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COSA È E COSA VUOLE IL COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA



Vi inviamo qui di seguito e nel file allegato il documento

discusso all'incontro nazionale di Caserta del dicembre scorso.
Vi preghiamo di darne la massima diffusione. Grazie per l'attenzione.

Saluti solidali
Comitato Immigrati in Italia

....

COSA È E COSA VUOLE IL COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA


1. IL COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA

Il Comitato Immigrati in Italia si propone di essere una forma di
collegamento stabile tra comitati, associazioni, gruppi, collettivi,
singoli/e attivisti/e che esprimono in vario modo lo sforzo multiforme di
autorganizzazione per l’affermazione dei diritti, della libertà, della
dignità dei cittadini/e immigrati/e in Italia. La peculiarità della nostra
rete sta nel fatto che ne sono promotori e protagonisti attivi immigrati/e
provenienti da qualsiasi paese attualmente residenti in Italia.
Pensiamo che, perlomeno in questo momento, la forma di lavoro comune della
rete sia il più rispondente alla nostra situazione. Infatti, consente di
mettere in contatto e di far agire insieme realtà molto diverse tra loro
(partecipano al comitato: associazioni a composizione etnica, nazionale o
continentale omogenea, associazioni miste, associazioni antirazziste di
immigrati e italiani, organismi impegnati su temi specifici, altre con
finalità generali, singoli o raggruppamenti, realtà di diverso orientamento
politico ecc.) a cui finora è mancato uno spazio di iniziativa comune su
scala italiana.

Il Comitato Immigrati in Italia si caratterizza perché:
· Si relaziona attraverso una rete di comunicazione, di collaborazione, di
iniziativa comune e di sostegno reciproco tra realtà locali diverse che
condividono alcuni principi, obiettivi e metodi, evidenziati più avanti.
· Chi aderisce al Comitato Immigrati in Italia è libero di partecipare ad
altre reti o coordinamenti su scala locale, nazionale o internazionale, e
allo stesso tempo si impegna all’estensione della nostra rete e allo
sviluppo delle sue attività.
· Nelle città e nelle regioni dove sono presenti più realtà aderenti al
Comitato Immigrati in Italia queste realizzano le forme di coordinamento e
lavoro comune a livello locale che ritengono più adeguate alla loro
situazione, in uno spirito di collaborazione e solidarietà.


2. I NOSTRI PRINCIPI

UNITÀ
Siamo stranieri venuti da paesi in guerra, o in grave crisi economica, o
dove i tiranni hanno creato un regno a loro piacimento, o arrivati in Italia
per altri motivi.
Siamo tutti dei lavoratori sfruttati il doppio, molti di noi lavorano senza
diritti 12-14 ore al giorno sette giorni su sette.
Queste nostre affinità di immigrati – sfruttati – senza diritti creano forti
legami e collegamenti e ci spingono a lottare insieme per la difesa dei
nostri diritti.
SOLIDARIETÀ
Nelle sofferenze, nelle mancanze, nella fame, nelle malattie si vedono gli
amici. Noi, a cui tante volte manca la carezza dei genitori, il bacio del
nonno, l’abbraccio del fratello e la mano del conoscente, stiamo imparando
il vero senso della solidarietà, quella vera, non la carità e ipocrisia.
Dobbiamo imparare di più e insegnare a porgere la mano a tutti quelli che
soffrono per le ingiustizie del potere e per la mancanza di diritti, e a
coloro che lottano per conquistare il meglio per tutti.
Gli aderenti al Comitato Immigrati in Italia riconoscono di avere in comune
i principi dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani e della solidarietà
tra chi è colpito da qualsiasi forma di sfruttamento e di oppressione.
Sosteniamo l’opposizione attiva a ogni tipo di razzismo e di
discriminazione. Sappiamo che oltre a colpire gli immigrati questi mali
colpiscono anche i lavoratori italiani e si esprimono anche all’interno
della popolazione immigrata. Noi le vogliamo combattere in qualunque caso.
Oltre che da questi principi generali e dagli obiettivi comuni, siamo legati
tra noi dalla volontà di sostenerci a vicenda.
Il nostro comitato è pluralista: non solo raccoglie persone e realtà con
caratteristiche ed idee politiche, convinzioni filosofiche e religiose
diverse, ma considera questa molteplicità una forza e basa i rapporti tra
noi sulla libera discussione e il rispetto reciproco.
Un principio base delle nostre azioni deve essere la solidarietà tra le
varie etnie, allo scopo di rompere l’isolamento delle comunità (e anche l’
intolleranza che a volte esiste tra cittadini/e immigrati/e), creando una
stretta rete di legami umani capace di rispondere attivamente e velocemente
agli attacchi quotidiani contro gli/le immigrati/e come le espulsioni, le
perquisizioni, i controlli della polizia, i campi lager (CPT) e a tutte le
leggi razziste degli stati europei.
AUTONOMIA
L’autorganizzazione, o meglio, la creazione delle basi per il protagonismo
diretto degli/lle immigrati/e nelle lotte, nella rivendicazione dei diritti
di cittadinanza è un passaggio irrinunciabile e strategico per il nostro
comitato.


