Milano, anno giudiziario: iniziativa per le carceri



vi trasmettiamo il testo dell'iniziativa che abbiamo proposto per domani,
in occasione dell'anno giudiziario con le prime adesioni. Alcuni dei
firmatari saranno presenti dentro il palazzo di giustizia di Milano (la
cerimonia inizia alle ore 9,30 in Aula Magna, ma probabilmente chiuderanno
le porte prima), con un distintivo sulla giacca con la scritta "articolo
27". Chiunque voglia partecipare può fare lo stesso.
un saluto

Sergio Segio
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Inauguriamo una nuova stagione: restituire legalità, dignità e diritti al
sistema penitenziario

Sabato saremo presenti all'inaugurazione dell'anno giudiziario, davanti al
Palazzo di Giustizia di Milano.

Terremo in mano una copia della Costituzione italiana, sottolineandone il
dimenticato articolo 27.

Assieme, avremo copia:

- del "nuovo" Regolamento penitenziario, entrato in vigore il 6 settembre
2000 e sostanzialmente inattuato

- della legge che consente la scarcerazione delle detenute madri e dei
bambini in carcere, in vigore dal marzo 2001 e sostanzialmente inattuata

- della legge cd. "Smuraglia" per favorire il lavoro per i detenuti,
approvata nel giugno 2000 e che non è stata rifinanziata dalla Legge
Finanziaria 2003

- della legge cd. "Simeone-Saraceni", che consente la sospensione della
pena, approvata nel 1998 e sostanzialmente non applicata a coloro che si
trovano in carcere

- della legge che consente la scarcerazione degli ammalati di AIDS e di
altre gravi patologie, approvata nel 1999 e sostanzialmente inapplicata,
come dimostrano i numerosi casi di morte dietro le sbarre (da ultimo quello
di Claudio Menna, il 13 gennaio nel carcere di Rebibbia)

- delle legge che, in esecuzione della complessiva riforma sanitaria del
1998, dovrebbe garantire il passaggio delle competenze al servizio
sanitario nazionale e una maggiore tutela della salute in carcere e, di
proroga in proroga, sembra ormai accantonata; nel compenso i fondi per la
sanità in carcere sono stati decurtati del 20% nell'ultima Finanziaria, che
si aggiunge al taglio del 40% negli anni precedenti;

- della stessa legge cd. "Gozzini", che consente anche l'accesso alle
misure alternative, approvata nel 1986 e progressivamente svuotata e resa
inerte

Insomma, terremo in mano copia delle tante e troppe leggi che dovrebbero
garantire pene giuste e carceri civili e sono rimaste sulla carta.

Una carta costata anni di fatiche, di lotte, di lavori parlamentari, di
sensibilizzazione culturale, di mobilitazione sociale, di dibattito sui
giornali e tra la pubblica opinione.

I diritti dei detenuti sono rimasti scritti solo sulla carta. Una carta
straccia.

In compenso, la mancanza e negazione di quei diritti è scritta sulla loro
pelle. Martoriata dalla disperazione dell'autolesionismo, dei suicidi,
delle malattie non curate, delle morti evitabili.

Il sistema penitenziario oggi è illegale: non rispetta le leggi approvate
dal parlamento, rese inapplicabili dalla mancanza di risorse e strutture,
dall'eccesso di discrezionalità e talvolta, come nel caso del nuovo
Regolamento, dalla dichiarata avversione dello stesso ministro di Giustizia.

Agli stessi operatori penitenziari è impedito di svolgere con dignità e
diritto il proprio lavoro. Perché anche loro sono vittime
dell'inadempienza, delle risorse non stanziate, delle piante organiche non
attuate, delle promesse non mantenute. Basti al riguardo la cifra più
scandalosa: vi sono in servizio 588 educatori sui 1.376 previsti dalla
pianta organica. Lo stesso vale per gli assistenti sociali, gli psicologi,
il personale amministrativo, quello infermieristico, gli agenti.

