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del Mondo Kurdo a2 n7



 Del Mondo Kurdoanno 2 - numero 7
Bollettino settimanale a cura dell'Ufficio Informazione del Kurdistan in
Italia (UIKI - Onlus)
Via Quintino Sella 41, int.9, 00187, Roma tel. 06 42013576 fax. 06 42013799
uiki.onlus@tin.it, http://www.kurdistan.it/uiki/indexdelmondokurdo.html

1. Il PKK si dissolverà per quella che è la sua forma corrente e si
ristrutturerà e combatterà per i diritti del popolo kurdo attraverso
strumenti legali.

2. La Corte Costituzionale sta ponendo a carico dell'HADEP accuse affinché
lo si dichiari illegale in quanto presunto fronte del separatista PKK. Ma
l'HADEP respinge le accuse.

3. Gli studenti che hanno presentato le petizioni vengono forzati dalla
polizia.

4. Noam Chomsky ospite dei kurdi di Amed

5. Le famiglie dei bambini kurdi si sono costituite in Iniziativa

6. "Biji Serok Apo". Decine di centinaia di migliaia di kurdi in ogni parte
del Kurdistan e in  Europa hanno commemorato il terzo anniversario della
cattura del presidente del PKK Abdullah Ocalan.

***

 1. Il PKK si dissolverà per quella che è la sua forma corrente e si
ristrutturerà e combatterà per i diritti del popolo kurdo attraverso
strumenti legali. (AFP / 6 febbraio 2002)

"Da oggi in poi, le attività d'organizzazione e di partito del PKK in
Turchia e nei paesi dell'UE sono state fermate. Nessun lavoro sarà condotto
a nome del PKK". Fonti vicine al PKK dichiarano che sono in fase di
considerazione alcuni nomi alternativi. Inoltre, i dirigenti del partito
hanno dichiarato che si potrebbe ritornare alle armi se non si verrà
incontro alle richieste culturali. "La Turchia deve realizzare che i nostri
passi positivi e democratici non sono permanenti".

Il PKK si dissolverà per quella che è la sua forma corrente e si
ristrutturerà e combatterà per i diritti del popolo kurdo attraverso
strumenti legali. Si tratta di una mossa del PKK per liberarsi di quella
immagine violenta, che causa divieti per le sue attività in molti paesi
europei e cercherà di perseguire i propri scopi attraverso mezzi
democratici e pacifici. Il PKK infatti è illegale in Turchia, Germania e
Gran Bretagna ed è stato definito fra le organizzazioni terroriste da
Ankara e Washington. Mentre nella recente lista delle organizzazioni
terroriste dell'UE non è stato inserito.

"Le nostre attività organizzative, ristrutturate, continueranno. Ogni sorta
di cambiamento e innovazione, che sono parte del nostro processo di
democratizzazione, compreso il nostro nome, verrà definitivamente decisa
nell'imminente VIII Congresso. Il nostro partito e il nostro popolo non si
confronteranno più con l'oppressione, il separatismo e il terrore, ma con
un fronte di pace e unione libera. Non si deve comunque credere che
l'opportunità per una soluzione democratica e pacifica, sviluppata
unilateralmente dal nostro partito e dal nostro popolo e la nostra pazienza
per la democrazia varranno per sempre".

Da quando il PKK ha posto fine alla lotta armata nel 1999, il grave
conflitto che vedeva coinvolto il sud est della Turchia è diminuito
significativamente. Ma Ankara ha sempre rifiutato ogni apertura del PKK per
la pace e l'esercito continua a cacciare i ribelli. Ankara ha anche
condannato gli sforzi del PKK per trasformarsi in un'organizzazione
politica e regolarmente colpisce ogni gruppo che viene considerato legato
al PKK, compreso il Partito della democrazia del popolo (HADEP). Infine, il
PKK dichiara il suo sostegno alla campagna di massa per l'istruzione in
kurdo e annuncia che simili campagne andranno avanti "nell'ambito di un
quadro democratico Š finché non acquisiremo i nostri diritti umani,
nazionali e democratici".

Attenzione: a questo proposito stiamo preparando un numero speciale di Del
Mondo Kurdo esplicativo.

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2. La Corte Costituzionale sta ponendo a carico dell'HADEP accuse affinché
lo si dichiari illegale in quanto presunto fronte del separatista PKK. Ma
l'HADEP respinge le accuse. (Reuters / 7 febbraio 2002)

Se una corte suprema vieta l'unico partito legale kurdo, milioni di kurdi
continueranno a portare avanti la loro lotta pacifica perché gli siano
concessi i diritti culturali, ha dichiarato il Presidente di HADEP. "Ci
sono milioni di persone dietro di noi. Si può chiudere il partito, bandirne
i leaders, ma quei milioni non scompariranno" ha detto Murat Bozlak,
aggiungendo che  "non lasceranno la via su cui si siamo incamminati."

La Corte Costituzionale sta ponendo a carico dell'HADEP accuse affinché lo
si dichiari illegale in quanto presunto fronte del separatista PKK. Ma
l'HADEP respinge le accuse.

