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Privatizzazioni?




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  Sent: Monday, February 16, 2004 10:16 PM
  Subject: Privatizzazioni?


  "Milano sempre anticipa", diceva Salvemini un secolo fa. Forse è vero anche oggi. Per questo può essere utile a tutti, meneghini e non, accendere una lampadina da 100 watt e far luce sulla privatizzazione "sostanziale" dell'Aem, l'azienda elettrica milanese. 
  Il sindaco Albertini è senza soldi, Silvio non gli sgancia neanche un nichelino e quindi ha deciso di vendere un ulteriore 17,6% del gioiello di famiglia (il 49% è già stato ceduto cinque anni fa).  Il Comune diventerà socio di minoranza ma, attraverso una serie di modifiche statutarie da approvare con il consenso dei due principali azionisti privati Atel e Edison, manterrà ugualmente la maggioranza nel Consiglio di amministrazione.
  Il centrosinistra ha espresso compatto il proprio dissenso: 
  1. non serve intaccare il patrimonio, il bilancio del Comune permette altre manovre, è meglio emettere un bond; 
  2. le modifiche statutarie  sono un modo artificioso di manipolare  i principi fondamentali della democrazia azionaria, in aperto contrasto con la normativa interna e comunitaria.
  Più in profondità,  noi rosabianchisti di "persona e comunità" - segnatevi questa sigla! - abbiamo colto l'occasione per riproporre alcuni dubbi sull'intero processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali.
  a. Se queste attività, gestite da manager in gamba con criteri di efficienza e di efficacia, producono utili, perché tale rendita deve finire nelle tasche dei privati? Perchè non deve rimanere  nelle casse della collettività, in modo da evitare aumenti delle tasse e/o tagli dei servizi comunali?
  b. In una fase particolarmente difficile per l'industria italiana, perché vendere un altro pezzo pregiato che volerà quanto prima all'estero? Perché l'energia italiana deve finire nelle mani dei francesi o degli svizzeri?
  c.Siccome ci sentiamo più poveri e insicuri,  e il deficit elettrico del giugno scorso e il black-out di fine settembre  hanno posto in chiara evidenza la situazione di estrema fragilità e vulnerabilità in cui versa il nostro sistema elettrico (situazione mai capitata dal dopoguerra in poi), non è il caso di prevedere che la gestione di questo servizio pubblico fondamentale resti in mano pubblica?
  Domande secche che chiedono risposte nette, a livello nazionale, da parte dell'Ulivo new look (che non può ridursi ad una destra light).
  Nel nostro album di famiglia resta lì, ben in vista,  il ritratto di Enrico Mattei. Cinquant'anni fa fondò l'Eni, impostò una politica di autonomia energetica dell'Italia e instaurò nuovi rapporti con i paesi petroliferi mediorientali e nordafricani in contrasto con la politica delle grandi compagnie americane. Morì il 27 ottobre 1962 in un incidente aereo e le cause non furono mai chiarite. Ora vive e lotta insieme a noi!

  Un saluto affettuoso
  g.
   
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  Giovanni Colombo
  presidente nazionale della Rosa Bianca
  consigliere comunale di Milano - indipendente ds

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