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Omaggio a Norberto Bobbio, laico raro - 3mar04
- Subject: Omaggio a Norberto Bobbio, laico raro - 3mar04
- From: "faustocarratu" <faustocarratu at atlavia.it>
- Date: Mon, 8 Mar 2004 18:38:38 +0100
Associazione "Popolo Sovrano" Omaggio a Norberto Bobbio, laico raro 1. Il Principio di Cautela ? "Grazie, Verdi", da parte degli embrioni Ricordate le polemiche dei Verdi sotto il ministero dell'Ambiente di Willer Bordon? in piena campagna elettorale 2001, le polemiche sui danni alla salute provocati dalle radiazioni elettromagnetiche emesse da una stazione radiotelevisiva vaticana? Ci fu uno scontro tra Ministero dell'Ambiente e quello della Sanità. Che fine ha fatto quella storia? Dalle indagini venne fuori che le evidenze scientifiche del danno erano poco più che zero, statisticamente pressocchè irrilevanti. Per l'atteggiamento offensivo tenuto verso scienza e scienziati da parte di Verdi e del ministro dell'Ambiente Willer Bordon, l'allora ministro della Sanità, nientemeno che Umbero Veronesi, disgustato per il dilagante demagogismo pseudoscientifico, dichiarò che avrebbe abbandonato la politica. E in effetti non si ricandidò. Per giustificare la loro furia fondamentalista i Verdi e gli anticlericali arrivarono persino a concepire un principio, il Principio di cautela. Che significa? che quando non c'è certezza della innocuità di un prodotto, di un processo, di una attività, te ne devi astenere, comunque. Insomma meglio la cautela del seppur ipotetico danno. Occorre provare la certezza dell'innocuità. Se, come è innegabile, quel principio ha un fondamento, sarebbe il caso, allora, che Verdi, e non solo, ne traessere coerenti conseguenze, perchè, a ben riflettere, quello che gli antimaterialisti o antiabortisti che dir si voglia sostengono da sempre in tema di embrioni è esattamente l'applicazione del principio di cautela. Eistono seri e ragionovoli argomenti per ipotizzare che l'embrione sia in nuce un essere umano? nessuno può negarlo. E allora, in omaggio al principio di cautela che tanto assennato pare a tutti, applichiamolo agli embrioni. Non sapendo con certezza se si tratti di persona o meno, cauteliamoci di fronte all'ipotesi più rischiosa, che l'embrione sia una persona. Ergo, benarrivati all'antiabortismo cari compagni Verdi (quelli che amano la Ragione, si intende...). 2. il papa laico e l'aborto negli anni in cui impazzavano le polemiche pro e contro la depenalizzazione dell'aborto, Norberto Bobbio concesse un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera il 6 maggio 1981, alla vigilia del referendum sull'aborto. Il «papa laico» spiegava le ragioni del suo voto contrario all'aborto: « è il classico problema nel quale ci si trova di fronte a un conflitto di diritti e di doveri. Innanzi tutto il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. E' lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena al morte. Si può parlare di depenalizzazione dell'aborto ma non si può essere indifferenti di fronte all'aborto. C'è anche il diritto della donna a non essere sacrificata nelIa cura dei figli che non vuole. E c'è un terzo diritto: quello della società. Il diritto della società in generale ed anche delle società particolari a non essere superpopolate... Ho parlato di tre diritti: il primo, quello del concepito, è fondamentale; gli altri, quello della donna e quello della società, sono derivati. Inoltre, e questo per me è il punto centrale, il diritto della donna e quello della società, che vengono di solito addotti per giustificare l'aborto, possono essere soddIsfatti senza ricorrere all'aborto, cioè evitando il concepimento. Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto soltanto lasciandolo nascere... Mi consenta di ricordare il Saggio sulla libertà di Stuart Mill..... Il diritto, secondo Stuart Mill, si deve preoccupare delle azioni che recano danno alla società: "il bene dell'individuo, sia esso fisico o morale, non è una giustificazione sufficiente........ Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l'individuo è sovrano". Adesso le femministe dicono: "il corpo è mio e lo gestisco io". Sembrerebbe una perfetta applicazIone di questo principio. Io, invece, dico che è aberrante farvi rientrare l'aborto. L'individuo è uno, singolo. Nel caso dell'aborto c'è un "altro" nel corpo della donna. Il suicida dispone della sua singola vita..... E mi stupisco ...che i laici lascino ai credentI il privilegio e l'onore di affermare che non si deve uccidere». 3 . Eugenio Montale, l'illuminismo, il senso della vita Un altro parere, della stessa epoca. "Nel nostro tempo", il Nobel Montale scrisse: "quel che avviene nel mondo cosiddetto civile a partire dalla fine dell'illuminismo è il totale disinteresse per il senso della vita. Ciò non contrasta con il darsi da fare, anzi. Si riempie il vuoto con l'inutile". Correva il 1972. 4. Ecco le ragioni della Poesia, 1976: una faccenda di brevetti rubati A b o r t o Apri la falla dentro e attorno a noi. Per dirti di libere solvenze che capovolgono la solita cautela di maneggiare vita. Forse vorresti avessero tirato te con tale arnese per farti molecola sconciata, cielo deposto rigettato in terra ? Quando saprai non essere che utente d'un brevetto non tuo creando l'altro uomo e te dio, potrai sottrarti a sete di rispetto che avverte chi comprende d'esser dinnanzi a un lembo d'universo. (il cuore della poesia? quando l'uomo imparerà a non essere solo l'utente - ancorchè abile replicatore o manipolatore - di un brevetto non suo, quando imparerà lui a "creare", ossia a produrre dal nulla altri uomini, diventando allora sì egli stesso un dio, soltanto allora potrà sottrarsi al doveroso rispetto verso l' "universo" che si cela dietro ogni "grumo" di vita. Insomma, dietro gli embrioni, si nasconde una storia di brevetti rubati....) 5. Ancora le ragioni della Sapienza, 800 a.C. Chandogya Upanishad (6,12-13): << 1. "Prendi di là un frutto". "Eccolo, o venerabile". "Spaccalo". "Eccolo spaccato, o venerabile". "Che ci vedi?". "Questi piccolissimi grani, o venerabile". "Bene, spaccane uno". "Eccolo spaccato, o venerabile". "Che ci vedi?". "Nulla, o venerabile", rispose quello. 2. Allora il padre gli disse: "Da questa essenza sottile che tu non percepisci, o caro, da questa essenza sottile nasce veramente questo grande albero." >> 6. Aborto e pena di morte tornando al grande Bobbio, sottolineiamo il geniale parallelo che suggerisce tra i due eventi simmetrici, l'impedimento all'entrata e la forzatura all'uscita, facenti capo all'unico capo del diritto, quello di permanere nell'esistente una volta entrativi. Il primo caso assicura il permanervi una volta che all'esistente ci si sia affacciati, il secondo ne assicura il permanere di fronte alle estromissioni forzate. 7. Achille e la pasticceria della inquietante discesa di Ulisse nel regno di coloro che non "sono" più, indimenticabile è la sconvolgente confessione di Achille, l'eroe imbattibile della epica di Troia. La sua ombra, vagando senza senso e tempo nell'indistinta moltitudine delle altre, arriva a confessare l'ultima cosa al mondo che ci attenderemmo di udire dalla bocca dell' "inclito" superman omerico: mille volte preferibile un giorno di vita da schiavo tra i vivi piuttosto che quella miserabile realtà di ex eroe tra i morti. Terrorizzante. Terrore giustificato,... a. C. Per chi comprenda questa disperazione omerica, il messaggio non può che essere antiabortivo, a tutti i costi, a qualsiasi costo: se un "ente" riesce per un motivo qualsiasi a mettere piede fuori dall'inesistente, dal nulla, dal regno dei non nati, della eterna attesa di nascere, se quell'ente riesce ad affacciarsi all'esistente, a questa che per noi è l'unica vita e per lui l'unica occasione dell'intera eternità, andargli a dire, "scusa, ci siamo sbagliati, tornatene indietro", sapendo che per lui non ci sarà una prossima volta, pare sconvolgente. E perchè, poi? perchè abbiamo problemi di carriera, perchè rovinerebbe la vita della ragazza, perchè i genitori hanno litigato, perchè c'è il concorso, perchè deve fare un film, perchè si smaglia la pelle, perchè ce ne sono già altri quattro, perchè non ama l'uomo con cui lo ho fatto, perchè l'uomo con cui lo ha generato le ha usato violenza ( da condannare, certo, ma "lui" che c'entra?), perchè non posso dargli una vita decorosa, perchè è stato concepito senza coscienza, senza responsabilità, senza convinzione, senza volontà, senza averlo scelto, tutte cose comprensibili