Chiesa continua a fare una polemica ferocissima, addirittura fatto un Congresso contro la soggettività e contro il pluralismo culturale. Allora il cittadino medio è letteralmente sconcertato perché non ha altri riferimenti se non quelli che passano attraverso i mass media, senza dimenticarci un altro fenomeno assolutamente antidemocratico, che le televisioni nel mondo sono controllate più o meno da trenta società, per cui c'è veramente il rischio di una egemonia da parte del radicalismo coll'imporre vecchi valori facendoli passare, riverniciati, per valori nuovi, e sono quelli che ci hanno portato alla violenza nel mondo durante tutta la storia. > Domanda: Questa ricerca di grandi valori e quindi anche l'accenno che faceva lei all'inizio sull'infallibilità dei testi sacri di questi gruppi fondamentalisti, , non può riportare al solito valore che si è ritrovato nel corso della storia, che è la ricerca di un soggetto nemico che alla fine sfocia nell'antisemitismo o nell'antiislamismo? > Piancastelli - Quelli a cui mi riferisco sono sopratutto valori civili, laici. Per esempio, la solidarietà è un valore. La fraternità nel senso di solidarietà, però, non è di matrice cristiana, ma è un valore universale. L'onestà è un valore, la lealtà è un valore, sono queste le cose a cui io personalmente punto, non ai grandi valori quali Dio o l'aldilà, ma a questi valori semplici della vita quotidiana. Non mi sembra che questi debbano rappresentare un'egemonia, ma sono tuttavia valori laici. > Vallocchia - Piancastelli ha perfettamente ragione, non potevo trovare un interlocutore più simpatico e ne condivido perfettamente tutte le analisi. Vorrei solo aggiungere che il pericolo maggiore è che le grandi religioni monoteistiche ma anche quelle politeistiche che sembrano oggi garantire il bisogno di appartenenza che gli esseri umani sentono, sia come singoli che come gruppi, possano far passare in secondo piano le appartenenze diverse, di tipo politico, ideologico. Quando c'è stata la cosiddetta caduta delle ideologie la prima domanda che mi sono fatta è stata:"Ma tutte queste masse che si riconoscono nelle ideologie o comunque nei principi di carattere politico, nel momento in cui cade gran parte di questi valori ( dopo la caduta del muro di Berlino si parlò di questo fenomeno della caduta delle ideologie), che fine faranno?" E mi sono dato la risposta. E' chiaro che questo bisogno di appartenenza si sarebbe immediatamente realizzato attraverso un'appartenenza di tipo religioso, cosa che si sta punt > ualmente verificando. Le religioni surrogano, in qualche modo, questo bisogno di riferimenti per le masse private di altri tipi di riferimenti. > > D. Ma parlando di uno stato francese che passa una legge contro la simbologia religiosa mentre negli stessi giorni l'Italia fa passare una legge sulla fecondazione assistita che ci fa tornare indietro di non si sa quanto tempo, andare a colpire la simbologia religiosa può essere la soluzione o non si rischia, come qualcuno ha sostenuto, di fomentare il processo opposto... > Vallocchia - Il rischio c'è ed è grandissimo, ma la situazione francese è molto diversa da quella italiana e non possiamo giudicare i francesi con la nostra visione. Intanto la legge approvata in Francia riguarda esclusivamente gli uffici pubblici e le scuole in particolare, non certo il diritto ad esprimere la propria fede al di fuori da quegli ambienti e sopratutto quello che sta succedendo in Francia e che ha portato a questa legge, tra poco si presenterà anche in Italia in modo eclatante. Dovremmo essere così furbi da fare tesoro di questa esperienza dei francesi per essere pronti, quando esploderà il problema anche da noi, ad affrontarlo nel modo migliore. Io credo che il fondamentalismo, in ogni caso sia uno strumento di tipo politico, cioè predisporre un intero popolo o un gruppo sociale a una lotta in nome di valori di tipo politico può avere una certa risposta; se a questi valori di tipo politico si sovrappongono valori di tipo religioso con la prospettiva di un Paradiso per chi combatte in nome di quei valori, è chiaro che il fondamentalismo dà una carica esplosiva a chi si batte per quelle idee. > Domanda: Per tornare alla questione italiana, l'ultimo Concilio Vaticano aveva uno spirito riformista, poi si è tornati indietro con la politica del Vaticano che rifiuta l'uso del profilattico in paesi africani dove esiste un grave problema di AIDS, oltre alla posizione sull'aborto. Non è che stiamo tornando indietro anche in Italia? > Vallocchia - Noi abbiamo promosso una campagna che si chiama" Contro la deriva clericale che investe il nostro paese". Lei ha appena citato la legge sulla procreazione medicalmente assistita che è stato l'esempio più clamoroso di questa deriva clericale che sta investendo la politica italiana ( ma si ricordi la legge sull'assunzione dei professori di religione scelti dai vescovi e pagati dallo Stato, le sovvenzioni a pioggia a favore delle parrocchie da parte dello Stato, del Comune e delle Regioni, l'attenzione che si dà a qualunque indicazione venga da oltreTevere). Pochissimi giorni fa, dopo l'ultima sessione della CEI, il suo presidente cardinale Ruini è comparso in tutte le televisioni italiane a dire ciò che pensava sulla politica economica, sociale, quasi a dare l'indirizzo, la linea politica al governo. L'enfatizzazione che viene data alla presenza della chiesa cattolica in tutti i mass media è un'ulteriore dimostrazione che nel nostro paese ci si avvia ad una sorta di sharia cattolica, cioè un'id entificazione delle leggi e degli aspetti civili con le indicazioni di tipo religioso, cosa che noi riteniamo particolarmente grave, contro la quale, come associazione di atei per la laicità degli stati, ci battiamo da tempo cercando di raccogliere attorno a questo fenomeno una sorta di resistenza laica. Piancastelli ha perfettamente ragione quando rivendica i valori laici da riproporre. C'è un'etica laica che si è costruita nei millenni, e specialmente dopo l'Illuminismo, che va assolutamente rivalutata e riproposta, non in contrapposizione per una guerra fra laici e credenti ma per manifestare chiaramente che non sono solo le religioni detentrici di valori assoluti, ma anche in una società civile ci sono valori laici che hanno la stessa potenzialità dei valori di tipo religioso. > Piancastelli - Occuparsi di valori laici è un'operazione importantissima. Un'altra operazione importantissima sarebbe quella di spingere i nostri rappresentanti in Parlamento a non calarsi continuamente le brache davanti ad un vescovo o un cardinale, ma agire con maggiore fermezza perché molte volte la diplomazia non ripaga e questa è una cosa che si vede e si sente in tutti i programmi televisivi. Quando c'è un cardinale o un vescovo, e ci sono quasi sempre in tutti i programmi, i nostri rappresentanti sono ossequiosi... Essere laici non significa essere antireligiosi, ma semplicemente esporre le ragioni che fanno parte dei nostri valori culturali illuministici e proporre modelli di vita che servano alla vita civile che non esclude la vita interiore. Il laicismo non è contro la religiosità ma è per una nettissima separazione tra il vivere umano in senso civile e il vivere nel privato la propria interiorità e i propri valori individuali.
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