R: L'EUROPA DELLA VERGOGNA



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Inviato: mercoledì 6 marzo 2002 1.20
A: dirittiglobali at peacelink.it
Oggetto: L'EUROPA DELLA VERGOGNA


L'EUROPA DELLA VERGOGNA

In tutta l'Europa si violano
i diritti umani degli immigrati

	Gli Umanisti europei denunciano le gravissime violazioni dei
diritti umani in atto nei loro paesi nei confronti degli stranieri
che vi si rifugiano per sfuggire  alla miseria e alla guerra. Gli
immigrati vengono incolpati di tutti i mali che affliggono il paese
ed equiparati a criminali, così da giustificare le vergognose misure
prese contro di loro.

Ecco alcuni casi:

AUSTRIA: i rifugiati vengono rinchiusi in centri speciali, dove
devono attendere fino a due anni per una risposta ufficiale alla loro
richiesta. Alla fine pochissimi ottengono l'asilo politico.

BELGIO: dopo la morte di una giovane nigeriana, soffocata con un
cuscino dalla polizia sull'aereo che la riportava in patria, il
governo ha accentuato la sua politica repressiva contro il movimento
dei "sans-papiers" e aumentato il numero delle espulsioni.

DANIMARCA: la situazione di immigrati e profughi è peggiorata a causa
di una nuova politica messa in atto dal governo a partire dall'anno
scorso. Tra le altre misure, i ricongiungimenti familiari sono
permessi solo tre anni dopo che l'immigrato ha ottenuto il permesso
di residenza, che viene concesso solo a chi parla danese. I genitori
di immigrati che hanno più di sessant'anni non possono più
raggiungere i figli in Danimarca.

FRANCIA: in base alle nuove disposizioni sull'immigrazione, 75.000
immigrati sono stati regolarizzati, con un permesso di soggiorno
della durata di un anno, che può essere rinnovato varie volte prima
di ottenere un permesso di dieci anni. La consegna di questi
documenti avviene in un clima di arbitrarietà, con ogni tipo di abusi
e vessazioni. La richiesta di regolarizzazione di altri 64.000
stranieri è stata respinta. Costoro vivono in condizioni di grande
precarietà e possono essere espulsi da un giorno all'altro.

GERMANIA: a causa dei numerosi conflitti in varie parti del pianeta
circa 10 milioni di bambini e giovani sono fuggiti dai loro paesi
senza la compagnia di adulti. Le misure di sicurezza ai confini
dell'Unione Europea fanno sì che solo una minima parte di questi
minori raggiunga l'Europa occidentale. In Germania, ulteriori
disposizioni di legge rendono ancora più difficile l'asilo, così che
un gran numero di questi minori vengono espulsi e ritornano al loro
paese, con un futuro incerto che si aggiunge alla miseria e ai traumi
subiti.

GRECIA: la minoranza curda viene discriminata per non inasprire le
tensioni con la Turchia. Un gruppo di 1500 curdi che viveva per
strada da mesi, con dei cartoni come unico riparo, è stato cacciato
dalla polizia. Come alternativa, gli è stata offerta una pessima
sistemazione in un luogo fuori Atene.

INGHILTERRA: il Parlamento sta per discutere una nuova legge
sull'immigrazione e l'asilo politico, che riduce gravemente il
diritto di asilo. Secondo le nuove proposte, chi chiede asilo dovrà
risiedere in centri predefiniti in diverse parti del paese.
Aumenteranno inoltre l'utilizzo della detenzione, i poteri della
polizia e i controlli sugli immigrati.

ITALIA: nei centri di detenzione temporanea previsti dalla nuova
legge sull'immigrazione vengono rinchiuse persone che non hanno
commesso alcun reato, ma sono solo state arrestate sena documenti. Il
loro diritto a nominare un difensore e a comunicare con l'esterno,
pur previsto dalla legge, nella pratica è gravemente limitato.

ISLANDA: la legge sugli stranieri che il Parlamento deve discutere
prevede che uno straniero possa essere espulso se il suo
comportamento costituisce una "minaccia" per la società, un termine
vago che può generare ogni tipo di abusi e discriminazioni.

LUSSEMBURGO:  molti immigrati provengono dai paesi dell'ex
Jugoslavia, lavorano e pagano i contributi, ma rimangono in una
situazione di illegalità e possono essere espulsi da un giorno
all'altro.

OLANDA: il governo tenta in tutti i modi di scoraggiare le richieste
di asilo politico. Gli stranieri che lo chiedono vengono rinchiusi in
centri sovraffollati. Molti vengono respinti con la scusa che nei
loro paesi di origine (per es. Nigeria, Eritrea e Iran) la situazione
dei diritti umani è migliorata, altri sono rinchiusi in centri
speciali di detenzione e quindi rimandati indietro. Altri ancora
vengono buttati per strada con la famiglia. Gli immigrati senza
documenti vengono esclusi dall'assistenza sanitaria e dall'istruzione.

PORTOGALLO: agli angolani in fuga dalla guerra ripresa di recente nel
loro paese viene rifiutato il visto, nonostante la legge preveda la
sua concessione per ragioni umanitarie.

SPAGNA: a Ceuta e lungo la costa spagnola di fronte all'Africa si sta
costruendo un muro per fermare il flusso migratorio. La legge sugli
stranieri nega l'assistenza sanitaria e la libera circolazione agli
immigrati irregolari e permette di rinchiuderli in centri di
detenzione, dove sono del tutto indifesi davanti al vuoto legislativo
e agli abusi e agli arbitri della polizia.

SVIZZERA:  grazie a una legge speciale in vigore dal 1995 le autorità
possono imprigionare in "centri di espulsione" stranieri maggiori di
15 anni che pure non hanno commesso alcun reato e proibire agli
immigrati senza permesso di soggiorno di entrare in certe zone del
paese o uscirne. Le case di individui e le sedi di associazioni
sospettati di nascondere immigrati possono essere perquisite dalla
polizia.

UNGHERIA: gli stranieri fermati alla frontiera vengono trattati come
criminali e rinchiusi in centri speciali fino a che non ottengono
lo "status" di rifugiati che permette loro di rimanere nel paese.
Anche quelli che chiedono asilo politico vengono internati. Tutti
questi campi sono sovraffollati e con pessime condizioni igienico-
sanitarie. In molti casi gli stranieri che protestavano hanno subito
maltrattamenti. Secondo la legge la loro domanda dovrebbe essere
vagliata entro 8 giorni, ma i tempi medi sono di 4-5 mesi.

	L'immigrazione non deve più essere considerata un problema di
ordine pubblico. L'applicazione dei diritti umani e una degna
politica di accoglienza da una parte, e il sostegno allo sviluppo
economico e sociale dei paesi d'origine dall'altra sono l'unica
risposta possibile di un'Europa che non debba più vergognarsi di se
stessa.