quanto si vuole, ma che risultano ineziali rispetto all'enormità dell'insulto esistenziale, una miopia borghese che sfocia nel trucido. Immaginiamo che nostra madre ci avesse abortito. Che ne sarebbe stato della nostra esperienza? del nostro esistere? E se si fa fatica a capire questo trauma filosofico, ci soccorra una immagine più semp0lice: facciamo entrare un bambino che non ha mai avuto il piacere di assaggiare un dolce, in una pasticceria, e poi diciamogli di uscirne, perchè quei dolci non sono per lui, sono per qualche altro, sapendo che per lui quella sarà l'ultima ed unica occasione...."Concepire" è un atto di grande intellettualità, un gesto einsteiniano, che corre dall'energia alla materia ... Ecco perchè concepire e poi abortire appare, a chi pensa, contro natura, contro l'intelletto, contro l'umana creatività, un gesto povero e "borghese". 8. almeno, condannare l'aborto senza sanzione Bobbio suggeriva che la Società almeno condannasse l'aborto come delitto contro la vita, anche senza sanzione. Una condanna senza pena. Si potrebbe pensare ad una pena "civile", ad esempio la sospensione per alcuni anni dei diritti civili, diritto al voto, ammissione a concorsi, carriera, sussidi, agevolazioni.... Lo Stato così almeno dichiarerebbe la gravità dell'aborto, lo sancirebbe come illecito, e non solo moralmente, ma senza infierire sulle persone (padre e madre) che decidessero la soppressione dell'embrione. PS: su la Repubblica - Salute, 12 feb 04, Guglielmo Pepe, detentore della rubrica "lettere", dichiara "lei dimentica che si può essere mamme senza la necessaria presenza di noi maschi". Propongo un Nobel a questo esilarante genio della genetica... 9. tre diritti, non di pari livello Bobbio vede correttamente il problema dell'aborto nel conflitto di più diritti, quello del nascituro, quello della donna, quello della società. E risolve il problema con la considerazione che il diritto alla vita è diritto fondamentale, mentre gli altri due, della donna e della società sono secondari ("derivati"), perchè possono essere soddisfatti prevenendo il concepimento. Tutto condivisibile, anche se le giustificazioni che Bobbio pone a sostegno dei diritti derivati appaiono parziali. Quando la donna opta per l'aborto, non lo fa sempre o esclusivamente per non sacrificarsi nella cura dei figli. Fosse per questo, lo Stato potrebbe risolvere e di fatto risolve sovente - la questione mettendole a disposizione assistenze varie. Analogamente il diritto della società non può ridursi solo all'obiettivo di evitare il sovrapopolamento. Andrebbe almeno tenuto quantomeno presente il simmetrico diritto ad evitare la denatalizzazione. 10. il buco nero della legge 194 Bobbio, proprio come la legge 194, dimentica inspiegabilmente il diritto del cogenitore. Si tratta di dimenticanza gravissima ed inconcepibile sul piano della filosofia del diritto e dello Stato. Lo Stato è là dove si trovano almeno due persone, come si ricava proprio dalle opportune citazioni che Bobbio fa di Stuart Mill. E' per questo che la dimenticanza del cogenitore da parte di Bobbio e della legge 194 non solo configura una inammissibile negazione dei diritti legittimi di un altro cittadino, ma soprattutto significa azzerare con lui l'intera valenza "sociale" dell'atto generativo. La "produzione" di un individuo da parte di due cittadini fa nascere diritti e doveri da parte di entrambi. La dimenticanza di uno dei due, giustificandola con la unilaterale gestazione del "prodotto" da parte di uno solo dei due, è inammissibile. Nessun "azionista" di una "impresa" perde i suoi diritti solo perchè non partecipa alla gestione dell' "impresa" stessa. I due "cogenitori" sono gli azionisti dell'operazione. Se la donna è indiscutibilmente l'unica responsabile della gestione-gestazione, questo non può annullare i diritti dell'altro "azionista". "La fertilità - dichiara Paola Binetti, direttore del Dipartimento per l'innovazione didattica ed educativa del Campus biomedico -, è parte integrante del patto che lega l'uomo e la donna nella ...progettualità della maternità e della paternità". 