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5 ottobre: mostra e video contro i megaprogetti petroliferi
- Subject: 5 ottobre: mostra e video contro i megaprogetti petroliferi
- From: <margrita at libero.it>
- Date: Wed, 2 Oct 2002 23:31:46 +0200
LA CAROVANA INTERNAZIONALE CONTRO I MEGAPROGETTI PETROLIFERI Allo sfruttamento illimitato delle multinazionali petrolifere La società civile risponde con la resistenza pacifica Trasformando l'ennesimo grido di dolore in un inno alla vita BARI - SABATO 5 OTTOBRE '02 - ORE 12.00 - Palazzo della Provincia di Bari Inaugurazione MOSTRA FOTOGRAFICA CONTRO L'OCP IN ECUADOR l'oleodotto, se realizzato, avrà un impatto territoriale e sociale devastante - ORE 19.00 - Missionari Comboniani (Via G. Petroni, 101 - Bari) Proiezione del video documentario con dibattito il video, girato dalla Carovana Internazionale per i diritti delle comunità locali minacciate dai megaprogetti petroliferi, mostra le conseguenze del modello di sviluppo incentrato sull'utilizzo dei combustibili fossili e le politiche delle grandi multinazionali nel Sud del mondo. Interverranno: Padre Gianni Capaccioni - Missionari Comboniani Giuseppe De Marzo - Campagna OCP/ Osservatorio ENI Margherita Ciervo - Emporio Alcatraz Grazia Francescato - Presidente onorario dei Verdi Promosso dalla Fed. dei Verdi Provinciali e dell'Ass. Ecologista Greenwich con la partecipazione dei Missionari Comboniani COMUNICATO STAMPA Con preghiera di pubblicazione integrale Bari, 1 ottobre '02 Oggetto: inaugurazione mostra fotografica contro OCP alla Provincia di Bari, 5/10 ore 12.00 "Ogni volta che si estingue una specie l'uomo si avvicina alla propria estinzione; ogni volta che si estingue un popolo indigeno non è solo una tribù che si estingue, è un membro in più della comunità che è partito per sempre in un viaggio senza ritorno. Ogni specie estinta è una grave ferita per la vita, riduce la vita e lascia posto alla sopravvivenzaŠForse, prima la cupidigia si impietosirà dell'uomo bianco, prima gli permetterà di vedere la meraviglia del mondo e la grandezza di un universo che si estende ben più in là del diametro della moneta". Nel marzo dell'anno scorso queste parole furono pronunciate da Roberto Berito Cobaria, rappresentante degli U'WA, una popolazione indigena colombiana seriamente minacciata dalle attività di una multinazionale petrolifera statunitense, nella sala consiliare della Provincia di Bari. Fu un evento eccezionale che ci ha segnato profondamente. Chi ha ascoltato le parole di Roberto Berito Cobaria e di Daris Cristancho ha compreso di non trovarsi solamente dinnanzi ad un dramma lontano migliaia di chilometri, bensì davanti all'urlo di circa 2/3 del pianeta, il cosiddetto Sud del mondo. Gli U'WA ieri, come oggi la popolazione della foresta ecuadorennia, si opponevano all'estrazione di petrolio dalla loro terra sacra. Era come se si fossero materializzati tutti gli spettri legati alle contraddizioni del nostro stile di vita, del nostro modello di sviluppo: una popolazione millenaria subiva violenze, veniva derubata dei loro templi, dei loro alberi da cui traevano cibo, per estrarre petrolio che sarebbe finito nelle nostre auto o nelle nostre industrie. I promotori della campagna decisero di intitolare quell'evento U'WA: IL VERO PREZZO DEL PETROLIO. L'intento provocatorio era evidente. Nessuno poteva sottrarsi alle proprie responsabilità: i cittadini liberamente accorsi, in qualità di consumatori, noi amministratori, investiti di cariche pubbliche che ci vedono legati ai problemi del presente e del futuro. E in stretta continuità con questa responsabilità in cui ci siamo riscoperti, anche quest'anno l'attenzione politica della Provincia di Bari volge il suo sguardo verso il Sud, verso le periferie del mondo. E abbiamo deciso di ospitare e patrocinare una mostra fotografica, realizzata in vista della Campagna Internazionale contro l'OCP. Si tratta di una campagna che mira ad evitare la costruzione di un oleodotto per il trasporto di greggio pesante in Ecuador. L'Ecuador è tra i primi dieci produttori di petrolio al mondo e il Governo ecuadoriano ritiene che il megaprogetto dell' Oleoducto de Crudos Pesados (appunto OCP) abbia un'importanza vitale per il Paese. Ma non la pensano così gli abitanti della regione interessata, le comunità indigene che popolano la foresta e le diverse associazioni ecologiste presenti in Ecuador, che hanno iniziato anche loro una resistenza, sempre pacifica, verso quello che agli occhi degli organizzatori della Campagna Internazionale sarà un disastro ecologico annunciato. Infatti l'oleodotto attraverserà, per ben 500 km, aree naturali giudicate estremamente fragili, ecosistemi ricchissimi di biodiversità, zone ancestrali di antiche popolazioni indigene e sfiorerà anche diversi centri urbani, esponendo un gran numero di persone ad alti rischi. L'oleodotto, se