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Informazioni sulle elezioni in Turchia il 3 Novembre 2002
- Subject: Informazioni sulle elezioni in Turchia il 3 Novembre 2002
- From: "Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia" <uiki.onlus at tin.it>
- Date: Thu, 3 Oct 2002 10:59:03 +0200
Bollettino elettorale 2002 Il Dehap verso le elezioni politiche tra violazioni e repressioni - Nr. 2 Violazioni dei diritti umani e repressione in concomitanza con le elezioni Il governo turco ha rimosso il sindaco kurdo di Van AFP, 19 settembre 2002 Con l'accusa di sedizione l'Alta Corte Amministrativa ha rimosso dal suo ufficio il Sindaco di Van, Sahabettin Ozaslaner che ha già detto che in caso non dovessero essere reintegrato nel suo ufficio sarebbe pronto a fare ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Ozarslaner, del Partito Hadep, ha detto di essere stato rimosso dal suo incarico senza aver avuto il diritto di presentare una difesa. La Corte ha motivato la sua scelta sulla base dell'incitamento all'odio razziale che il Sindaco avrebbe fomentato nel corso del Congresso dell'Hadep del 1998. "La Turchia rischia di essere spinta nel caos" MHA, 29 settembre 2002 Intervenendo via telefono al programma di Medya Tv "Rojev", Osman Ocalan, membro del Consiglio di Presidenza del Kadek, ha espresso il punto di vista del Congresso su una serie di questione di stretta attualità e di grande interesse: le elezioni turche, la situazione nel Kurdistan del sud e gli omicidi commessi dai guardiani di villaggio. Sulle prossime elezioni Ocalan ha detto che la Turchia si trova ad un bivio e che la maggioranza della popolazione spinge per la democratizzazione del paese: "Il destino della Turchia sarà determinato in un mese. Noi ci stiamo battendo per la pace e la democrazia ma la Turchia non deve sfruttare e manipolare la nostra visione che non dovrebbe essere vista come un segno di debolezza. La Turchia deve creare una democrazia parlamentare. Non deve rinunciare a questo obiettivo. Nessuno lo tollererebbe, né l'Unione Europea, né i suoi alleati. Una Turchia democratica soddisfa anche i loro interessi. Tutti i problemi della Turchia, anche quello kurdo, passano attraverso un processo di democratizzazione del paese." Entrando nello specifico delle elezioni turche Ocalan ha detto che il Blocco delle sinistre ha un potenziale elettorale del 25%: "In Istanbul il blocco potrebbe ottenere i voti di almeno 3 milioni di persone. In quella città ci sono forti contraddizioni e un forte scontro tra le forze reazionarie e quelle democratiche. Sarà un test decisivo". Ricorsi di Bozlak e Birdal contro le decisioni della Alta Corte Elettorale(YSK) KurdishObserver, 24 settembre 2002 Il Presidente dell'Hadep Murat Bozlak e l'ex Presidente del SDP, Akin Birdal, attraverso i loro avvocati hanno presentato ricorso contro la decisione della YSK di escluderli dalle prossime elezioni politiche. Nella petizione presentata gli avvocati di Bozlak hanno rifiutato la sentenza della YSK ricordando che sebbene fosse stato condannato ad un anno di prigione il 17 dicembre del 1998, l'accusa rivolta a lui è stata derubricata dalla successiva legge 3713 del 6 febbraio 2002. Anche l'avvocato di Birdal, Sedar Aslantas, ha rilevato che gli emendamenti alla legge 312/2 non sono stati presi in considerazione dalla Corte Elettorale. Altri due candidati dell'Hadep, Ali Riza Yurtsever e Filiz Uguz, candidati rispettivamente a Manisa e Van, esclusi dalla Corte Elettorale, hanno deciso di fare ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani per vedere riaffermati i propri diritti civili e politici dopo che la Corte elettorale stessa aveva rifiutato di accogliere un ricorso da loro presentato per essere riammessi nelle liste elettorali. Il Consiglio d'Europa invierà degli osservatori per le elezioni turche AFP, 23 settembre 2002 Secondo l'Osservatorio Europeo per i Diritti Umani il Consiglio Europeo (EHCR) avrebbe deciso lunedì, per bocca del Presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio, Peter Schieder, di inviare una delegazione di osservatori in Turchia per le elezioni del 3 novembre 2002. Il Comitato Interministeriale dei Ministri del Consiglio d'Europa è stato autorizzato dall'Assemblea parlamentare a "prendere tutte le misure necessarie", incluso il blocco dei fondi della Turchia, se questa continuerà a ignorare le deliberazioni del Consiglio sul rispetto dei diritti umani, come nel caso di 4 kurdi imprigionati per attività di separatismo. Ankara dice no alla delegazione europea AFP, 25 settembre 2002 Ankara si è mostrata assai dubbiosa di fronte alla scelta della Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa di inviare una delegazione per monitorare l'andamento delle elezioni turche. L'esecutivo turco ha detto che sono 50 anni che in Turchia si tengono delle elezioni generali e che la Turchia non ha nulla da nascondere e ha ricordato che con la firma del Trattato di Istanbul del 1999, alla fine del summit dell'OCSE, era stato sancito il diritto dei paesi membri dell'OCSE di monitorare le elezioni di ogni paese membro inviando delle delegazioni in loco e che, essendo il Consiglio d'Europa composto dagli stessi membri dell'OCSE, non si capisce perché tale invito debba essere concesso per due volte. Il Presidente dell'Assemblea Parlamentare, Peter