S. Petronio: Risposta a Sandro Teneglia



RISPONDO (E INVIO PER CONOSCENZA QUI IN ATTACHMENT) A QUANTO SCRIVE
L'AMICO SANDRO TENAGLIA OGGI 31 MARZO 2000 SU REPUBBLICA.

Shalom a tutti, ma proprio a tutti ...in particolare a quei
personaggi del mondo politico-amministrativo che - ex consiglieri
comunali del centro sinistra, definiti a suo tempo "uomini del
volontariato" e molto vicini alla Curia - oggi si schierano nel polo
opposto di centro destra, si riempiono la bocca di "valori cattolici", e
si presentano nei loro depliant di propaganda quali paladini e difensori
della "dottrina sociale della Chiesa cattolica". Parlano costoro di
"alleanze impossibili", ma nulla ci dicono circa la recente legge di
iniziativa popolare proposta da Berlusconi - Bossi sulla immigrazione,
legge già da molti definita razzista e già da alcuni vescovi cattolici
definita inaccettabile, legge nel cui preambolo si afferma (e ciò sembra
a me, e non solo a me , un'affermazione blasfema) che il contenuto
prende spunto da "valori cristiani".
Domenico Manaresi
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Con la solita nota: chi desidera essere depennato da questa mailing
list me ne dia un cenno, possibilmente  con gentilezza.
Domenico Manaresi
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Mittente:
Domenico Manaresi
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==Attach=Converted===


Dott. Domenico Manaresi

LETTERA  APERTA
Bologna, 31 marzo 2000
Caro Sandro Tenaglia,
			leggo quanto scrivi su Repubblica di venerdì 31
marzo 2000, rivolgendoti sia al sottoscritto che ai vari lettori che sono
intervenuti sulla cosiddetta "occupazione" di San Petronio.
Caro Sandro, hai ragione, l'Italia di oggi non è certo il Salvador degli
anni ottanta... almeno nel senso che è altamente improbabile che un vescovo
a Bologna venga ucciso sull'altare mentre celebra l'Eucarestia!  Fuor di
battuta, penso però che sia il Vangelo di duemila anni fa, sia quello degli
anni ottanta che quello di oggi sia sempre lo stesso Vangelo, e ciò anche
indipendentemente dalla latitudine.
In particolare penso che anche il concetto di "parresia" sia sempre lo
stesso, non credi?
E per realizzare questo "parlar con franchezza" sarebbe sufficiente che qui
a Bologna (sazia e disperata?) si facesse funzionare la propria razionalità
e - senza necessariamente "sparare e uccidere sugli altari" - si avesse il
coraggio di esprimere il proprio pensiero e, ove lo si ritenesse opportuno,
dissentire e criticare costruttivamente le affermazioni di chicchessia, di
laici, presbiteri o episcopi, qualora si presuma contengano elementi di
incerto cristianesimo.
Perché il silenzio o, peggio, l'ossequio e l'adulazione più o meno servile?
Forse perché è più facile e più comodo: come più facile e più comodo è
"fregarsene" dei poveri cristi.
Allora ben venga quanto tu auspichi, cioè l'apertura di un dibattito da
parte della "base" (non solo dei soliti "soloni" addetti ai lavori) su
questi temi che vanno oltre il fatto di cronaca della "occupazione" di una
chiesa, e cioè temi quali la tolleranza, l'immigrazione, il rispetto degli
altri, la Curia, il cristianesimo nelle sue varie confessioni.
Ben venga un tale dibattito, anche se son certo che non sarà facile.
Sarebbe forse un dialogo fra sordi, giacché credo sia molto difficile poter
intendersi fra persone che ancora usano termini quali "lesa maestà"
(Francesco Melfi) oppure che credono di poter "farsi rispettare"
costituendosi "parte civile".
Difficilissimo poi - ancorché fortemente auspicato - sarebbe il dialogo con
personaggi del mondo politico-amministrativo che - ex consiglieri comunali
del centro sinistra, definiti a suo tempo "uomini del volontariato" e molto
vicini alla Curia - oggi si schierano nel polo opposto di centro destra, si
riempiono la bocca di "valori cattolici", e si presentano nei loro depliant
di propaganda quali paladini e difensori della "dottrina sociale della
Chiesa cattolica". Parlano costoro di "alleanze impossibili", ma nulla ci
dicono circa la recente legge di iniziativa popolare proposta da Berlusconi
- Bossi sulla immigrazione, legge già da molti definita razzista e già da
alcuni vescovi cattolici definita inaccettabile, legge nel cui preambolo si
afferma (e ciò sembra a me, e non solo a me , un'affermazione blasfema) che
il contenuto prende spunto da "valori cristiani".
In dibattiti di questo tipo dovrebbero allora intervenire anche i
rappresentanti di altre confessioni religiose: credi tu, caro Sandro, che
la Curia di Bologna invierebbe un qualche suo rappresentante adeguatamente
qualificato? Sarebbe bello e auspicabile, ma credo sarebbe difficilmente
realizzabile: in una recente occasione di questo tipo (costituzione qui a
Bologna di una Consulta di dialogo interreligioso) la Diocesi cattolica di
Bologna, invitata, ha fatto sapere che "non è di suo interesse".
Caro Sandro, come vedi, sui problemi che tu poni come base di dialogo, si
intrecciano in modo non risolvibile delle visioni sia politiche che
religiose. E poiché purtroppo, politica e fede religiosa oggigiorno si
strumentalizzano a vicenda, allora un sano dibattito veramente arricchente
diventa difficile se non impossibile. Chissà che un giorno non si possa
tornare ad un cristianesimo di tipo pre-costantiniano: forse sarebbe un
primo passo verso "una chiesa del vangelo e non del potere, del giudizio e
della presunzione".
Caro Sandro, nonostante tutte queste difficoltà ed il relativo mio
pessimismo, credo fortemente che il dialogo abbia sempre (se non "hic et
nunc" certamente "sub specie aeternitatis") una valenza positiva: sono
quindi disponibile dove e quando vuoi.
Un plauso a Repubblica che accetta di dare voce nelle sue pagine anche a
problemi e dibattiti di questo tipo: sono temi forse un po' noiosi, ma che,
prima o poi, toccano tutti noi.

DOMENICO MANARESI


Mitt.: Domenico Manaresi - Via P. Gubellini, 6 - 40141 Bologna - Tel&Fax:
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