11. Depenalizzare l'aborto perchè troppo diffuso? demenza giuridica... Ricordate quante frottole raccontavano per farci votare a favore della depenalizzazione dell'aborto? Fenomeno troppo diffuso, l'arricchimento delle mammane, la clandestinità, fughe all'estero..., pseudoargomenti che fecero miriadi di vittime..., mentre le ragioni dell'aborto sono molte, complicate e serie. Sentiamo Bobbio: "Il fatto che l'aborto sia diffuso è un argomento debolissimo dal punto di vista giuridico e morale. E mi stupisce che venga adottato con tanta frequenza.....Il furto d'auto, ad esempio, è diffuso, quasi impunito: ma questo legittima il furto? ...". Crediamo che la minaccia delle fughe all'estero per abortire, oppure la clandestinità in patria, o le mammane, o altre pratiche rientrino tra questi argomenti privi di dignità giuridica. Un esempio? A Montecarlo non si pagano tasse. Per questo forse qualcuno trova legittimo non farle pagare neppure in Italia per evitare fughe all'estero? Ci sono flussi migratori, di persone, ma ancor più di capitali. E' forse ragione sufficiente perchè si depenalizzi il reato di evasione...? Decidiamo democraticamente, per favore, smettiamo di farci abbindolare dai contafrottole... 12. Suicidio, droga, aborto, divorzio, eutanasia, fecondazione assistita: tutti problemi uguali? Nonostante la confusione dilagante e persistente, per cui vengono da maldestri improvvisatori richiamati come casi di estrinsecazione della libertà di scelta individuale, tutti questi problemi non sono affatto identici sul piano della filosofia del diritto. Purtroppo la cultura del diritto di questo paese è quella che è....Berlusconi non è un caso... Alla luce della definizione di "area personale" individuata da Stuart Mill ("Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l'individuo è sovrano") e da Bobbio richiamata (" Il diritto, secondo Stuart Mill, si deve preoccupare delle azioni che recano danno alla società"), il suicidio e l'assunzione di droga costituiscono casi in cui la scelta dell'individuo nasce da lui e su di lui si chiude. I cittadini coinvolti si riducono a uno. Lo Stato non c'entra. Suicidio e assunzione di droga sono da depenalizzare. Siamo nell'area della piena libertà di scelta individuale. Quando però si passa al caso del divorzio, si cambia: la stesura e la modifica di un contratto sottoscritto tra due adulti, ricade sui due adulti. Lo Stato ha diritto di intervento. Si limiterà ad esigere il rispetto dei termini del contratto e la tutela degli interessi fondamentali dei figli, ma ha diritto di intervento. Lo Stato lascia che i due decidano consensualmente ed in un rapporto paritario. Quando invece si affronta il tema dell'aborto le persone coinvolte passano da due a tre. La legge attuale, ignorante di diritto, li riduce addirittura ad uno.... Lo Stato deve intervenire a regolare rapporti e tutelare interessi, massimamente quelli della parte debole. L'eutanasia, come erogazione di morte forzata assistita, si differenzia dal suicidio proprio perchè implica assistenza. A causa di questa, non si esaurisce su un solo individuo, in quanto presume il coinvolgimento di medici, del sistema sanitario, dello Stato. Se lo Stato è chiamato ad assistere, acquista il diritto di intervenire e regolamentare. Si impone la domanda: lo Stato può prestarsi ad erogare morte? può permettersi di mettere a disposizione di questa volontà la classe di professionisti, i medici, che per funzione fondamentale sono sempre stati vincolati all'obbligo di dare vita e salute? Ci si rende conto che stravolgimento della medicina comporta l'attribuzione ai medici del ruolo di tanatofori? Chi distinguerà più l'errore medico dall'assecondamento di una volontà suicida? Si toccano problemi giuridici sconvolgenti... E sulla fecondazione artificiale, tema articolato e complesso? Qui ci occupiamo solo della produzione in esubero di embrioni condannati alla distruzione. Siamo di nuovo al caso dell'aborto. Se interviene attraverso il Sistema sanitario o anche attraverso i medici iscritti all'Albo, lo Stato deve svolgere la sua funzione di regolamentazione. Tirare in ballo la libera scelta, quando si chiede la prestazione ad altri cittadini, è una svista giuridica colossale. Qualcuno cominci a spiegarlo al popolo dei digiuni del diritto, magari cominciando da Concita De Gregorio... Fausto Carratu'
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