Schieder, dopo aver chiarito di non aver dubbi che in Turchia si terranno delle elezioni regolari, ha ricordato che tale decisione del Consiglio è da inquadrare nell'ambito del percorso di democratizzazione e rispetto dei diritti umani che porterà la Turchia ad aderire alla Unione Europea. L'Hadep fa ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani contro lo sbarramento del 10% KurdishMedia, 24 settembre 2002 L'Hadep ha presentato ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani contro lo sbarramento del 10% che impedirebbe la reale rappresentanza del volere popolare. Nelle elezioni del 1999 l'Hadep ottenne, a livello nazionale, il 4,8% dei voti, i 34 deputati che avrebbe potuto eleggere al Parlamento furono esclusi dalla Assemblea Nazionale a causa dello sbarramento. Lo sbarramento del 10% è uno sbarramento eccessivamente elevato e pensato per impedire la rappresentanza di alternativa politiche democratiche. Da sempre tale barriera impedisce la rappresentanza parlamentare del popolo kurdo e della sinistra. Nei pochi casi in cui i partiti dissidenti riuscirono ad entrare nell'Assemblea Nazionale (come il Dep o il Partito Islamico del Benessere nel 1995, che vinse le elezioni), questi furono immediatamente sciolti dalla Corte Costituzionale, proprio perché espressione di una alternativa al sistema di regime vigente. Attualmente è in corso, in Turchia, un dibattito per portare lo sbarramento al 5%. Dibattito che vede la ferma opposizione dei grandi partiti del sistema. Un gruppo di deputati chiede di posticipare le elezioni politiche AP, 23 settembre 2002 Un gruppo di 124 parlamentari ha presentato una proposta all'Assemblea Nazionale per ritardare le elezioni politiche previste per il 3 Novembre. La proposta nasce dalla paura di alcuni dei partiti maggiori di subire una vera e propria emorragia di voti a seguito della gravissima crisi economica che sta attanagliando il paese. Un possibile posticipo delle elezioni potrebbe provocare delle grosse difficoltà anche a causa delle già precarie condizioni di salute del Primo Ministro Ecevit. Secondo gli analisti nessuno dei tre partiti di governo sembra in grado di superare lo sbarramento del 10% mentre grosse possibilità sono date al Partito della Giustizia e dello Sviluppo accreditato di percentuali molto alte, forse perché esterno all'esecutivo oggi al potere. I partiti scoprono le carte TDN, 26 settembre 2002 Il dibattito sul possibile posticipo delle elezioni politiche in Turchia, ad oggi fissate al 3 Novembre, sta mettendo in mostra le intenzioni dei partiti principali. L'Anap, ad esempio, che non crede alla possibilità di ottenere un buon risultato nella prossima tornata elettorale si è detto pronto a posticipare il voto incontrando, però, la ferma opposizione del MHP che crede, invece, nella possibilità di ottenere una nuova affermazione. Il chiarimento è avvenuto dopo che un gruppo di parlamentari aveva chiesto al Presidente della Camera, Omer Izgi, di votare in Assemblea per ritardare il voto. La richiesta nasce dalle difficoltà per molti partiti di superare lo sbarramento del 10% e per molti candidati di essere eletti. L'Anap ha proposto di ritardare le elezioni a dopo il 12 Dicembre, giorno del summit con l'Unione Europea. Il leader dell'Anap e Vice Primo Ministro Mesut Yilmaz ha detto che queste elezioni, più che rafforzare e stabilizzare il sistema finiranno per renderlo ancora più instabile e debole. Sulla stessa linea dell'Anap si sta muovendo lo SP (Partito della felicità) anch'esso a rischio di rimanere sotto la soglia del 10%. Contro questa prospettiva c'è già stata la ferma reazione del Mhp che, per bocca di Sefkan Cetin, ha detto che il rinvio delle elezioni potrebbe mettere in pericolo il paese. Il Presidente Sezer, infine, ha minacciato di sciogliere le Camere se si dovesse decidere di non andare al voto il 3 Novembre. Il 1° ottobre si decide AFP, 29 settembre 2002 La richiesta del Vice Primo Ministro dell'Anap, Mesut Yilamz, di posticipare le elezioni (richiesta che, probabilmente, sarà formalizzata il 1 ottobre, alla riapertura dei lavori dell'Assemblea Nazionale) rischia di peggiorare la crisi, già molto forte, all'interno della maggioranza di governo guidata da Ecevit. Ecevit, scettico sulla possibilità di posticipare le elezioni a poco più di un mese dal voto, ha comunque affermato che il tentativo dell'Anap potrebbe avere successo ma che potrebbe anche mettere in discussione il processo di adesione della Turchia all'Europa che Ecevit vorrebbe vedere formalmente lanciato a Dicembre nel corso del vertice di Copenaghen. Se domani (1° ottobre, N.d.T.) in aula ci sarà un quorum di almeno 184 parlamentari il tentativo potrebbe avere buon esito. Yilmaz, al contrario di Ecevit, vorrebbe ritardare le elezioni politiche per focalizzare l'attenzione sul processo di inclusione della Turchia nella UE e per cercare di riguadagnare consensi al suo partito in crisi. Altri esponenti della maggioranza, come Ismail Cem ex ministro degli esteri, con il posticipo delle elezioni vedrebbero ridotte al minimo le possibilità di ottenere un nuovo mandato parlamentare. Contro una tale prospettiva si sono espressi anche gli esponenti del Mhp che hanno chiarito la loro opinione attraverso il leader Bahceli.
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