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IN ATTESA DI VOSTRE AZIONI DI PROTESTA E SOLIDARIETA'
- Subject: IN ATTESA DI VOSTRE AZIONI DI PROTESTA E SOLIDARIETA'
- From: "Ufficio d'Informazione del Kurdistan" <uiki.onlus at tin.it>
- Date: Wed, 16 Jan 2002 00:41:56 +0100
in allegato il comunicato stampa: Nei confronti delle richieste naturali e democratiche del popolo kurdo il governo turco risponde in maniera antidemocratica e le repressioni pian piano diventano violazioni. E' chiaro che va presa una posizione netta nei confronti dello stato turco, che risponde con torture e divieti alle richieste fondamentali e democratiche, come quella dell'istruzione nella madre lingua, diritto fondamentale di ogni essere umano. Per questo chiamiamo l'opinione pubblica democratica e pacifista italiana e mondiale a sostenere ed esprimere la propria sensibilità nei confronti degli studenti kurdi, che lottano per ottenere il riconoscimento del diritto ad essere istruiti nella madre lingua, ragionevole richiesta del popolo kurdo. UIKI - Onlus Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia Via Quintino Sella 41, 00187 Roma Tel. 0642013576 Fax. 0642013799 Email: uiki.onlus at tin.it / http://www.kurdistan.it Comunicato stampa Nei confronti delle richieste naturali e democratiche del popolo kurdo il governo turco risponde in maniera antidemocratica e le repressioni pian piano diventano violazioni. Con i cambiamenti strategici adottati dal movimento democratico del popolo kurdo, conformemente alla decisione di risolvere in maniera democratica e politica la questione kurda, nell'ambito della nazione turca e del rispetto della sua integrità e unità nazionale, contro il popolo kurdo, nonostante si avvalga di metodi legittimi e conformi alle leggi per la richiesta al diritto culturale di educazione nella madre lingua, in quanto diritto fondamentale, lo governo turco continua in maniera decisa a praticare repressioni e violazioni. Entrando nel XXI secolo, crediamo che non si dovrebbe accettare che lo stato turco, facendo orecchie da mercante di fronte a tutta l'opinione pubblica democratica del mondo, risponda con le torture e le repressioni della polizia e delle autorità nei confronti delle richieste fondamentali che il popolo kurdo ha avanzato. Mentre, da una parte si è intenti a chiudere l'HADEP, riconosciuto come il legittimo e legale rappresentante politico del popolo kurdo in Turchia, dall'altra si continua a perpetrare ogni forma di repressione contro le richieste legittime e democratiche del popolo kurdo. La tortura è la risposta turca alle richieste di istruzione nella lingua madre Il 9 gennaio 2002 a Van mentre gli studenti consegnavano al rettorato dell'Università "100. Yil", la polizia ha portato via 526 studenti, di questi 13 sono stati arrestati. Quelli che sono usciti hanno dichiarato che, nei 4 giorni che sono rimasti in carcere, hanno dovuto subire pesanti torture. Hanno dichiarato di non aver mai mangiato, di essere stati trattenuti in piedi e picchiati, minacciati verbalmente e obbligati a dormire direttamente sul pavimento, così, alcuni di loro si sono ammalati. Di questi studenti uno ha perso la sensibilità degli arti inferiori (durante il periodo di fermo è svenuto più volte); un altro presentava segni di maltrattamento sulla testa; un terzo ha subito lesioni all'udito. I loro avvocati presenteranno ricorso. I 13 studenti, arrestati definitivamente, sono stati accusati di sostegno al PKK e tradotti nel carcere chiuso di Van. Inoltre, ad Istanbul, nei quartieri di Bagcilar, Esenler e Kadikoy durante gli interventi della polizia, senza nessuna ragione, circa 30 membri di HADEP sono stati fermati, tutti avevano presentato la loro richiesta per l'istruzione in lingua madre al Provveditorato degli studi di Istanbul. Ad Hatay, nell'università Mustafa Kemal, quelli che hanno firmato la petizione della campagna sono stati arrestati e tradotti in un carcere di tipo E. A Kars, nel distretto di Kagizman, tre studenti della scuola professionale sono stati arrestati per gli stessi motivi. Rispondendo a tutti questi arresti i giovani continuano ancora a scendere nelle piazze, ad accendere i fuochi ed a protestare attorno ad essi, reclamando la propria lingua, dimostrando di essere per niente intimoriti da queste forme di repressione. Anche i bambini più piccoli, sostenuti dai propri genitori, ad Istanbul, nella sede di Egitm-sen (sindacato degli insegnanti), in 50, fra i 4 e i 12 anni, hanno letto un comunicato stampa dicendo che "noi, bambini possiamo comprendere bene la differenza di essere istruiti nella lingua madre, che ci risulta più facile per la comprensione di ogni materia. Per questo la lingua è essenziale per i bambini. Noi, bambini kurdi vogliamo studiare attraverso la nostra lingua madre, perché altrimenti abbiamo difficoltà ad esprimerci. Per questo sosteniamo la campagna che hanno avviato i nostri fratelli maggiori, da ora in avanti porteremo le nostre richieste alle organizzazioni della società civile, delle madri e dei padri kurdi." Continuano le repressioni contro le donne kurde, che hanno voluto che i loro figli venissero istruiti in madre lingua, infatti, ad Istanbul 15 donne sono state fermate. E' chiaro che va presa una posizione netta nei confronti dello stato turco, che risponde con torture e divieti alle richieste fondamentali e democratiche, come quella dell'istruzione nella madre lingua, diritto fondamentale di ogni essere umano. Per questo chiamiamo l'opinione pubblica democratica e pacifista italiana e mondiale a sostenere ed esprimere la propria sensibilità nei confronti degli studenti kurdi, che lottano per ottenere il riconoscimento del diritto ad essere istruiti nella madre lingua, ragionevole richiesta del popolo kurdo.
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