Erode abita a Vicenza?



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Erode abita a Vicenza? Lo farebbe pensare l'ordinanza natalizia del Comune
che proibisce di "bivaccare, dormire o restare sdraiati sulle panchine o sui
manti erbosi" e che si rivolge in particolare "ai numerosi stranieri che
affollano i parchi e importunano i passanti". E' la linea Gentilini, lo
sceriffo-sindaco di Treviso. Ma al di là di ogni valutazione politica, c'è
anche un pesantissimo messaggio anti-cristiano che giustamente viene messo
in rilievo da don Flavio Grendele il quale qualche giorno fa ha scritto
queste polemiche quanto sagge parole [pubblicate su "Il giornale di
Vicenza"]: "Mi chiedo che fastidio danno queste persone quando, dopo una
settimana di lavoro, si incontrano per scambiare qualche parola nella lingua
nativa". E ancora don Grendele scrive: "a Natale, come ogni anno, si rinnova
il ricordo del triste pellegrinaggio di Maria e di Giuseppe alla ricerca di
un luogo ospitale ove poter dare alla luce Gesù [Š] Quel pellegrinaggio si
rinnova ora nelle persone di tutti i migranti che affollano le nostre
officine, che si prendono cura con amore dei nostri vecchi e ai quali
vogliamo negare l'ombra di un albero amico. [Š] Perché non lasciare
quest'anno vuota la culla di Gesù, con la scritta "non c'era posto per loro"
[Lc 2,7] in ossequio all'ordinanza del Comune di Vicenza?".
Un raptus di razzismo isolato? No, visto che, sempre in questi giorni, il
Comune di Vicenza ha spedito "auguri di Natale" molto originali anche alle
associazioni "Luna e l'altra" e "Donna chiama donna", attive da anni anche
nella solidarietà alle immigrate, le quali da tempo si vedono negato ogni
minimo finanziamento.
Oltre cent'anni fa il giornale satirico "Punch" così ironizzava sulla
xenofobia inglese. "E' uno straniero? Allora tiriamogli sassi". Nel
vicentino si preferisce il tiro di ordinanze e sfratti.
          Daniele Barbieri