Dopo la violenza in strada, quella in tv



Alla cortese attenzione del Direttore Emilio Fede.

e, per conoscenza,

Giulio Albanese (Agenzia di Stampa MISNA)
Redazione editoriale di Carta
Alessandro Marescotti (Responsabile portale internet PeaceLink.it)
Lista di discussione "Diritti umani" del portale PeaceLink.it
Centro di Ricerca per la Pace (diretto da Peppe Sini)
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)
Lilly di Felice (Assistente sociale)

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DOPO LA VIOLENZA IN STRADA, QUELLA IN TV
Lettera aperta con preghiera di massima diffusione
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Caro direttore,
ho da poco assistito al Suo ennesimo show al TG4.

Lei potrebbe prontamente rispondermi che Mediaset e' una struttura privata e
nessuno mi ha puntato un fucile alla tempia per guardarla, ma una riduzione
cosi' semplicistica della questione mi sembra inaccettabile in quanto
sebbene la struttura sia privata, considerato l'elevato numero di persone
raggiunte dal suo servizio e la tipologia nella quale si colloca
(informazione) creano una situazione diversa dal classico varieta', dalla
"ficscion" o da qualsiasi altra tipologia di trasmissione televisiva.

E' stato terribile vederLa mentre imbavagliava una Sua dipendente nel
tentativo di spiegare la situazione a Genova. Io sono terribilmente
spiacente che "solo" una frangia minoritaria abbia innescato e proseguito le
violenze e che -al momento del Suo servizio televisivo- le quattro persone
che erano riuscite a scavalcare la sottile linea rossa fossero state
rispedite indietro e non <<incarcerate a vita>> come Lei ha proposto dai
teleschermi del Suo telegiornale.

Lei sa benissimo che i controlli per arrivare a Genova sono stati
severissimi, che attualmente non è nemmeno possibile fare il bagno lungo la
costa per ben 1.000 metri onde evitare che qualcuno si avvicini a nuoto;
precauzioni che rasentano la paranoia ma necessarie per assicurare una
manifestazione ed un summit pacifico. Io non lo so, ma vorrei tanto che
qualcuno mi spiegasse chi ha armato di mazze i cosiddetti anarchici (visto
che a Lei questa definizione sembra non piacere, in quanto li distingue dal
resto dei manifestanti). Lei sa altrettanto bene che alle tute bianche e al
Gsf hanno prelevato persino le aste degli striscioni in quanto se ne poteva
fare un uso improprio. A questo punto penso che la mia domanda sia del tutto
lecita.

Attenzione: non sto accusando nessuno, Stato incluso, di istigazione a
delinquere. Affermo semplicemente che la situazione che ha generato questa
tensione e' completamente anomala. Se le forze dell'ordine hanno esercitato
un severo controllo (e Lei ne e' testimone) nei confronti di tutte le
persone che volevano venire a Genova per manifestare (questo
indipendentemente dalle apparenti intenzioni), la domanda sorge spontanea:
come e' possibile che in testa al corteo ci fossero persone armate (una
mazza usata per colpire una persona io la definisco arma)?

Fatte queste precisazioni mi preme farle due osservazioni:

1. Si ricordi sempre che Lei, nel momento in cui parla a milioni di persone
si ritrova in mano un potere non indifferente. Affermare <<quelle persone
andrebbero rinchiuse in galera a vita>> e' una sua opinione che diverge
dalla legislazione. Una cosa e' scrivere un'editoriale, un'altra commentare
un fatto di cronaca. Io non ho il potere di farlo, ma penso che per questo
dovrebbe essere radiata dall'Ordine dei Giornalisti. Naturalmente per questa
mia affermazione ha il diritto di replica.

2. Condizione necessaria e sufficiente per essere definiti professionisti,
nell'ambito dell'informazione, e' che questa sia corretta e completa.
2.1. Per quanto riguarda la correttezza si intende fornire informazioni
esatte, non manipolate, e fin qui possiamo dire di esserci.
2.2. La completezza, cosa spesso trascurata, sta a significare che
l'informazione contempla tutti i fatti e dati che la costituiscono, non solo
alcuni, ovvero: non e di parte.

Ho fatto queste osservazioni in quanto lei potra' anche essere innamorato
alla follia del suo presidente Berlusconi, ma deve (questo e' un imperativo
che deriva dalla professione che esercita) sempre rispettare anche tutte le
persone che non condividono i suoi pensieri, soprattutto se si parla di suoi
collaboratori. Si fidi di loro, gli lasci spazio: e' un consiglio da amico.

Infine, visto che ormai ci siamo, rispetti anche noi italiani, ci fornisca
un servizio che non sia la lode quotidiano al Cavaliere. Con Sua immensa
gioia aumenteranno gli ascolti e la stima nei Suoi confronti.

Nel porgerLe distinti saluti, resto a sua disposizione (e di tutti gli altri
destinatari della presente) per contributi e occasioni di dialogo,
ing. Giacomo Alessandroni.


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