Appello del CII: Contro la legge Bossi-Fini! Rilanciamo la lotta per i diritti!



Vi inviamo l'appello definito nel Incontro nazionale del Comitato Immigrati
in Italia svoltosi a Brescia il 26 gennaio del 2003 con la partecipazioni
attivisti/e immigrati/e provenienti da dieci città italiane.

CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI
RILANCIAMO LA LOTTA PER I DIRITTI

Il Comitato Immigrati in Italia - una rete di associazioni, collettivi e
singoli attivisti immigrati che si sta costruendo in tutto il paese -
intende richiamare l'attenzione di tutti sulle drammatiche conseguenze
dell'applicazione della legge "Bossi-Fini", a quattro mesi dalla sua
entrata in vigore.
Come abbiamo denunciato sin da subito, questa legge è razzista, xenofoba e
disumana, introduce elementi di segregazione per gli immigrati, considerati
servi in condizione di nuova schiavitù, sancendo una differenza
inequivocabile e una diversità di trattamento tra lavoratori immigrati e
lavoratori autoctoni.
Con l'introduzione del "contratto di soggiorno" - che vincola il diritto al
soggiorno in Italia alla continuità del rapporto di lavoro - condanna i
lavoratori immigrati a soggiacere alla volontà dei datori di lavoro che
ritornano ad essere di nuovo i "PADRONI".
La restrizione del diritto al ricongiungimento familiare e l'impossibilità
di accedere legalmente in Italia nega il diritto alla libera circolazione e
ci condanna a sottostare alla prassi di mercanteggiamento esistente nei
nostri paesi per cercare lavoro all'interno delle quote previste
annualmente nei flussi stabiliti dal governo italiano.
La criminalizzazione degli immigrati privi di permesso di soggiorno, la
moltiplicazione dei centri di detenzione (CPT) confermano la natura
disumana di questa legge.
Noi immigrati siamo considerati solo come "risorsa produttiva", come
fossimo una materia prima inerte, senza umanità, quindi senza diritti e a
cui si può negare la dignità, siamo presentati all'opinione pubblica come
individui potenzialmente pericolosi. Ciò riguarda tutti gli immigrati
presenti in Italia, che siano qui da sei mesi o da dieci anni.
D'altra parte, anche la cosiddetta "sanatoria" che ha consegnato ai datori
di lavoro il potere decisionale sulla regolarizzazione dei lavoratori
immigrati (in realtà è stata un condono a vantaggio dei datori di lavoro)
si sta dimostrando fonte di ingiustizie, sofferenze e incertezze per gli
immigrati e richiede mobilitazioni di protesta immediate.
Migliaia di immigrati ne sono rimasti esclusi, non per la propria volontà
di rimanere "clandestini", ma perché i padroni preferiscono continuare a
sfruttarli in nero; molti altri sono stati truffati e rischiano di vedersi
negare il permesso; la maggior parte ha dovuto pagare i contributi di tasca
propria e continua a farlo, vedendosi addirittura dimezzato lo stipendio.
Non ci è riconosciuta, in un mercato del lavoro incerto, la possibilità di
cambiare liberamente lavoro, in attesa della regolarizzazione.
Inoltre, chi ha presentato domanda di regolarizzazione non sa quando sarà
esaminata la richiesta per l'inefficienza del sistema approntato dal
governo, che prevede due o tre anni di attesa. Nel frattempo, i lavoratori
immigrati non possono uscire temporaneamente dall'Italia, trovandosi
sequestrati entro i suoi confini.
Per questi motivi la nostra opposizione alla Bossi-Fini è totale e
continueremo a batterci fino alla sua abolizione, e insisteremo perché
quella parte della società civile - che crede nella necessità di difendere
la società italiana dall'imbarbarimento che la legge Bossi-Fini vuole
istaurare - sia insieme a noi.
Le confederazioni Cgil-Cisl-Uil hanno indetto una campagna su questi temi
dal 3 al 14 febbraio, la Cgil sta preparando una manifestazione nazionale a
Milano sui diritti del lavoro e di cittadinanza per il 15 marzo, altre
iniziative sono in cantiere. Ci auguriamo di essere coinvolti in tutte
queste iniziative e di poter dare il nostro contributo affinché possano
avere successo e risultati concreti per le centinaia di migliaia di persone
gettate nell'incertezza o nella disperazione.

