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Re: denigrare Cuba: Lavaggio del cervello a colpi di joystick e mouse (Fwd) [JUGO]
Scusate il ritardo e l'uso della chiosa diretta, ma il tempo è sempre
poco.
Date forwarded: Mon, 21 May 2001 19:34:50 +0200
From: "glr" <glr.y@iol.it>
To: pck-diritti@peacelink.it
Date sent: Mon, 21 May 2001 19:42:08 +0200
Subject: Re: denigrare Cuba: Lavaggio del cervello a colpi di joystick e mouse (Fwd) [JUGO]
Priority: normal
Forwarded by: pck-diritti@peacelink.it
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> * On: 20 May 01, at 9:56
> * Subject: Re: denigrare Cuba: Lavaggio del cervello a colpi
> * Gianni Zampieri <zampieri.gg@libero.it> wrote:
>
> Spero però che l'odio per "quegli Yankee maledetti" non sia rivolto a
> tutti i cittadini americani, tra i quali sono sicuro esserci delle
> ottime persone. Personalmente non odio nemmeno quelle meno buone, come
> non odio qualche "hijo de p..." cubano, che pure sicuramente esiste. >
> > Sarei infine felicissimo se Fidel Castro, che per altro ammiro,
> riconoscesse l'esistenza e poi liberasse dalle carceri gli oppositori
> politici che vi si trovano; darebbe una lezione agli yankee e
> toglierebbe una macchia pesante dalla bandiera della rivoluzione.
>
> Beh, non è che scrivendo "vorrei veder morire di rabbia quei maledetti
> janqui" pino abbia sparato bombe all'uranio sugli usa...
Sì, però è una generalizzazione molto negativa, parente stretta di
settarismi, fondamentalismi, razzismi e altri ismi che non portano
nulla di buono a nessuno, nemmeno a Pino.
Per quanto
> riguarda i meno buoni d'ogni dove, odio no ma giustizia e giudizio
> almeno morale sì, per chi cittadino Usa mantiene e supporta le
> politiche Usa, anche se va detto che da Seattle e da Nader ma anche da
> prima, per non tornare al '69, qualcosa si muove anche là.
Io i giudizi morali sulle persone cerco (non sempre ci riesco) di
tenermeli per me, perché razionalmente so di non poter giudicare
nessuno, non conoscendo le ragioni e le esperienze che portano
ciascuno ad essere quello che è. Questo è uno dei motivi per cui
mi oppongo alle "punizioni" che non siano strettamente "educative"
(per quanto lo possano realmente essere), a cominciare dalla pena
di morte che è assolutamente diseducativa.
Poi, di
> hijos de p... cubani è piena la Florida, ma sicuramente qualcuno ce
> n'è ancora sull'isola, magari in incognito.
... o magari con riconoscibili ed ostentati galloni o altre insegne di
potere.
Ricordo in proposito
> l'anniversario recente dell'uccisione a Cuba di un turista italiano,
> di cui mi scuso di non ricordare il nome. Agli altri hijos de p... ,
> quelli cubani, che ci pensi Cuba come suo diritto e dovere.
Non vedo perché il villaggio si faccia globale o nazionale a seconda
dei casi. O tutti possiamo/dobbiamo preoccuparci della vita e dei
diritti di tutti, perché pensiamo di far parte di un'unica famiglia
umana (cosa che io considero razionalmente vera e inevitabile)
oppure ognuno può/deve farsi solo gli affari propri (cosa che io
considero assolutamente miope, di un egoismo assolutamente
stupido invece dell'egoismo intelligente che razionalmente
dovremmo attuare).
Anche il diritto (norme giuridiche nazionali e internazionali) stanno
faticosamente ed anche contraddittoriamente procedendo
comunque nella direzione di riconoscere il "diritto di ingerenza",
anche se purtroppo, come spesso è successo storicamente, una
prassi anche distorta e strumentale (lo hanno fatto in primis tutte le
rivoluzioni) precede la codificazione delle norme.