3. FINALITA’ DEL COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA

Le principali finalità di questo lavoro in rete sono le seguenti:
- Far riconoscere e valorizzare una nostra identità e capacità di
iniziativa, in quanto immigrati/e impegnati: unirci e comunicare più
attivamente e regolarmente serve prima di tutto a noi stessi. Le attuali
leggi e la mentalità razzista non ci considerano neanche come persone ma
solo come braccia da lavoro, quindi senza diritti e senza dignità; la
politica ufficiale e i mass media parlano di noi come “fenomeno” o come
“problema”; a volte, anche le persone antirazziste rischiano di pensare a
noi immigrati come “oggetti” a cui dare assistenza, a cui offrire
solidarietà, non a soggetti con cui lavorare da pari. Questo incide anche
sulla mentalità di molti di noi e dobbiamo rovesciare questa situazione. L’
impegno e l’esperienza che abbiamo accumulato dimostra che possiamo farlo.
- Mettere in comune le nostre esperienze, i risultati e le difficoltà che
incontriamo. Per lottare e organizzarci in ogni realtà abbiamo fatto tanti
sforzi, a volte abbiamo commesso errori, ma abbiamo anche inventato forme
nuove per associarci e far sentire la nostra voce. Possiamo imparare dalle
diverse esperienze, consigliarci a vicenda, mettere a disposizione le
informazioni, le competenze e le conoscenze che abbiamo, scambiarci
materiali e strumenti di attività utili a tutti. Soprattutto, possiamo
confrontare le situazioni in cui vivono gli immigrati nelle varie regioni d’
Italia, valutando le caratteristiche comuni e quelle differenti, per
definire la strada migliore per ottenere il rispetto dei nostri diritti e
della nostra dignità. Lo possiamo fare con una sensibilità e una
comprensione dei problemi particolare perché noi siamo immigrati/e, abbiamo
vissuto la clandestinità, viviamo sulla nostra pelle la discriminazione, il
razzismo, l’ingiustizia.
- Suscitare un maggiore coinvolgimento e partecipazione attiva dei/delle
cittadini/e immigrati/e: si tratta in primo luogo di aiutare a sconfiggere
la paura, l’individualismo e la rassegnazione, a volte la convinzione che
qui siamo “ospiti” senza il diritto di pretendere nulla; dobbiamo fare un
lavoro capillare per fare capire agli immigrati che le mobilitazioni non
sono finalizzate solo all’ottenimento del permesso di soggiorno, ma che è
giusto e possibile lottare per migliorare tutti gli aspetti della nostra
vita qui (dalle condizioni di lavoro al diritto ad abitare in case decenti),
dobbiamo mostrare concretamente come unirsi e organizzarsi
- Promuovere l’autorganizzazione, il libero associazionismo per realizzare
concretamente il protagonismo degli/delle cittadini/e immigrati/e. Per
autorganizzazione intendiamo la capacità di autodefinirsi, agire e
impegnarsi in prima persona senza delegare ad altri la difesa delle nostre
esigenze. Elaborare una propria autonomia d’azione che permetta agli
immigrati di essere protagonisti del proprio destino. Autorganizzazione non
deve però significare una chiusura su se stessi, ma deve accompagnarsi
sempre al dialogo e alla collaborazione con le altre realtà che si occupano
d’immigrazione e di tutela dei diritti, come ha dimostrato la nostra
attività in diversi ambiti. La questione importante è riuscire a parlare
direttamente a tutti gli/le immigrati/e per coinvolgerli in prima persona in
una battaglia che non si limiti solo alle questioni contingenti, ma che
abbia l’orizzonte più ampio dell’affermazione della dignità, della giustizia
e della libertà.
- Ideare, proporre e realizzare attività comuni, campagne e mobilitazioni: è
molto importante, tramite la rete che stiamo costruendo, riuscire ad avere
sempre più forti iniziative comuni a livello di tutto il paese, realizzate
localmente ma coordinate su scala nazionale. Ciò può dare più forza alle
nostre rivendicazioni, far crescere la fiducia e il coraggio delle persone
che coinvolgiamo, far crescere il movimento degli immigrati. Vogliamo tenere
sempre presenti – grazie al contatto diretto e quotidiano che abbiamo – le
aspettative, i timori e le necessità dei/delle cittadini/e immigrati/e e
cercare di ideare attività e iniziative più rispondenti a queste esigenze.
Dobbiamo lavorare affinché le associazioni di immigrati/e acquisiscano
sempre più forza e autorevolezza anche nei confronti delle istituzioni e
dello stato. In questo senso, il nostro impegno va nella direzione di
costruire, con tenacia e senza improvvisazioni, un coordinamento nazionale
che sia in grado di battersi per migliorare le condizioni della nostra
permanenza in Italia.
- Contribuire con maggior forza allo sviluppo del movimento contro il
razzismo, per l’affermazione dei diritti e della dignità, per la libertà di
tutti/e. In Italia, negli ultimi dieci anni, con la crescita dell’
immigrazione, si è sviluppato un ampio movimento antirazzista che in certi
momenti è riuscito a far sentire con grande forza la propria voce, ma non è
bastato ancora per contrastare le leggi sempre più razziste emanate dal
parlamento italiano e la diffusione di comportamenti xenofobi,
discriminatori e a noi ostili nella società. Per questo, insieme all’
autorganizzazione degli immigrati, è importantissimo il rafforzamento del
movimento antirazzista tra gli/le italiani/e, perché per cambiare le cose,
bisogna cambiare la mentalità della maggioranza.

