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IRAN: attivisti studenteschi e manifestanti devono essere trattati secondo gli standard internazionali sui diritti umani, chie
- Subject: IRAN: attivisti studenteschi e manifestanti devono essere trattati secondo gli standard internazionali sui diritti umani, chie
- From: "Ufficio Stampa Amnesty " <press at amnesty.it>
- Date: Mon, 14 Jul 2003 19:29:04 +0200
Gent.mi tutti, vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di Amnesty International: IRAN: attivisti studenteschi e manifestanti devono essere trattati secondo gli standard internazionali sui diritti umani, chiede Amnesty International Grazie per la cortese attenzione Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International Ufficio Stampa Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPO REDATTORE ESTERI COMUNICATO STAMPA CS102- 2003 IRAN: ATTIVISTI STUDENTESCHI E MANIFESTANTI DEVONO ESSERE TRATTATI SECONDO GLI STANDARD INTERNAZIONALI SUI DIRITTI UMANI, CHIEDE AMNESTY INTERNATIONAL Amnesty International è preoccupata per gli arresti, avvenuti nei giorni scorsi, dei leader studenteschi Reza Ameri Nassab, Alì Moghtadari e Arash Hashemi, presi di mira unicamente per l'espressione pacifica delle loro opinioni politiche. Tutti e tre sono stati arrestati dopo aver preso parte ad una conferenza stampa pubblica tenutasi presso gli uffici di Daftar-e Tahkim-e Vahdat (Ufficio per il consolidamento dell'unità o OCU) in occasione dell'anniversario delle manifestazioni studentesche del 18 Tir (9 luglio 1999), nel corso della quale avevano criticato le restrizioni alla libertà di espressione e associazione in Iran. Sono stati spinti a terra, fatti salire su tre diversi veicoli e portati verso una destinazione sconosciuta. Si è appreso che Alì Moghtadari è stato poi rilasciato la sera stessa. Tali arresti s'inseriscono nel quadro delle violazioni dei diritti umani relative alle proteste e le manifestazioni studentesche successive alle dimostrazioni del 18 Tir. Dall'11 giugno sono stati arrestati 4000 manifestanti, circa 2000 dei quali restano detenuti senza accusa né processo. Ad almeno 65 persone è stato detto di essere state incriminate, sebbene le accuse non siano state rese pubbliche. Molti di questi detenuti sembrano essere stati presi di mira per aver manifestato pacificamente. Amnesty International li considera prigionieri di coscienza e chiede il loro immediato e incondizionato rilascio. L'organizzazione chiede inoltre che ogni persona arrestata per un crimine riconoscibile abbia diritto ad un processo equo. Le autorità devono adottare tutte le misure necessarie per assicurare che gli attivisti studenteschi e i manifestanti pacifici siano trattati secondo gli standard internazionali sui diritti umani. Ulteriori informazioni A seguito delle manifestazioni studentesche del luglio 1999 a Teheran, Ahmad Batebi, Abbas Deldar, Javid Tehrani, Mehrdad Lohrasebi, Akbar e Manuchehr Mohammadi e altri studenti dimostranti sono stati arrestati arbitrariamente. Decine di essi hanno subìto tortura e maltrattamenti in detenzione incommunicado e, come il leader studentesco Alì Afshari, sono stati incarcerati al termine di un processo palesemente iniquo. Nei giorni scorsi, Ahmad Batebi e Manuchehr Mohammadi sono stati rilasciati dalla prigione di Evin e trasferiti in località ignota. L'11 giugno circa 80 studenti, alloggiati presso le residenze studentesche nell'area di Amir Abad a Teheran, hanno manifestato pacificamente contro le proposte relative alla privatizzazione delle università iraniane, temendo per il conseguente aumento delle tasse scolastiche. Ad essi si sono aggiunti dei residenti locali e la manifestazione, secondo quanto riferito, si è ingrandita divenendo sempre più politicizzata. Gruppi organizzati in borghese, i lebas shakhsi-ha (noti in Iran come i poliziotti in borghese), hanno cominciato ad attaccare i manifestanti e la polizia è intervenuta per porre fine agli scontri. Con l'intensificarsi delle proteste per tutta la notte, sono state dispiegate unità delle Forze Speciali (Nirou-ye Vijeh) al fine di disperdere i manifestanti. Tuttavia, secondo quanto riferito, le Forze Speciali hanno permesso che alcuni lebas shakhsi-ha attaccassero i dimostranti pacifici e che in alcuni casi si facesse ricorso un uso eccessivo della forza per porre fine alle proteste. Amnesty International ha ripetutamente chiesto alle autorità di occuparsi delle violazioni dei diritti umani compiute nei confronti dei manifestanti, ma non ha ancora ricevuto alcuna risposta. FINE DEL COMUNICATO Roma, 14 luglio 2003 Per ulteriori informazioni è possibile consultare: - la dichiarazione pubblica del 14 luglio 1999 Iran: le autorità devono garantire i diritti fondamentali (AI INDEX: MDE 13/18/99; News Service: 134/99): http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE130181999?open&of=ENG-IRN - l'appello di Amnesty International in favore di Ahmad Batebi: http://web.amnesty.org/web/content.nsf/pages/gbr_iran - il rapporto Iran: un sistema legale che fallisce nella protezione della libertà di espressione e associazione (AI Index MDE 13/045/2001): - http://web.amnesty.org/web/content.nsf/pages/gbr_iran_freedom Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - 348 6974361, e-mail: press at amnesty.it
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