Detto
> questo, va considerato che il cittadino medio cubano non porta certo
> le responsabilità politiche del cittadino medio Usa,
(né del cittadino medio italiano quale io sono)
e non da oggi, da
> cui deriva il motto latinoamericano "maledetti janquis" (basta
> leggersi Hemingway, Steinbeck, Chinasky-Bukowsky).
Non mi pare che i cittadini latinoamericani abbiano rapporti con il
"cittadino medio Usa" (salvo che con turisti, ma solo in alcuni posti
precisi, sempre gli stessi, dove non so se li considerino "janquis"),
almeno i campesinos boliviani con cui ho vissuto io non li avevano,
ma con determinati personaggi come militari, agenti speciali,
commercianti, affaristi, volontari ed altre categorie specifiche.
Mi pare che per l'appunto facciano una certa differenza tra il più
generico "gringos" (rivolto anche agli europei), appena velato di un
po' di invidia più che di rancore, dallo sprezzante "janquis" che è
rivolto ai norteamericanos, impersonati dalle figure che loro più
direttamente conoscono.
Intanto quindi,
> consiglierei ad Amnesty di concentrarsi sul sistema giudiziario e
> carcerario Usa, ben più pesante e discriminatorio,
cosa che Amnesty fa da decenni, basta leggersi i rapporti annuali
e i comunicati stampa.
Non è che ci si deve occupare solo di chi sta peggio e non di chi
sta meno peggio. O tu aspetti di essere grave per correre, anzi farti
portare, all'ospedale?
> anche politicamente
> ma soprattutto socialmente, di quello cubano, modello cui anche
> l'Italia - non di Berlusconi ma anche del Cs - va ispirandosi. Se e
> quando il modello politico, sociale e giudiziario cubano diventerà
> modello per tutto il mondo occidentale e oltre al posto di quello
Usa,
> sarà occasione per Amnesty di occuparsene a tempo pieno.
Se per cambiare le cose bastasse operare sul modello prevalente,
potrebbe essere relativamente facile farlo. Un po' come
anticamente si battezzava un re e così si "convertiva" tutto un
popolo. Per fortuna o per sfortuna non è proprio o non è più così.
D'altronde anche il modello non è così circoscritto e identificabile in
un unico centro: la famiglia umana è sparsa su tutta la terra ed in
ogni dove i vari modelli ed i loro riflessi si intrecciano e si
mescolano.
Risulta per esempio che il maggior numero di multinazionali
abbiano la sede centrale in Europa e non negli Usa.
In questi giorni ho parlato con due donne nicaraguensi e quello che
raccontano del machismo e della violenza che ne deriva, che
ancora domina in quel paese, è cosa da rabbrividire. Dovremmo
meditare sui facili entusiasmi e sugli sperticati elogi della
rivoluzione sandinista, che per altri aspetti le stesse donne
appoggiarono e rimpiangono.
Chissà perchè
> sempre i deboli - soprattutto se oppositori o antagonisti degli Usa -
> devono apparire o essere assolutamente immacolati (per "togliere ogni
> macchia alla rivoluzione"), o chiamati Hitler.
Forse sono un po' giacobino o robespierriano (non che sia
favorevole al terrore o alla ghigliottina), ma credo semplicemente
necessario che chi propone e si propone come modello alternativo
(non c'entra l'essere forti o deboli) mostri concretamente di essere
migliore. Se critica e lotta la corruzione deve dimostrarsi
incorruttibile, se critica e lotta contro l'ingiustizia deve dimostrarsi
giusto e così via. In caso contrario il popolo, il destino, la storia non
saranno più teneri con lui che contro i suoi nemici, tutt'altro.
Non dipende da me.
Non ho mai chiamato Hitler nessun'altro che Hitler.
>
> cari saluti
> Giorgio Ellero
> <glr.y@iol.it> - <glry@libero.it>
> http://digilander.iol.it/glry
> -----
>
Ciao.
Gianni Zampieri, cdm.
via Figliodoni, 2 - 23891 Barzanò (Lc)
tel.039-958264 e-mail: zampieri.gg@libero.it
""Non dite: verrà un giorno,
portatelo quel giorno!
E per tutte le piazze
portate in alto la pace! ""