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I: i valori dell'Occidente
- Subject: I: i valori dell'Occidente
- From: "Associazione Partenia" <partenia at libero.it>
- Date: Mon, 21 Apr 2003 11:03:57 +0200
| FARSI UN NEMICO scrive Niklas Luhman in 
Stato di diritto e sistema sociale: "Tutto potrebbe essere diverso, ma 
quasi nulla io posso modificare" di Umberto 
Galimberti Dopo il crollo delle due torri di Manhattan 
l'Occidente ha improvvisamente riscoperto i suoi valori. Li ha riconosciuti 
nella libertà e nella democrazia che ha faticosamente guadagnato nel corso della 
sua storia e, compatto, si è disposto a combattere il terrorismo islamico, il 
fondamentalismo e il fanatismo, individuati come minaccia per il futuro della 
propria civiltà. Solo un anno dopo abbiamo scoperto che 
la libertà individuale è fondamentalmente solo quella di produrre e 
consumare, e che la democrazia può essere sospesa se le idee e i 
sentimenti che attraversano l'opinione pubblica confliggono con gli 
interessi di quelle dieci persone che si fanno interpreti della 
storia. Viene allora da pensare che i valori in cui 
si riconosce l'Occidente, la libertà individuale e la democrazia, sono solo dei 
"derivati" di altri valori ben più fondanti che sono la 
ricchezza economica e la potenza tecnica. Se questi crollano anche la 
libertà e democrazia vanno alla deriva, come noi europei abbiamo visto negli 
anni tenebrosi dell'esperienza nazista. A questo punto dobbiamo incominciare a 
pensare non tanto a come individuare il nemico che, fuori dall'Occidente, ci 
minaccia, quanto a quel nesso che rende la nostra libertà e la nostra 
democrazia "dipendenti" dal benessere economico, la cui 
crescita, che sembra debba essere senza limiti, non importa a spese di chi, 
genera inevitabilmente il nemico. E come si fa a combattere il nemico generato 
dalle stesse pratiche economiche che sono a fondamento della nostra libertà e 
della nostra democrazia, ossia dei valori in cui l'Occidente si riconosce? Qui 
il circolo vizioso si fa stringente, ma anche tragico, perchè là dove il nemico 
è generato da noi, la contrapposizione amico/nemico, su cui finora ha marciato 
la storia è azzerata, e riprendere questo schema nella lotta al terrorismo vuol 
dire non aver capito  che le pratiche economiche che consentono a 
noi libertà e democrazia, sono le stesse che altrove generano, quando 
non la fame, la malattia e la 
morte, senz'altro schiavitù e 
ribellione. Qui dobbiamo cominciare a pensare. A pensare 
se davvero può reggere un sistema dove 800 milioni di occidentali 
dispongono dell'83 per cento del reddito mondiale, mentre l'82 per 
cento della popolazione mondiale, più o meno 5 miliardi di persone, si 
spartisce il restante 17 per cento. Se davvero non crea nessun problema 
il fatto che l'Occidente consuma il 70 per cento di energia, il 75 per cento del 
metallo, l'85 per cento del legno, se non è un po' sproporzionato che le 10 
persone più facoltose del mondo possiedono patrimoni che equivalgono una volta e 
mezzo il reddito dei 48 Paesi meno fortunati del mondo? Dopo che si è "pensato", che cosa si può 
"fare"? Praticamente niente, perchè i valori della libertà e della democrazia 
non sono il fondamento dell'Occidente, ma dipendono dal suo benessere economico, 
che, quando si vede messo a rsichio, non esita a sospendere libertà e 
democrazia. Questa è la nostra vera storia che val la 
pena di spogliare dai nobili paludamenti con cui siamo soliti 
rivestirla. (da  "D" di La Repubblica del 
19/4/2003) Quasi nulla di esterno a me io posso 
modificare. Ma posso cambiare e trasformare me stesso, l'unico lavoro degno di 
intelligenza e sensibilità. Solo cambiando se stessi si può cambiare il mondo, 
diceva un saggio di nome Krisnhamurti . C'è però il fatto che "lavorare" su 
se stessi richiede moltissimo coraggio e desiderio di approdo verso quella 
autenticità e centralità che solo ci rende umani. Ma i più sentenziano 
dell'inutilità di tale scelta e preferiscono essere come la volpe di fronte 
all'uva, andandosi ad attivare all'esterno di se stessi dove, come è stato 
detto da Luhman, "quasi nulla io posso modificare".   
 Prima di fare conviene pensare, come 
dice giustamente Galimberti, almeno pensare perchè c'è tanto desiderio di fuga 
da se stessi Associazione Partenia http://utenti.tripod.it/partenia . | 
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