Il Comitato Immigrati in Italia vuole sintetizzare una serie di obiettivi
immediati che riteniamo debbano essere presenti tra le finalità di queste
iniziative:

·	La riapertura dei termini per la regolarizzazione; gli immigrati
rimasti fuori dalla "sanatoria" a causa dei datori di lavoro che non hanno
voluto assumerli o che li hanno licenziati debbono poter regolarizzare la
propria situazione; chiediamo inoltre l'adozione di un provvedimento che
indichi un percorso di regolarizzazione per chi svolge attività di lavoro
autonomo.

·	Rendere nettamente più celeri le procedure di regolarizzazione,
chiediamo che siano seguiti criteri non discriminatori a seconda delle
tipologie di occupazione, e che sia assunto il personale necessario all'
espletamento delle pratiche.

·	Riconoscere la ricevuta di richiesta di regolarizzazione come
documento valido per l'espatrio temporaneo; infatti attualmente molti
immigrati si vedono nella necessità di recarsi nei propri paesi
temporaneamente ma rischiano di non essere regolarizzati se lasciano
l'Italia perché impossibilitati a rientrare.
·	Consentire ai lavoratori immigrati in attesa di regolarizzazione di
cambiare lavoro. Si sono verificati rifiuti dei datori di lavoro di
proseguire la regolarizzazione, alcuni lavoratori sono stati licenziati e
altri vorrebbero cambiare lavoro perché ne hanno trovato uno migliore,
pertanto chiediamo che i nuovi datori di lavoro possano subentrare nella
procedura di regolarizzazione.

·	Che si faccia chiarezza in merito al pagamento dei contributi
previdenziali ed allo svolgimento del rapporto di lavoro durante la
definizione delle domande di regolarizzazione, in coordinamento con le
amministrazioni interessate (INPS, Ispettorato del lavoro, INAIL);
·	Il rilascio di un permesso di soggiorno di 6 mesi per ricerca di
lavoro a tutti gli immigrati che sono stati truffati, ricattati o derubati
in ogni modo;
·	Che siano immediatamente fermate le vessazioni nei confronti dei
cittadini stranieri in attesa di regolarizzazione: lo stesso testo di legge
stabilisce che non possono essere espulsi, ma siamo a conoscenza di
numerosissimi casi in cui le autorità di polizia non tengono conto di tale
disposizione, chiediamo che venga posto fine al clima di repressione e
d'intimidazione nei confronti di tutti i lavoratori stranieri, in
particolare di quelli che svolgono lavoro autonomo.
·	Il rilascio del permesso di soggiorno ai richiedenti asilo,
chiediamo che sia rilasciato al momento di presentazione della domanda e
che sia riconosciuto il sostegno economico e sociale come previsto dalla
convenzione di Ginevra, che si eviti il loro incarceramento nei CPT e il
loro rimpatrio perché per molti significa, nel loro paese, immediatamente
il carcere e il rischio della vita.


