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cattolici ingessati (sempre più!!!) e delatori



(Ricevuto e inoltrato)
 Riporto un articolo di oggi 23/04/2004 da "Il Resto Del Carlino".

 FEDELI, DENUNCIATE LE MESSE CREATIVE

 la messa diventa un concerto rock? Sotto l'altare si esibiscono ballerini
etnici in costume?
 E ancora, il parroco ammette i divorziati all'eucarestia o permette a un
laico di sostituirlo nell'omelia? l'appello del papa è categorico:
"DENUNCIATE!". La raccomandazione richiama l'enciclica <<ECCLESIA DE
EUCHARISTIA>>, con la quale il PAPA CENSURA manifestazioni POCO DIGNITOSE
COME GLI APPLAUSI ALLA FINE MATRIMONIO, ma sopratutto VIETA TASSATIVAMENTE
L'INTERCOMUNIONE TRA CATTOLICI E CRISTIANI DI ALTRE CONFESSIONI.
 Oggi in Vaticano verrà presentata l'istituzione della congregazione, una
sorta di decreto alternativo all'enciclica.



(a conferma!)

I fedeli possono denunciare le messe creative
Ansa 23/4/2004
 URL: http://www.panorama.it/italia/vaticano/articolo/ix1-A020001024215

Presso il Vescovo o le competenti Congregazioni si posono denunciare gesti,
canti o espressioni liturgiche non conformi alle regole. Quello che si deve
e non si deve fare a Messa


Il Vaticano riconosce il diritto del fedele a denunciare al vescovo o
direttamente alla Santa Sede gli abusi che riscontrasse nella celebrazione
della messa, cioé quei gesti, canti o espressioni liturgiche non conformi
alle regole ecclesiastiche.

Se cioé si sentiranno turbati da danze etniche o chitarre, da omelie
affidate a un laico anziché al prete, da parti della liturgia di competenza
sacerdotale lette invece da normali fedeli, da "intercomunioni" tra
cattolici e cristiani di altre confessioni, i fedeli potranno far appello
alla suprema autorità del Papa.

Lo stabilisce l'Istruzione della Congregazione per il culto "Redemptionis
sacramentum", su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la
Santissima Eucarestia che verrà presentata sabato 24 aprile in Vaticano.
Il documento, secondo quanto risulta da alcune anticipazione, è una sorta di
"decreto attuativo" dell'ultima enciclica wojtyliana (la Ecclesia de
Eucharistia pubblicata il 17 aprile del 2003).
Verrà illustrato dal prefetto e dal segretario della Congregazione per il
culto, cardinale Francis Arinze e mons. Domenico Sorrentino, e dal
segretario della Congregazione per la dottrina della fede mons. Angelo
Amato.
Il testo è frutto di una lunga gestazione e di diverse stesure successiva,
visto che la prima, lo scorso autunno, aveva provocato una frattura tra
ecclesiastici "tradizionalisti" e "progressisti".

Tanto che, sembra, alcune decise censure contro gli applausi e danze in
chiesa sono state attenuate mentre il taglio più drastico è avvenuto sul
problema dell'intercomunione.
La sua condanna, già pronunciata dall'enciclica papale, non viene
esplicitamente ribadita ma soltanto vi si allude, facendo riferimento
all'articolo del codice di diritto canonico che la vieta.
È questo il frutto più evidente delle proteste di alcuni dicasteri vaticani
e del presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, card.
Walter Kasper che all'indomani dell'ultima enciclica si trovò a fronteggiare
lo sconcerto e le critiche dei cristiani delle altre confessioni che
interpretarono la norma come un attacco all'ecumenismo.

L'idea che i fedeli vadano dal vescovo o presso le competenti congregazioni
vaticane a denunciare gli abusi nella messa suscita qualche perplessità in
ambito ecclesiale, e c'è chi teme fenomeni di delazione o l'ingessamento
delle messe, per timore di innescare ingiustificate segnalazioni alle
autorità ecclesiastiche.

Il Papa, che già nell'enciclica aveva demandato a successivi documenti il
compito di applicarla, ha accennato agli "abusi" nelle messe anche lo scorso
dicembre, con una lettera in occasione del 40/mo anniversario della
costituzione conciliare sulla liturgia, la Sacrosantum concilium.
Nella lettera, indirizzata al prefetto della Congregazione per il culto
divino, Giovanni Paolo II invitava a riscoprire il "valore del silenzio"
nella messa e a "educare al silenzio" nelle celebrazioni e accennava ad
"abusi" nelle messe, nati da un malinteso spirito conciliare e contrari alla
normativa liturgica. Non faceva però esempi concreti di tali abusi.

QUELLO CHE SI DEVE E NON SI DEVE FARE A MESSA
Ecco alcune raccomandazioni che negli ultimi mesi il Papa in persona e in
generale la chiesa cattolica hanno più volte fatto, sia con interventi
diretti, sia con l'enciclica Ecclesia de Eucharistia, sia con richiami
indirizzati a situazioni particolari

Pregare Dio cantando in modo non sciatto e trasandato e senza
banalizzazioni; mantenere il decoro richiesto dalle norme liturgiche per la
celebrazione delle messe; utilizzare con criterio gli elementi importati
dalle differenti culture come balli, canti e costumi tradizionali;
rispettare le norme sulle esclusioni dall'eucarestia, come nel caso dei
divorziati; ma anche evitare che movimenti e gruppi facciano della messa una
propria rappresentazione.
Giovanni Paolo II ha in particolare esortato i fedeli a ridare un posto di
primo piano alla musica e al canto durante la messa, ma non in modo sciatto
e trasandato: "Bisogna pregare Dio non solo con formule teologicamente
esatte, ma anche in modo bello e dignitoso".
Un incoraggiamento da pare di Wojtyla è venuto nei confronti della musica
sacra: gregoriano, polifonia e musica d'organo infatti non hanno quasi più
cittadinanza nelle chiese e le messe si dibattono tra una musica antica
quasi sparita e una nuova ancora molto da perfezionare, e che in certi casi
fa inorridire.

(ANSA)

cattolici sempre più  mummificati, ora anche delatori!!
ma come si può ancora dare credito a chi pensa queste cose???? come si può
ascoltare una parola di più???? sarebbe opportuno prendere coscienza e
assumersi la propria responsabilità di fronte alla Parola che non è mai per
interposta persona!!
Perchè allora dare credito alle gerarchie? E ci riguarda un po' tutti, anche
quelli che "vanno in chiesa" per battesimi (non si sa mai!), matrimoni (come
rinunciare ad una festa in abito bianco??) funerali (l'ultimo atto ci
vuole!!!) ecc, ecc.
La domanda radicale si impone: ma io chi sono?
(associazione partenia)