OBIETTIVI
Gli obiettivi che ci poniamo, le rivendicazioni concrete per cui ci
battiamo, riguardanti tutti gli aspetti – specifici e generali – delle
condizioni di vita, dei diritti, della dignità e delle libertà dei/delle
cittadini/e immigrati/e in Italia e nel mondo sono già stati, in gran parte,
al centro delle nostre mobilitazioni e verranno esposti in forma esauriente
in un’apposita piattaforma, che presenteremo a parte.


4. FUNZIONAMENTO
Il Comitato Immigrati in Italia agisce in forma aperta, plurale e
costruttiva.
È sempre aperto all’adesione, alla partecipazione e alla collaborazione di
immigrati/e, che siano singoli/e oppure organizzati/e in forma collettiva.
Le decisioni comuni su iniziative nazionali, prese di posizione generali,
campagne, mobilitazioni vengono proposte ed esaminate nel corso degli
incontri nazionali che svolgiamo ogni due mesi circa, a rotazione nelle
varie città ove sono presenti aderenti al Comitato. Ogni decisione è in ogni
caso sottoposta alla discussione e alla ratifica delle realtà locali.
Il Comitato Immigrati in Italia ha un funzionamento pluralista: non ha un
portavoce unico o dei rappresentanti nazionali permanenti, ma si esprime
attraverso le parole e le azioni delle persone e delle realtà organizzate
aderenti al Comitato che agiscono a livello locale. A livello cittadino o
regionale, le realtà che fanno parte del Comitato possono scegliere
liberamente la forma di organizzazione del lavoro comune e l’eventuale
espressione di portavoce locali. L’importante è che le iniziative realizzate
localmente a nome del Comitato siano coerenti con i principi, le finalità e
i metodi definiti nel presente documento.
Gli strumenti di lavoro del Comitato sono soprattutto le assemblee di
quartiere, paese, città, nazionali ed europee. Le assemblee del comitato
sono riservate alla partecipazione degli e delle immigrati/e. È importante
che ci facciamo conoscere da tutte le comunità, associazioni ed
organizzazioni di immigrati/e attraverso un manifesto programmatico tradotto
in tutte le lingue, che prepareremo e discuteremo insieme nell’ambito delle
assemblee cittadine e nazionali.
Di volta in volta, quando se ne valuta l’utilità o necessità, l’incontro
nazionale del Comitato può incaricare una o più persone di rappresentare il
Comitato in un’occasione specifica, in un’iniziativa o per un particolare
compito.
Il Comitato Immigrati in Italia ha un approccio costruttivo, in tutti i
sensi: cerca di affrontare le difficoltà, le differenze e le incomprensioni
per andare in avanti, per crescere tutti/e, non per dividersi né per imporre
la preminenza di qualcuno su altri; vive nel continuo sviluppo della rete
che abbiamo cominciato a costruire e del movimento più generale a cui
partecipiamo; aiuta la costruzione di organismi autorganizzati in tutte le
città, cercando di fornire il maggior sostegno possibile e rispettandone la
completa autonomia di decisione.
L’aspetto principale della vita del comitato è la rete di comunicazione tra
le varie città che stiamo costruendo e che vogliamo sempre più rafforzare.
Per questo si costituisce un gruppo di lavoro nazionale composto da una o
due persone (come nel caso di Roma e Brescia, dove aderiscono molte
associazioni) per ogni città. Questo gruppo di lavoro ha in primo luogo il
compito di garantire la massima comunicazione tra tutte le città, preparare
gli incontri nazionali, realizzare praticamente le decisioni proposte negli
incontri nazionali e assunte a livello locale. Quando lo ritiene utile
questo gruppo di lavoro può riunirsi per organizzare la sua attività, ma
soprattutto deve funzionare come collegamento quotidiano tra le varie città.
Infine, uno dei compiti del gruppo di lavoro è favorire la presa di contatto
con nuove realtà nelle città dove siamo già presenti e in quelle dove non
siamo ancora, cioè deve aiutare a ingrandire la nostra rete.