Batterci oggi con determinazione per questi obiettivi legati all'emergenza
creata dalla Bossi-Fini, ma ancora di più determinati da tutta una
"politica dell'immigrazione", applicata in questi anni dai diversi governi
che si sono succeduti e che è stata contrassegnata più dall'azione
repressiva in nome della sicurezza e della tutela dell'ordine pubblico,
dimenticando i valori umani dell'accoglienza e del rispetto delle persone,
non significa dimenticare gli effetti devastanti della Bossi-Fini sul
medio-lungo periodo.
La certezza della crescente ingiustizia, dell'estensione della
clandestinità, dell'aggravarsi della discriminazione ai danni degli
immigrati, ci porta a prevedere rischio concreto del moltiplicarsi delle
lacerazioni e l'approfondirsi delle divisioni tra i cittadini che vivono in
questo paese, con conseguenze deleterie per l'insieme della società.
Quindi, contrastare oggi la Bossi-Fini significa per noi preparare il suo
superamento, opporsi alle clamorose ingiustizie che provoca. Significa
battersi per l'affermazione dei diritti umani e sociali degli immigrati e
delle loro famiglie (dalla casa alla salute, dall'istruzione alla
previdenza) così come di quelli civili e politici. Significa continuare la
battaglia di civiltà per la chiusura dei Centri di detenzione temporanea
(CPT) dove sono privati della libertà cittadini che non hanno commesso
alcun reato e che altro non sono che dei campi lager.
Oltre a questi aspetti, riteniamo meriti una speciale attenzione la
situazione della popolazione rom. Recentemente anche la Commissione Europea
contro il Razzismo e l'Intolleranza ha sottolineato la gravità dei problemi
di discriminazione e di xenofobia che anche in Italia colpiscono una delle
più antiche minoranze presenti in Europa. Noi siamo al fianco del popolo
rom e chiediamo ne siano rispettati la cultura, la lingua e la vita, e sia
garantito l'accesso al lavoro, all'istruzione, all'abitazione, alla salute,
battendo i pregiudizi e bloccando ogni forma di persecuzione.
Il nostro appello si rivolge quindi alle organizzazioni sindacali ma anche
all'associazionismo alle reti antirazziste, ai movimenti, a tutte le forze
sane e democratiche di questo paese affinché siano a fianco a noi nelle
iniziative che porteremo avanti. La posta in gioco è molto importante, non
chiediamo di batterci solo per la dignità e i diritti di noi immigrati, ma
per il futuro di questo paese, per il mondo nuovo e possibile che siamo
chiamati a costruire insieme con tutti i cittadini, i lavoratori, gli
anziani, i bambini di questo paese e del mondo.



COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA

comitatoimmigrati at libero.it

Aderiscono al Comitato Immigrati in Italia:
Coordinamento dei Migranti di Caserta; Coordinamento antirazzista Cesar K
(Verona); Gruppo migranti del movimento di lotta per la casa (Firenze);
Assoc. Interculturale Todo Cambia (Milano); Associazione Multietnica 2001
(Milano); Forum Sociale di Correggio; Immigrati in movimento (Napoli);
Comunità Burkina Faso ARBI (Napoli); Comunità Bangladesh (Roma); Comunità
Pakistan (Roma); Associazione Latinoamericana El Condor (Roma); Unione dei
lavoratori Sri lankesi in Italia - Comunità Sri Lanka- (Roma); Associazione
indiana; Org. Dhuumcatu (Roma); Associazione Sunugal (Roma); UAWA (Roma);
Comunità Moldava (Roma); Associazione dei Rom-Macedoni - SUTKA (Roma);
Associazione di Albanesi - Illiria (Roma); Associazione Filippina (Roma);
Associazione Ital-Bangla e Sviluppo (Roma); Associazione Culturale
Euro-Asia (Roma); Associazione Inca Perú - Comunità Peruviana (Roma);
Associazione Cittadini del mondo(Roma); Associazioni PHILOXENIA ONLUS
(Roma);
Forum Associazioni immigrati (Brescia): Ass. Cultura del Bangladesh -
Comunità del Bangladesh, Comunità della Tunisia, Comunità del Burkinafasso,
Som-Italia - Comunità Somala, Ass. Nigeria Comunity, Ass Wellfair Society -
Comunità Pakistan, Ass. Le aquile - Comunità Albanese, Comunità Cinese,
Ass. Costa D'avorio, Ass. Scambi Internazionali - Comunità Pakistan,
Associazione Evangelica - Comunità Ghanese, JVP Sri Lanka - Comunità Sri
Lanka, Comunità Argentina, A.B.I. Benin - Comunità Benin, Ass. Lavoratori
Senegalesi - Comunità Senegalese, Ass. West Africa - Comunità Ghana
Nigeria, Comunità Egiziana, Ass. Mali - Comunità del Mali, Camerun -
Comunità Camerun, Al Wafa Marocco - Comunità Marocco, Essalam - Comunità
Marocco, Mohagir - Comunità Marocco, Comunità Brasile, Immigrati
Franciacorta - Comunità Senegal, Comunità Giordana, Comunità Perú;
Coordinamento immigrati CGIL (Brescia); Associazione Latinoamericana di
Cremona; Said Boutaga (Cremona); Circolo Arci Primo Passo (Grosseto e
Follonica); Comunità Senegalese di Grosseto; Rete antirazzista di Venezia;
Associazione Latinoamericana (Parma); Associazione peruviana (Parma);
Coordinamento Immigrati CGIL (Parma); Associazione Perchè no (Parma)