BUKAVU: REAZIONE DELLA CHIESA IN DIFESA DELL'ARCIVESCOVO KATALIKO



Chiediamo di dare la massima diffusione a questo comunicato


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traduzione nostra
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ARCIVESCOVADO
B.P 162
B  U  K  A  V  U

RIDATECI IL NOSTRO PASTORE
Sua Ecc. Mons. Emmanuel Kataliko

Lettera aperta della Chiesa Cattolica di Bukavu

Questo sabato, 12 febbraio 2000, attendevamo il ritorno a Bukavu del nostro
Pastore, Sua Ecc. Mons. Emmanuel Kataliko, di ritorno da Kinshasa, dove ha
partecipato alla riunione statutaria del Comitato Permanente
dell'Episcopato del Congo.
Con grande costernazione, apprendiamo che a partire da Goma, Mons. Kataliko
e' stato condotto forzatamente a Butembo.
E' dichiarato "persona non gradita", e gli viene proibito di recarsi nel
territorio congolese occupato dal Rwanda.
Dunque la Chiesa Cattolica di Bukavu e' privata del suo Pastore.

Egli e' stato calunniato e diffamato: e' tacciato di incitare la
popolazione all'odio etnico, facendo riferimento al suo messaggio di Natale
1999.
In quel messaggio, Mons. Kataliko denunciava gli abusi del potere rwandese
sul popolo congolese straziato, reclamava giustizia e rispetto della
dignita' umana, liberta', e il ritiro di tutte le truppe straniere.

Durante la settimana dal 31 gennaio al 6 febbraio 2000, settimana di
disobbedienza civile pacifica attuata con lo sciopero generale di tutte le
componenti della popolazione, il potere locale ha accusato specificamente
la Chiesa Cattolica di essere alla base di questo movimento.
Di conseguenza, cio' che e' legittima protesta sociale viene descritto dal
Rwanda e dall'RCD come un'incitamento all'odio etnico e alla xenofobia,
laddove ne' il messaggio del Vescovo ne' le rivendicazioni sociali non
contengono nulla di simile.
Noi denunciamo questa confusione deliberata che caratterizza la strategia
abituale del potere locale, messa in atto per giustificare agli occhi
dell'opinione internazionale le estorsioni commesse sul popolo congolese.
Cosi' il Rwanda, tramite l'RDC, va avvelenando il clima sociale, mirando a
creare delle occasioni di repressioni violente.

Ecco il pretesto che il Rwanda e l'RCD accampano per fare dell'Arcivescovo
di Bukavu il capro espiatorio di una situazione di cui essi sono gli unici
responsabili.
DI FRONTE A QUESTO DRAMMA, ATTACCARE IL VESCOVO E' ATTACCARE TUTTA LA
CHIESA CATTOLICA.
"Una diocesi e' una porzione del popolo di Dio affidata ad un vescovo
perche', con l'aiuto del suo presbiterio, ne sia il pastore; cosi' la
diocesi legata al suo pastore e da lui radunata nello Spirito Santo grazie
al Vangelo e all'Eucarestia, costituisce una chiesa paricolare in cui e'
realmente presente e agente la Chiesa del Cristo, una, santa, cattolica e
apostolica" (C.D n° 11§ 1).

L'assenza del nostro pastore paralizza tutta la vita della nostra Chiesa.
Percio' noi chiediamo con forza: ridateci il nostro pastore.
Cosi', finche' egli non sara' ritornato fra noi, noi facciamo il lutto
diocesano, osservando un digiuno liturgico e sacramentale.
Perche' per natura "il Vescovo deve essere considerato come il gran
sacerdote del suo gregge; la vita cristiana dei suoi fedeli deriva e
dipende da lui in qualche modo. Percio' tutti devono accordare la piu'
grande stima alla vita liturgica della diocesi attorno al vescovo,
soprattutto nella chiesa cattedrale; essi devono essere convinti che la
principale manifestazione della Chiesa consiste nella partecipazione
plenaria e attiva di tutto il santo popolo di Dio alle stesse celebrazioni
liturgiche, soprattutto nella stessa Eucarestia, dentro una sola preghiera,
presso l'altare unico presieduto dal Vescovo attorniato dal suo presbiterio
e dai suoi ministri" (S.C n°41).

Nell'attesa del ritorno del nostro Arcivescovo, noi dichiariamo la
cessazione delle attivita' liturgiche nelle chiese.
Lo stesso avverra' per tutte le attivita' professionali e sociali della
diocesi di Bukavu.

Noi chiediamo a tutti i fedeli:
- di raccogliersi in una preghiera intensa, in famiglia o in C.E.V.,
nell'ascolto della parola di Dio
- di astenersi da ogni parola o azione violenta nei confronti di chiunque
- di evitare ogni manifestazione in strada
- di intensificare lo spirito di condivisione e di solidarieta' in questo
tempo difficile.

La presente dichiarazione e' un grido di disperazione di tutto un popolo.
NOI DOMANDIAMO ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE DI ASSUMERSI LE SUE
RESPONSABILITA' DAVANTI ALLA STORIA E DI INTERVENIRE IMMEDIATAMENTE PER
SALVARE UNA POPOLAZIONE PRESA IN OSTAGGIO.

Che la Vergine Maria, Patrona della nostra Diocesi e Regina della Pace,
interceda per il nostro pastore e per la Chiesa du Bukavu.

Bukavu, 12 febbraio 2000

(seguono 17 firme per il collegio allargato)




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