Sabato, all'inaugurazione dell'anno giudiziario, coglieremo l'occasione per
ricordare tutto ciò alle autorità, alle figure istituzionali e agli
esponenti politici presenti alla cerimonia. Per chiedere loro, con rispetto
ma anche con fermezza, che si smettano il gioco dei rimandi, delle
dilazioni, delle vuote contrapposizioni, dei pastrocchi giuridici e degli
"indultini". Per chiedere che ogni parlamentare si assuma, in coscienza e
libertà, la responsabilità di dire sì oppure no alle sollecitazioni del
Papa e del Presidente Ciampi. Di dire sì oppure no a un carcere più umano e
meno affollato.

Di dire sì oppure no all'indulto. Un indulto senza diminutivi, senza
esclusioni e senza trucchi. Un indulto che sia premessa e precondizione di
un percorso più ampio e più lungo, per riformare il sistema penale e
penitenziario, nel segno di maggiore efficienza e di una giustizia più
giusta.

Ma sabato saremo lì anche per dire che troppo spesso la legge è dura e
inflessibile per i poveri e gli esclusi, ma elastica e distratta per i più
forti e potenti.

Per questo, l'indulto non ci basta. Altro che diminutivi. L'indulto, pieno
e vero, va accompagnato da misure concrete, da un piccolo "piano Marshall"
per sostenere il reinserimento sociale e lavorativo di quanti escono dal
carcere, nonché migliori condizioni di vita per quanti non possono uscirne
e migliori condizioni di lavoro per tutti gli operatori. Questa è la vera
garanzia di sicurezza per la collettività e di prevenzione della recidiva.
Questo è il dettato dell'articolo 27 della Costituzione. Un articolo troppo
spesso dimenticato e anch'esso sostanzialmente inattuato.

C'è un prima e un dopo l'auspicato indulto su cui vogliamo egualmente
richiamare l'attenzione. Su questo prima e dopo, sulle leggi già esistenti
da applicare e su un nuovo pacchetto di misure concrete (condizioni di vita
e di lavoro all'interno, formazione, salute, organici, difensore civico,
misure alternative, affettività) nelle prossime settimane elaboreremo
precise proposte su cui rinnovare alleanze e iniziative comuni tra
associazioni, volontariato, cooperazione sociale, operatori penitenziari e
sindacati.

 Stefano Anastasia (Associazione Antigone)

Don Luigi Ciotti (Libera e Gruppo Abele)

Sergio Cusani (Associazione Liberi)

Livio Ferrari (Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia)

Corrado Mandreoli (Ufficio politiche sociali Camera del Lavoro di Milano)

Giorgio Roversi (coord. dip.welfare e nuovi diritti CGIL Lombardia)

Sergio Segio (Gruppo Abele)



Associazione Antigone

Associazione Liberi

CGIL - Funzione Pubblica Penitenziari (Fabrizio Rossetti)

Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia

Gruppo Abele

Legacoop - Comparto coop sociali ANCST (Costanza Fanelli)

SEAC nazionale

A77 - cooperativa sociale Milano (Rossella Avigni)

ALTERCOOP cooperativa sociale (presidenza, Elisabetta Calari)

Arci Livorno (Il presidente Marco Solimano)

Associazione Gruppo Abele di Verbania (Graziano Occhetta)

Associazione Icaro di Udine (Maurizio Battistutta)

Associazione culturale Relazioni

Cemea del Mezzogiorno (Claudio Tosi)

Centro Francescano di Ascolto di Rovigo

Parsec Flor

Cantieri Sociali

Ristretti Orizzonti di Padova e della Giudecca

Società e conflitto, Rivista semestrale di storia, cultura e politica

SUlla Soglia - gruppo Soccorso Giuridico del progetto di Vicenza (Marco
Vincenzi)

Enrico Baccino (avvocato, Genova)

Paola Cirio (Torino)

Leonardo Fiorentini (fuoriluogo.it)

Giovanni Godio (Torino)

Marilena, Lecce

Fausto Renaldo (Torino)

Marcella Rodino (Torino)

Gabriella Sacchetti (volontaria, Milano)