Articolo 18? C'e' anche l'articolo 4!



Articolo interessante e ve lo invio.
Un saluto
maribù


Articolo 18? C'e' anche l'articolo 4!
La grande attenzione dell'opinione pubblica sull'intenzione del Governo di
modificare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e sulla protesta
sindacale che ne e' sorta non devono far dimenticare l'attualità di altre
norme di tutela dei lavoratori. Una di queste e' quella prevista
dall'articolo 4 dello stesso Statuto: il divieto per i datori di lavoro di
utilizzare dispositivi di controllo a distanza dei lavoratori.
[ZEUS News - www.zeusnews.com - Numero 999 del 6-4-2002]

In questo momento l'attenzione dell'opinione pubblica e dei mass-media e'
concentrata sul dibattito intorno all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori:
esso prevede l'obbligo per il datore di lavoro di reintegrare in azienda il
lavoratore licenziato senza giusta causa.

Non bisogna pero' dimenticare che lo Statuto dei Lavoratori non e' di
attualità solo per detta norma e lo scontro tra chi vorrebbe estendere la
flessibilita' nei rapporti di lavoro, che le nuove tecnologie gia'
favoriscono ed enfatizzano, e chi vorrebbe mantenere in vita rigorose e
chiare certezze per i lavoratori. Una delle norme che sara' sempre piu' al
centro del dibattito nella societa' e del confronto tra Sindacati ed
Imprese, e' l'art. 4 dello stesso Statuto dei Lavoratori, che impone al
datore di lavoro il divieto di utilizzare mezzi di controllo a distanza,
audiovisivi ed informatici.

Si tratta di una norma pensata ed introdotta in un tempo in cui non era
nemmeno lontanamente immaginabile lo sviluppo attuale dell'informatica e
della telematica; essa intendeva scoraggiare quello che sembrava un
futuristico utilizzo di telecamere a circuito chiuso per la sorveglianza dei
dipendenti, ma risulta ancor piu' valida ed attuale nell'epoca delle WebCam
collegate ad Internet 24 ore su 24.

Quando lo Statuto dei Lavoratori fu concepito, non si immaginava che
l'utilizzo massiccio sul lavoro di computer collegati in rete avrebbe
introdotto il rischio della "sindrome del pesce rosso", dell'"uomo di
cristallo", del lavoratore soggetto allo stress e all'alienazione del
controllo onnipervasivo di tutta la sua giornata lavorativa, di ogni attimo,
di ogni movimento, senza alcuna privacy, valutato non in base risultati
raggiunti ma scrutato come sotto un microscopio.

Tutelare i lavoratori e fare valere il dettato dell'art. 4, nonostante i
periodici tentativi della Confidustria di ottenerne l'abolizione, e' quello
che hanno inteso fare Cgil-Cisl-Uil tramite un accordo per i Call Center,
recentemente stipulato con Telecom Italia. La possibilta' di controllare
completamente l'attività degli operatori dei Call Center di Telecom Italia
(12, 187, 191) attraverso un software che, in tempo reale, consente di
monitorare numero e tipologia delle chiamate, numero di conversazioni, tempi
di attesa, conversazione e risposta viene limitata, in forza del suddetto
accordo, al gruppo organizzativo e non puo' mai riguardare il singolo
lavoratore. La necessita' di Telecom Italia di misurare la produttivita' non
puo' spingersi fino a controllare minuziosamente il singolo individuo, che
gia' opera in gruppi ristretti ed e' soggetto anche a controlli formali
sulla durata delle pause: e' indispensabile scongiurare il rischio,
altrimenti concreto, di cottimizzare in modo esasperato la prestazione e
favorire discriminazioni tra i lavoratori.

Appoggiandosi ad una legge dello Stato, che le imprese non possono
disattendere, l'accordo si pone, tra l'altro, l'obiettivo di alleviare il
clima di tensione, di esasperazione sulla vendita, di saturazione dei tempi
e dei ritmi, che sta ultimamente logorando gli operatori dei Call Center di
Telecom Italia: conseguenza di una concorrenza il cui peso le imprese fanno
spesso ricadere sull'anello debole della catena del valore, cioe'
dipendenti.

Gia' negli anni '80, in Telecom Italia si sono stipulati accordi sindacali,
che poi fecero scuola, sul divieto di controllare le telefonate in entrata
ed uscita dai numeri interni dei centralini aziendali, rilvenadone la
durata, la provenienza e la destinazione.

Mancano tuttora, all'interno delle aziende italiane, Gruppo Telecom Italia
compreso, accordi chiari sul rispetto della privacy per la posta elettronica
(materia di cui si sta occupando il Garante) e la navigazione in Rete: si
tratta di argomenti delicati, in quanto in tali ambiti l'azienda puo'
esercitare, attraverso la semplice analisi dei log di server e proxy,
controlli estremamente capillari senza che lavoratori e Organizzazioni
Sindacali ne abbiano consapevolezza. Inoltre mancano accordi che sanciscano
per il Sindacato il diritto di utilizzare le intranet e la posta elettronica
aziendali.

Si tratta di nuovi diritti sindacali ancora da scrivere e codificare, sul
rispetto dei quali domani sara' necessario vigilare: la Rete e le nuove
tecnologie hanno ormai aperto un nuovo capitolo nella storia di lavoratori e
Sindacati.



Articolo inserito da pierluigi.tolardo at zeusnews.com