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(Fwd) cs 10-2001 - 8 marzo
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From: "Amnesty International" <press@amnesty.it>
To: stampa@amnesty.it
Date sent: Thu, 8 Mar 2001 10:40:20 +0000
Subject: cs 10-2001 - 8 marzo
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OTTO MARZO: AMNESTY INTERNATIONAL RICORDA
LE DONNE VITTIME DI TORTURE NEL MONDO
In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna,
Amnesty International ricorda le vittime di torture e maltrattamenti
in tutto il mondo con la pubblicazione di un rapporto intitolato
"Corpi Violati, Menti Spezzate - Torture e maltrattamenti sulle
donne".
"La tortura nei confronti delle donne si radica in una
cultura globale che nega loro gli stessi diritti degli uomini e che
legittima l'appropriazione violenta dei corpi delle donne per
gratificazione individuale o fini politici," dichiara Amnesty
International. "I responsabili di tali abusi sono agenti dello stato
e gruppi armati, ma spesso anche familiari, datori di lavoro e membri
della comunita' di appartenenza."
Nel suo rapporto Amnesty International sollecita i governi ad
impegnarsi affinche' proteggano donne e bambine da atti di tortura.
"Gli stati hanno l'obbligo, secondo il diritto internazionale, di
vietare e prevenire la tortura ma troppo spesso sono lontani dal
fornire alle donne una protezione adeguata," si legge nel rapporto.
"Corpi Violati, Menti Spezzate" fa parte di una serie di rapporti che
Amnesty International sta pubblicando nel corso della Campagna "Non
Sopportiamo la Tortura.". Il rapporto analizza le circostanze nelle
quali la violenza contro le donne, sia domestica che in detenzione,
puo' essere definita tortura. Dall'8 marzo fino alla fine di maggio,
la Campagna si focalizzera' sulle donne con quattro casi-simbolo.
E' possibile firmare gli appelli on line all'indirizzo:
http://www.amnesty.it/campaign/stop_torture_2000/appelli/appelli.php3
?menu
Filippine
Sono molti i casi di stupri e abusi sessuali - come altre forme di
maltrattamenti - compiuti da membri della pubblica sicurezza. Inoltre,
se una donna viene violentata da un agente di polizia, o comunque da
qualsiasi uomo che si trovi in una posizione di potere, deve
affrontare enormi ostacoli per sporgere denuncia e ottenere giustizia.
Le detenute sono soggette anche ad altre forme di maltrattamento,
incluso minacce, pugni e calci. Chi corre maggior rischio sono i
membri piu' emarginati della societa', anche a causa di una
legislazione particolarmente discriminatoria nei confronti delle
donne e delle persone indigenti.
Amnesty International chiede:
- che le forze di sicurezza siano informate del fatto che gli abusi
sessuali costituiscono una forma di tortura e come talivanno puniti,
individuando rapidamente i colpevoli;
- che vengano introdotti meccanismi di protezione, risarcimento e
recupero per le vittime.
Guinea
La tortura e' pratica ordinaria nei primi giorni di detenzione e vi
sono numerosi casi di stupro da parte delle forze dell'ordine,
nell'assoluto silenzio del governo. La violenza sessuale e' un modo
di perpetuare l'atmosfera di repressione e di intimidazione nei
confronti di vittime indifese.
Amnesty International chiede:
- che le forze dell'ordine siano informate del fatto che lo stupro e'
una forma di maltrattamento che deve essere punita;
- che siano avviate indagini su tutti i casi di violenza sessuale in
detenzione;
- che siano introdotti meccanismi di protezione, di risarcimento e di
recupero per le vittime.
Kurdistan Irakeno
Kajal Khidr, 24enne, e' stata sequestrata con l'accusa di adulterio
nel luglio 1996 da sei membri della famiglia di suo marito vicino
alla citta' di Rania. E' stata torturata e mutilata, nel nome
"dell'onore", che puo' voler dire avere avuto una conversazione con
un vicino di casa. Kajal Khidr riusci' a fuggire, ma i responsabili
delle violenze sono in liberta' perché avrebbero agito per
salvaguardare l'onore della famiglia.
Amnesty International chiede:
- che si indaghi sulle denunce di torture subite da Kajal Khidr;
- che i "crimini d'onore" non siano piu' tollerati nel Kurdistan
iracheno;
- che i responsabili siano assicurati alla giustizia.
Messico
Victoriana Vazquez Sanchez e Francisca Santos Pablo sono state
stuprate da alcuni soldati nello stato di Guerrero, il 21 aprile 1999.
Dopo quasi due anni, nessuno risulta essere stato consegnato alla
giustizia. Inoltre, il caso e' passato al sistema giudiziario
militare, violando così gli standard internazionali secondo i quali
l'autorita' civile è competente per le violazioni dei diritti umani
compiute dalle forze di sicurezza.
Amnesty International chiede:
- che venga aperta un'inchiesta immediata e indipendente su tutti i
casi di violenza sessuale, garantendo protezione e risarcimenti
adeguati alle vittime;
- che i casi di tortura commessi dai militari sui civili siano
soggetti alla magistratura civile.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 8 marzo 2001
Ufficio Stampa
Amnesty International
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