(Fwd) CS 55-2000 - Sierra Leone



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Date sent:      	Wed, 10 May 2000 15:31:45 +0000
Subject:        	CS 55-2000 - Sierra Leone
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SIERRA LEONE: MINACCIATI  I FONDAMENTALI 
DIRITTI UMANI DEI CIVILI

 Il deterioramento della situazione in Sierra Leone pone una grave
 minaccia ai diritti umani di migliaia di cittadini, sia nella
 capitale Freetown che nelle province. Gli abusi commessi dalle forze
 ribelli nelle guerra civile sono tra i peggiori mai conosciuti:
 omicidi, mutilazioni (soprattutto di gambe e braccia), stupri. Questi
 abusi si sono verificati anche dopo l'accordo di pace del luglio
 1999. 

La missione di pace ONU in Sierra Leone (UNAMSIL) ha subito una grave
battuta d'arresto con la cattura di 500 suoi uomini da parte delle
forze ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito (RUF). La presenza
dell'UNAMSIL (circa 8,700 uomini) nelle regioni controllate dal RUF
(nel nord e nell'est) ha funzionato nel ridurre gli incidenti e gli
abusi. Amnesty International condanna qualsiasi azione che impedisca
all'UNAMSIL di proteggere i civili. 

Il fallimento del processo di pace si spiega anche con l'amnistia che
ha graziato molti esponenti politici colpevoli di gravi crimini contro
l'umanita'. Tra questi il leader del RUF Foday Sankoh, indicato dal
Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan tra i responsabili della crisi
attuale. Difficile arrivare ad una soluzione del conflitto finche' 
non sara' fatta giustizia.

Centinaia di civili stanno cercando di abbandonare la Sierra Leone,
sfidando il divieto posto dai guerriglieri del RUF. Amnesty
International chiede che ai civili sia data piena liberta' di fuga e 
si appella ai paesi limitrofi (soprattutto alla Guinea) perche' li
accolgano. Vanno inoltre tutelati i diritti umani del milione di
sfollati all'interno della Sierra Leone. 

E' tuttora in vigore una risoluzione ONU che vieta la vendita di armi
alle forze ribelli in Sierra Leone. Amnesty International si appella
al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ai governi di Sierra Leone,
Liberia e Guinea perche' si adoperino per far rispettare questa
risoluzione. 
FINE DEL COMUNICATO 

Roma, 10 maggio 2000  
Ufficio Stampa 
Amnesty International

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