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Domenica in
- Subject: Domenica in
- From: "Luca Giusti" <lucasway at inwind.it>
- Date: Wed, 23 Oct 2002 16:14:16 +0200
Mara Venier e Don Mazzi raccontano a "Domenica in"una bella storia d'amore MA NON SI DEVE PAGARE IL RACKET NEPPURE PER AMORE Lui italiano, lei nigeriana: era una schiava, è una donna libera. Il programma televisivo di RAI !, "Domenica in", condotto da Mara Venier, ci ha regalato domenica 20 ottobre la grande emozione di conoscere la storia d'amore tra Andrea, italiano, e Faith, nigeriana: lei era una delle tante vittime della tratta, portata in Italia con la promessa di un lavoro e poi costretta a prostituirsi per pagare un debito contratto con il racket. Una bella favola che, per fortuna non l?unica e non resterà l?unica. Nessuno più dei volontari del "Progetto la ragazza di Benin City" può esser felice di questo, visto che il progetto è attuato proprio da amici delle vittime della tratta che hanno deciso di far rete, di sostenere le organizzazioni che già fattivamente operano contro la tratta. A nome di tutti i volontari del progetto, quindi, domenica stessa, ho preso contatto con don Mazzi che in diretta TV raccoglieva aiuti per i due giovani; ho assicurato il sostegno del Progetto, tentando - tuttavia - di perfezionare il messaggio che la storia dei due giovani, stava diffondendo nelle case di tutti: la tratta è quanto di più odioso e vergognoso possa esistere, ma per controbatterla bisogna che le storie private, anche le belle storie private, quelle che raccontano come se ne può uscire, diventino un messaggio di speranza per tutte le vittime. Cosa offriamo a tutte le altre vittime della tratta che non hanno avuto la fortuna di trovare un Andrea? Andrea e Faith meritano di vivere una vita felice, ma anche le alte vittime lo meritano. Dovremmo, allora, allargare il discorso, approfittare della attenzione creata dal caso dei due giovani per dire a tutte le vittime che possono trovare aiuto anzitutto telefonando al numero verde contro la tratta; è attivo in tutta Italia ed opera praticamente 24 ore su 24 per aiutare le ragazze a venirne fuori: il numero è 800 290 290. Dovremmo dire che gli amici di queste ragazze possono trovare, anche loro, una rete di sostegno, capace di dar supporto umano e adeguati consigli legali e pratici; il numero è 340 77 18 024. Ma dovremmo soprattutto dire che, contrariamente da quanto è stato affermato nel corso del programma, nessun debito deve essere pagato al racket e, anzi, il modo migliore per uscire dalla condizione di schiavitù, è denunciarne i responsabili. Pagare il racket è sempre un errore, lo alimenta, gli permette di rafforzarsi e di moltiplicare il numero delle vittime; fare addirittura appelli televisivi per pagare un debito al racket è sbagliato, diseducativo, illegale. Sul piano personale e privato ciascuno può scegliere il modo migliore per non subire troppe conseguenze dalla scelta di sottrarsi alla schiavitù; ma l?invito televisivo a pagare il racket è offensivo per tutti coloro che, avendo scelto di contrapporsi e di non pagare, corrono seri pericoli affermando una scelta di giustizia e di dignità. Pagare il racket significa permettergli di comprare e vendere altre schiave con quello stesso denaro. Claudio Magnabosco - Progetto la ragazza di Benin City Via Parigi 80 11100 Aosta cell. 340 7718024 claudio.magnabosco at tiscali.it
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