5. DIVERSI MA INSIEME
Riunirci “tra noi” immigrati non significa pensare di agire separatamente
dal movimento antirazzista e di solidarietà che vede impegnati/e tanti/e
italiani/e. Non si tratta di costruire qualcosa in alternativa alle reti e
alle esperienze a cui in molti partecipiamo già (dai social forum ai
sindacati, dai movimenti alle associazioni “miste”), ma di fare qualcosa in
più.
Siamo interessati e disponibili a lavorare e collaborare con tutti coloro
che si battono per obiettivi uguali, simili o convergenti ai nostri; per
collaborare non pretendiamo che le nostre scelte siano sempre condivise o
comprese, l’unica cosa che pretendiamo è il rispetto.
Alcuni attivisti italiani – che, lo abbiamo detto recentemente, sono la
parte più bella di quella società che ci ha accolto, rispettato e ha lottato
insieme a noi, che ha sostenuto i nostri diritti, le nostre richieste di
giustizia, di libertà, di lavoro e di dignità – hanno ancora difficoltà a
comprendere la nostra esigenza di avere uno spazio di incontro, di
comunicazione e di iniziativa autonomo. Li invitiamo a riflettere. Pensino
ad alcune esperienze storiche avvenute nel mondo: le lotte di liberazione
degli afroamericani negli Stati Uniti o dei neri sudafricani hanno avuto
bisogno di costruire una propria identità (proprio perché era negata dal
sistema dei bianchi), di proprie organizzazioni autonome, per combattere il
segregazionismo e l’apartheid. Così succede tutt’ora per le popolazioni
indigene del centro e sudamerica, in lotta per difendere il proprio diritto
all’esistenza e alla dignità. Anche le donne hanno avuto bisogno di
confrontarsi e organizzarsi “per conto proprio” per costruire un grande
movimento di emancipazione e liberazione delle donne; questo ha poi
contribuito all’avanzamento di tutta la società. Ecco, ora, noi immigrati/e
sentiamo una necessità simile a quelle sentite dagli afroamericani, dai neri
sudafricani, dagli indios americani, dal movimento femminista: essere più
forti “tra noi” per lottare meglio per la libertà e i diritti di tutti/e.
Ci piace qui ricordare una storica lotta di lavoratori immigrati divenuta un
simbolo in tutto il mondo: quella del 1886 a Chicago per conquistare le 8
ore di giornata lavorativa. Lì è nato il primo maggio, come giornata
internazionale di lotta di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici.
D’altra parte, l’immigrazione (cioè noi e i nostri fratelli e sorelle,
compagni/e di viaggio) sta trasformando la composizione sociale e umana
della società europea e italiana; sta trasformando anche i suoi movimenti: è
necessario inventare anche modi nuovi di confrontarci, di lottare insieme,
di fare politica, di costruire solidarietà per una società interetnica e
interculturale. Vorremo che il nostro impegno possa essere un contributo
positivo all’arricchimento e rafforzamento del movimento antirazzista e alle
varie esperienze associative, di movimento e di lotta a cui molti di noi
partecipano attivamente.


Coordinamento dei Migranti di Caserta; Coordinamento antirazzista Cesar K
(Verona); Gruppo migranti del movimento di lotta per la casa (Firenze);
Assoc. Interculturale Todo Cambia (Milano); Associazione Multietnica 2001
(Milano); Forum Sociale di Correggio; Immigrati in movimento (Napoli);
Comunità Burkina Faso ARBI (Napoli); JVP (Roma); Associazione
Latinoamericana El Condor (Roma); Comunità indiana; Dhuumcatu (Roma);
Associazione senegalese (Roma); UAWA (Roma); Comunità Moldava (Roma); SUTKA
(Roma); Illiria (Roma); Associazione Filippini (Roma); Forum Associazioni
immigrati (Brescia); Coordinamento immigrati CGIL (Brescia); Associazione
Latinoamericana di Cremona.



Per adesioni, informazioni e comunicazioni: comitatoimmigrati@libero.it