Bozlak, che si deve confrontare con 22 anni di pena richiesta in base alle
accuse, dichiara di credere che le recenti riforme alla Costituzione turca,
originariamente fu stilata a seguito del colpo militare del 1980,
potrebbero permettere  alla Corte Costituzionale di risparmiare il suo
partito.

Il caso sarà la prima prova di queste riforme costituzionali, intese ad
adeguarsi ai criteri europei che comprendono una maggiore difficoltà alla
messa al bando dei partiti politici.

"Questo caso è dovuto al fatto che diciamo "i kurdi esistono". Nel passato
poteva essere abbastanza per metterci a tacere, ma non significa più che
andrebbe chiuso" ha detto Bozlak.

La Turchia proibisce ai partiti di costituirsi secondo linee religioso od
etniche, fin dagli anni '60 ben 20 partiti sono stati fatti sciogliere,
compresi i tre predecessori dell'HADEP. L'ultimo è stato il partito
islamico della Virtù, quando la Corte costituzionale l'ha dichiarato
illegale, era il principale partito d'opposizione. La maggior parte dei
partiti, poi, semplicemente si ricostituiscono sotto altri nomi.

"La Turchia non ha la tradizione della diversità, ha la tradizione a
chiudere i partiti. " ha detto Bozlak.

"Il nostro impegno fondamentale è quello di cercare di risolvere la
questione kurda, una delle questioni più dolorose della Turchia. Nessun
altro ne discute, lasciandoci fare tutto da soli" ha detto.

Durante le fasi più dure del conflitto con la guerriglia, gli attivisti
dell'HADEP hanno affrontato regolarmente periodi di detenzione e divieti
politici. Lo stesso Bozlak è già stato imprigionato per tre anni. Se
l'HADEP scamperà alla chiusura, i dirigenti dovranno usare la loro libertà
ritrovata per allargare la base del consenso e passare la soglia d'entrata
in Parlamento, altrimenti affrontare l'eliminazione alle elezioni.

"Che i kurdi ci sostengano è naturale. Ma dobbiamo lavorare per essere
rappresentativi di tutti in Turchia" ha concluso Bozlak.

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                    3. Gli studenti che hanno presentato le petizioni
vengono forzati dalla polizia.(MHA, 15 febbraio 2002)

                Alcuni fra gli studenti che hanno presentato le petizioni e
che sono stati arrestati o posti sotto custodia dalla polizia vengono
forzati dalla polizia a fornire informazioni e a collaborare con le
autorità. Alcuni ragazzi testimoniano di essere stati obbligati a firmare
dichiarazioni in cui si prestano ad informare le forze di sicurezza.  Chi
si rifiuta di farlo viene poi minacciato. Sono tempi duri anche per alcune
delle famiglie che hanno sostenuto la campagna, sedici di queste, infatti,
sono sotto la custodia della polizia.

***

4. Noam Chomsky ospite dei kurdi di Amed (MHA 15 febbraio 2002)

 Dopo il processo all'editore del suo libro, Noam Comsky, linguista e
semiologo di fama internazionale, ha lasciato la Turchia. Giunto fino a
Diyarbakir, lasciando il paese ha dichiarato "di aver avuto la possibilità
di conoscere molte persone interessate alla libertà d'espressione e di
pensiero. Si tratta di persone che colpiscono molto. Nel mondo ne ho
conosciute numerose, ma questi fra tutti hanno un posto speciale. La
speranza del futuro della Turchia, grazie all'esistenza di questa gente, è
positiva". Chomsky è rimasto un giorno intero ad Amed, ha partecipato ad un
seminario sulla giustizia, organizzato dalla Piattaforma democratica, tutto
quello che ha detto è stato ripreso in video e tradotto. Non appena è
partito il tutto è stato consegnato direttamente al DGM.

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   5. Le famiglie dei bambini kurdi si sono costituite in Iniziativa(Ozgur
Politika, 9 febbraio 2002)

 Ad Istanbul le famiglie che vogliono l'istruzione in kurdo per i loro
figli si sono costituite in "Iniziativa delle famiglie per l'istruzione in
kurdo". "In quanto famiglie vorremmo che venisse resa subito operativa la
richiesta d'istruzione in kurdo per i nostri figli così come abbiamo
presentato nelle petizioni", ha detto il portavoce Resul Serihan nel corso
della conferenza stampa che si è tenuta presso la sede di Istanbul di IHD.
Circa 30 famiglie, organizzazioni della società civile, partiti politici,
intellettuali e artisti erano presenti. "Non riteniamo ci sia nessun
collegamento tra il voler l'istruzione in lingua kurda e la separazione del
paese. Anzi, la libertà culturale, nell'ambito di quella d'espressione
culturale, anziché dividere aiuta ad una giusta unione sociale".
Intellettuali, scrittori e esponenti dell'associazionismo si sono rivolti
al Parlamento e ai partiti sottolineando che ogni ostacolo contro la
libertà d'insegnamento nella lingua madre va eliminato. Si deve aprire la
via alla libertà d'espressione senza divieti, senza repressioni. "Che i
nostri bambini possano imparare la propria lingua madre senza alcuna paura"
hanno concluso i genitori.

