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Rapporto di Amnesty International sull'Afghanistan: l'azione della polizia per proteggere i diritti umani
- Subject: Rapporto di Amnesty International sull'Afghanistan: l'azione della polizia per proteggere i diritti umani
- From: "Ufficio Stampa Amnesty " <press at amnesty.it>
- Date: Wed, 12 Mar 2003 18:32:23 +0100
Gent.mi tutti, vi trasmettiamo il comunicato stampa odierno della Sezione Italiana di Amnesty International: Rapporto di Amnesty International sull'Afghanistan: l'azione della polizia per proteggere i diritti umani Grazie per la cortese attenzione Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa Amnesty International Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 E-mail: press at amnesty.it COMUNICATO STAMPA CS30-2003 RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL'AFGHANISTAN: L'AZIONE DELLA POLIZIA PER PROTEGGERE I DIRITTI UMANI Amnesty International ha presentato oggi a Kabul un nuovo rapporto dal titolo "La ricostruzione delle forze di polizia è essenziale per la difesa dei diritti umani". Dopo oltre due decenni di conflitto armato, durante i quali i diritti umani sono stati sistematicamente violati, l'Afghanistan necessita di un sistema giudiziario funzionante ed efficiente che protegga e promuova i diritti umani e di forze di polizia a disposizione della comunità che costituiscano parte integrante di tale sistema. Le forze di polizia, il sistema carcerario e i tribunali dell'Afghanistan, quasi completamente distrutti dal conflitto, oggi non offrono di fatto alcuna protezione alla popolazione del paese. Non solo la polizia è incapace di garantire la difesa dei diritti umani in Afghanistan, ma alcuni suoi membri sono direttamente coinvolti nelle violazioni dei diritti umani, tra cui torture e maltrattamenti durante la custodia o il ricorso a percosse e alla somministrazione di corrente elettrica nel corso degli interrogatori. I molteplici problemi che riguardano la polizia non consentono agli agenti di svolgere il proprio compito in modo rispettoso dei diritti umani. I salari non vengono pagati e le stazioni di polizia di ogni parte del paese sono prive anche del materiale di base come carta e penne. La mancanza di una formazione sufficiente, anche su come proteggere i diritti umani, è un ostacolo enorme allo sviluppo di un servizio di polizia funzionante, mentre la completa assenza di strutture per l'amministrazione della giustizia permette a chi viola i diritti umani di continuare a commettere abusi senza affrontare la giustizia. "Per interrompere il ciclo dell'impunità che dura ormai da più di venti anni è necessario che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano chiamati a risponderne" - ha affermato Amnesty International, che ha chiesto alla comunità internazionale di aumentare il sostegno per la ricostruzione delle forze di polizia, essenziale per i diritti umani. "La ricostruzione di una forza di polizia professionale che rafforzi il ruolo della legge in tutto il paese, è un problema urgente che le autorità afgane devono risolvere in maniera prioritaria. Ma non possono farlo da sole. La comunità internazionale deve provvedere ai finanziamenti necessari al supporto tecnico e impegnarsi per un lungo periodo nella ricostruzione" - ha sottolineato l'organizzazione per i diritti umani. "La sfiducia nei confronti della polizia è assai diffusa nella popolazione e se i problemi evidenziati nel nostro rapporto non verranno affrontati immediatamente, la situazione si aggraverà." Ulteriori informazioni Alla Conferenza internazionale sull'assistenza per la ricostruzione dell'Afghanistan, svoltasi a Tokyo nel gennaio 2002, la Germania accettò, su richiesta dell'Amministrazione provvisoria afgana, di guidare l'assistenza alla ricostruzione delle forze di polizia del paese. Il Progetto tedesco per il sostegno alla polizia in Afghanistan ha fornito supporto tecnico e finanziario e consulenza alle azioni di polizia dell'Amministrazione provvisoria afgana. Il Progetto ha anche previsto la ricostruzione dell'Accademia di Polizia a Kabul per addestrare 1500 agenti di polizia. Anche altri donatori, tra cui gli Stati Uniti, si sono concentrati sull'addestramento, tralasciando però molte altre aree essenziali, come l'importante costituzione di meccanismi di responsabilità e meccanismi di supervisione civile. In Afghanistan vi sono oltre 50.000 poliziotti, ma essi non si comportano come un corpo unitario di polizia. Molti sono ex Mujahideen, che hanno una grande esperienza militare ma poca o nessuna formazione professionale di polizia. La loro lealtà è diretta ai potenti comandanti regionali, con i quali hanno combattuto contro i Talebani. Questi comandanti sono stati in grado di mantenere il controllo delle province, riempiendo il vuoto lasciato dalla partenza dei Talebani, mentre il governo ha assunto l'effettivo controllo su Kabul. Molti di questi Mujahideen hanno preso parte al conflitto armato per la maggior parte della loro vita e sono abituati ad agire nell'impunità. Anche se in tutto il paese vi sono agenti di polizia altamente impegnati, essi sono in minoranza e la loro presenza è insufficiente per fronteggiare l'opprimente mole di problemi che ritardano la necessaria riforma e professionalizzazione della polizia. FINE DEL COMUNICATO Roma, 12 marzo 2003 E' anche disponibile il testo della lettera inviata dalla segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, al presidente degli USA, G. W. Bush, sul trattamento delle persone tenute in custodia dagli USA in connessione con la "guerra al terrorismo". Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International - Ufficio stampa Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it
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