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Vigili del Fuoco: un'altra morte bianca



Vigili del Fuoco: un'altra morte bianca

		Non parlate a nome nostro

		Il gravissimo incidente verificatosi ieri mattina nei
pressi di Roma che ha causato la morte di un collega sommozzatore, va ad
aggiungersi alle ormai frequenti tragedie che colpiscono i lavoratori del
Corpo nazionale, esposti sempre di più a elevati rischi di vita. Dalle
pagine dei quotidiani nazionali di questa mattina si sono potute leggere le
dichiarazioni retoriche da post-tragedia, a cui ci hanno ormai abituati i
vari rappresentanti di governo. La sordità politica nei confronti della
nostra categoria è stata ed è un dato di fatto: tuttavia, non ci
rassegniamo e respingiamo al mittente il ruolo di "eroe nazionale" che
sacrifica la propria vita. Noi siamo dei lavoratori costretti, grazie alle
cattive politiche in materia di soccorso e protezione civile, a svolgere il
nostro lavoro in condizioni precarie e scarsamente riconosciute. In questi
mesi il Ministro dell'Interno ha dimostrato un concreto disinteresse per le
condizioni di lavoro dei vigili del fuoco, evidenziato anche da un
assordante silenzio alle richieste d'incontro da parte dei rappresentanti
dei lavoratori. In questo momento drammatico chiediamo al ministro e ai
rappresentati istituzionali di rispettare il nostro dolore con il silenzio.
Oggi non devono parlare a nome nostro, con qualche facile dichiarazione
mediatica, ma nelle sedi istituzionali dimostrando concretamente di avere
l'attenzione doverosa nei confronti dei lavoratori del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco.

Roma 15/1/2003

Stefano Del Medico