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                     6. "Biji Serok Apo". Decine di centinaia di migliaia
di kurdi in ogni parte del Kurdistan e in  Europa hanno commemorato il
terzo anniversario della cattura del presidente del PKK Abdullah
Ocalan.(Ozgur Politika, 16 febbraio 2002)

A Batman, Siirt, Van, Amed, Adana, Osmaniye, Koceli, Mersin, Istanbul,
Antep, Urfa, Izmir, Igdir, Antakya, Maras, Siirt, Mardinmigliaia di persone
hanno protestato, i giovani hanno acceso i fuochi e si sono riuniti in
forma di protesta. Donne e giovani hanno cantato in kurdo, hanno ricordato
con un minuto di silenzio il Presidente Apo. I poliziotti non sono
intervenuti fino alla fine delle manifestazioni, ma sporadicamente alcuni
giovani sono stati picchiati e arrestati.  Striscioni che denunciavano la
condanna del complotto internazionale sono stati innalzati sulle piazze
delle città kurde. A Diyarbakir, nel quartiere di Sur, in segno di lutto
tutte le luci sono state spente, non ci sono stati arresti. Ad Istanbul le
manifestazioni imponenti in alcuni tratti hanno chiuso alcune strade
importanti. "Nessuno può oscurare il nostro sole" era lo slogan più gridato.

In Italiale proteste sono state a Roma, Soverato, Venezia,Cecina e Milano,
i kurdi in silenzio senza gridare slogan, vestiti a lutto e imbavagliati
come il Presidente Ocalan al momento della cattura, in segno di denuncia
del silenzio cui vengono relegati da sempre: un popolo negato e dimenticato
da tutti. A Roma, è stata consegnata all'ONU un'istanza perché l'ACNUR si
assuma la tutela internazionale di Abdullah Ocalan, che ha avuto il
riconoscimento dell'asilo politico in Italia. A Milano un dossier
informativo, invece, è stato consegnato ai consolati di Grecia e USA.
Inoltre, gli avvocati italiani del collegio difensivo del Presidente Ocalan
visto il riconoscimento dell'asilo politico che l'Italia ha concesso, hanno
inviato una lettera al Presidente del Consiglio italiano e della
Commissione Europea richiedendo che la Turchia nel rispetto della decisione
presa in Italia protegga e liberi il Presedente Ocalan.

In Europa, migliaia sono scesi in piazza dimostrando tutta la loro rabbia,
fra kurdi e amici del popolo kurdo. A Stuttgart, Bremen, Hannover,
Mannheim, Saarbrucken, Dortmund, Duisburg in Germania, in Austria,
Bulgaria, Ungheria, Cipro, Danimarca, Inghilterra. Hanno così dimostrato e
gridato al mondo il loro stretto legame con il Presidente del PKK, vestiti
a lutto, in sciopero della fame, con i bambini che hanno saltato le scuole
e i genitori che non sono andati a lavoro, per i kurdi era una giornata di
lutto. Ogni manifestazione locale è stata organizzata in collaborazione
dalle organizzazioni kurde come PJA (Partito delle donne kurde) e Yek-Kom
(Federazione delle associazioni kurde in Germania). In Bulgaria, a Sofia
una manifestazione è stata vietata e la polizia è intervenuta, dieci
persone sono state arrestate.  Anche in Russia e nelle ex repubbliche
sovietiche sotto la guida dello YDK(Unione democratica del popolo kurdo)
donne, giovani e uomini kurdi hanno manifestato e consegnato dossier alle
autorità.

In Mediorientele manifestazioni sono state molto partecipate. In Siria a
Kamisli, Derik, Amude, Tirbespi, Dirbesiye, Sere Kani, Haseki e Cizrei
kurdi non sono usciti di casa, hanno indossato abiti a lutto e innalzato
una bandiera nera sulla propria casa. Nel pomeriggio in centinaia si sono
trovati in un sit-in, protestando contro Turchia, America e Israele hanno
maledetto il complotto contro il Presidente Ocalan. Colpiva molto che la
popolazione ha fatto propria la nuova strategia del PKK, gridando slogan
per l'unità e la democrazia. Ad Aleppo in tutti i quartieri abitati da
kurdi giovani, intellettuali, donne e bambini da una settimana hanno
organizzato riunioni e discussioni, il 15 febbraio poi si sono riuniti, i
bambini non sono andati a scuola, i genitori non hanno lavorato, tutti i
negozi dei kurdi sono rimasti chiusi e hanno esposto le bandiere nere.

Nel Kurdistan iracheno, ad Erbilgli studenti universitari hanno protestato
e divulgato un comunicato sostenendo la campagna di educazione in kurdo
degli studenti di Turchia. I migliaia del campo profughi di Mahmura, si
sono riuniti presso il municipio, hanno marciato fino alla sede del
commissario ONU, esponendo immagini del Presidente Ocalan e cartelli di
protesta.