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per la liberazione di Mordechai Vanunu



Campagna per la liberazione di Mordechai Vanunu

Mordechai Vanunu è nato nel 1954 in Marocco, ed e` emigrato con la sua
famiglia in Israele nel 1963. In qualita' di tecnico nucleare ha lavorato a
partire dal 1976 presso il reattore di ricerca di Dimona nel Negev (il
deserto meridionale d'Israele). Nel settembre 1986 egli forni` al giornale
britannico "The Sunday Times" delle informazioni segrete concernenti il
programma nucleare militare di Israele. Queste informazioni, che
riguardavano essenzialmente i materiali (soprattutto il plutonio) prodotti
a Dimona e che dovevano permettere agli esperti di concludere che Israele
era divenuto la sesta potenza nucleare mondiale, furono pubblicate il 5
ottobre 1986. Vanunu ha sempre affermato che aveva agito per motivi di
coscienza, ritenendo che una questione cosi` grave non doveva essere
ignorata ma doveva essere resa oggetto di un dibattito pubblico. 

Ancor prima della comparsa del suo articolo, il 30 settembre 1986 Vanunu
venne catturato a Roma (in dispregio della sovranita` italiana) da alcuni
agenti dei servizi speciali israeliani che l'avevano individuato in
Inghilterra; quindi egli venne fatto partire segretamente per Israele dove
venne imprigionato. La sua detenzione non fu resa pubblica che il 9
novembre 1986. 

Il suo processo inizio` nell'agosto 1987, a porte chiuse, e di fronte al
tribunale di Gerusalemme egli venne accusato di "complicita` col nemico" e
di "spionaggio aggravato". Venne riconosciuto colpevole dei due capi
d'accusa e condannato, nel marzo 1988, a 18 anni di prigione. Questa
sentenza fu confermata dalla Corte Suprema di Israele nel maggio 1989. 

A partire dall'inizio della sua detenzione Vanunu È stato rinchiuso nella
prigione di Ashkelon, in una cella di isolamento. Non ha avuto il minimo
contatto con altri prigionieri. Il suo accesso al mondo esterno si È
limitato agli incontri col suo avvocato oltreche' alle visite dei suoi
familiari e a quelle sporadiche di un sacerdote anglicano (vista la sua
conversione al Cristianesimo); queste visite e i relativi colloqui
avvengono sotto strettissima sorveglianza. 

E` ben noto che mantenere in modo prolungato un detenuto in isolamento
produce degli effetti devastanti, ed in parte irreversibili, sulle sue
condizioni mentali. Un certo numero di questi effetti sono stati cosi`
descritti dal Dr. Rouhama Marton(*), presidente dell'Associazione
israeliana "Medici per i Diritti dell'Uomo": allucinazioni visuali e
auditive, perdite di memoria, difficolta` di concentrazione, ossessioni,
perdita d'orientamento nel tempo e nello spazio, angoscia, stati paranoici,
depressione, disperazione, senso di spersonalizzazione... A loro volta
questi problemi psichici si ripercuotono, talvolta gravemente, sulla salute
fisica dei detenuti. 

Vanunu si e` appellato a piu` riprese di fronte ai tribunali israeliani
contro le sue condizioni di detenzione. L'anno scorso egli ha fatto uno
sciopero della fame per ottenere un cambiamento di queste condizioni.
Nonostante questi tentativi ed i numerosi interventi esterni in suo favore,
le autorita` israeliane sino a questo momento si sono dimostrate
inflessibili. 

Amnesty International ha chiesto a partire dal 1991 che cessi il
trattamento crudele, inumano e degradante rappresentato dalla detenzione in
isolamento di Vanunu. A partire dal maggio 1994, questa organizzazione
chiede la sua liberazione immediata e senza condizioni. Questa misura
diviene tanto piu` urgente in quanto, secondo le informazioni a
disposizione di Amnesty e che si fondano in modo specifico sulla
corrispondenza del prigioniero, questi soffre al momento di gravi turbe
psichiche. 

Noi non pensiamo che attualmente le autorita` israeliane possano opporre
obiezioni seriamente motivate alla liberazione di Vanunu. Riteniamo
comprensibile che Israele, come ogni altro stato, si preoccupi di
proteggere i suoi segreti militari. Cio` nonostante, tenendo conto della
rapidita` dei progressi delle conoscenze tecniche e scientifiche, e`
estremamente improbabile che Vanunu disponga ancora di informazioni che
potrebbero nuocere alla sicurezza di Israele. 

In qualunque modo si possa giudicare l'atto di Vanunu, non c'e` dubbio che
quest'uomo che non e` un delinquente ordinario, che si trova sottoposto da
circa 10 anni a un trattamento d'una crudelta` estrema, e che e' tempo che
la sua sofferenza abbia fine. Per questi motivi vi preghiamo di firmare la
petizione che segue, che mira ad ottenere dalle autorita' israeliane la sua
liberazione per motivi umanitari. 

Notizie sugli sviluppi della campagna per liberare Mordechai Vanunu si
possono trovare in International Campaign to Free Mordechai Vanunu 

Chi intendesse aderire alla campagna e` pregato di scrivere a:
Paolo Farinella paolof@dm.unipi.it
Dip. di Matematica, Univ. di Pisa
Via Buonarroti 2
56127 Pisa