costruito, avrà un impatto col territorio devastante. Ma non solo da un punto di vista ambientale. Infatti nessun diretto vantaggio, in termini economici ed occupazionali, per un Paese come l'Ecuador, che ha un debito estero impressionante ed una disoccupazione intorno al 60%, è stato previsto dal progetto. .All'inaugurazione della mostra fotografica, allestita nel colonnato del Palazzo della Provincia, che si terrà il prossimo 5 ottobre, alle ore 12.00, prenderanno parte il prof. Ennio Triggiani, assessore alla cultura della Provincia di Bari, Grazia Francescato, presidente onorario della Federazione Italiana dei Verdi (che ha fatto parte della Carovana Internazioanle), e Vincenzo Pietrogiovanni, coordinatore dell'associazione ecologista Greenwich. Parteciperà l'Assessore per i Verdi Cesare Veronico. Sarà presente Giuseppe De Marzo coordinatore della Carovana Internazionale contro i megaprogetti.In occasione dell'inaugurazione ci sarà anche un incontro con i giornalisti. Davanti all'ennesima catastrofe ambientale, sociale e culturale, la Provincia si impegna, in questo modo, a dare maggiore consistenza politica per la promozione di un modello di sviluppo seriamente sostenibile, per una globalizzazione non solo dei profitti ma dei diritti innanzitutto, dei diritti della vita e dei diritti alla vita. COMUNICATO STAMPA Con preghiera di pubblicazione integrale Bari, 01-10-'02 Oggetto: proiezione video e conferenza sulla Campagna contro l'OCP presso i Padri Comboniani L'estate scorsa il mondo ha ricevuto due pessime notizie, che andavano ad aggravare uno scenario planetario già di per sé molto poco rassicurante. L'estate scorsa abbiamo appreso che una nuova guerra ci attende, quella degli USA e dei suoi alleati (non ci è dato sapere ancora quali, Gran Bretagna a parte) contro l'Iraq di Saddam Hussein; una guerra dall'esito più che certo, dato lo strapotere militare americano, ma che per molte ragioni fa ancora paura. E l'altra notizia è stata il fallimento completo del Summit di Johannesburg, annunciato come il grande evento che avrebbe permesso al pianeta di sperare in un futuro più certo per tutti gli uomini, ma che ha dimostrato ulteriormente la miopia di un intero sistema e di un modello di sviluppo che non ha ancora accettato fra i suoi valori fondamentali concetti come la sostenibilità, la speranza, la solidarietà e la cooperazione. In una recente pubblicazione Jeremy Rifkin sostiene come sia arrivato il tempo di cambiare dal profondo il nostro sviluppo industriale, troppo selvaggio e sotteso alla distruzione, e di evolvere verso un sistema con un impatto più limitato. Per Rifkin sarebbe giunta l'era dell'idrogeno. Anche noi siamo convinti che si debba cambiare rotta. Molti si vantano dell'innovazione tecnologica impressionante cui si è giunti negli ultimi decenni. Ciò è del tutto incontestabile, ma qualcuno si è mai chiesto chi è chiamato a pagare il vero prezzo del nostro benessere? Sono passati più di due secoli dalla grande, massiccia industrializzazione dell'Occidente, e il propulsore della nostra economia è sempre lui, il petrolio. Questione di rispetto di tradizioni capitalistiche, o cosa? Basta guardare alla storia delle ultime guerre svoltesi sul pianeta e ci si rende conto di quanto conti l'accaparrarsi le riserve di greggio. Ciò che lega quei conflitti è un inquietante filo rosso, un filo fatto di sangue, di violenze, di disastri ambientali, di sfruttamenti e di corruzione. Tutto questo per quanto potrà continuare ancora? Per comprendere meglio ed affrontare queste questioni che paiono non interessare molto l'informazione omogeneizzata ed ingrigita da una scandalosa mancanza di confronto fra le opposte tesi, la Federazione Provinciale dei VERDI e l'associazione ecologista GREENWICH, con la partecipazione dei Missionari Comboniani, organizzano un incontro per sabato 5 ottobre, ore 19.00, presso la sede dei Padri Comboniani ( via G. Petroni, 101) nel quale verrà proiettato un documentario seguito da un dibattito. Il video è stato girato in occasione della Carovana Internazionale per i diritti delle comunità locali minacciate dai megaprogetti petroliferi che si è recata in Colombia ed in Ecuador lo scorso giugno, e ha l'obbiettivo di portare a conoscenza dell'opinione pubblica le reali conseguenze del modello di sviluppo incentrato sull'utilizzo dei combustibili fossili e le reali politiche delle grandi multinazionali nel Sud del mondo. In seguito si svolgerà il dibattito con gli interventi di Padre Gianni Capaccioni, missionario comboniano, Giuseppe De Marzo, coordinatore della Campagna contro l'OCP ed Osservtaorio ENI, e Margherita Ciervo, dell'Emporio Alcatraz. Il confronto vedrà anche un intervento di Grazia Francescato, presidente onorario dei Verdi. Per ulteriori informazioni: Margherita Ciervo 339-6894675
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