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Parlam.Italiano: L'Europa deve affrontare la questione kurda (Fwd)
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Date sent: Tue, 27 Feb 2001 00:51:34 +0100
From: KurdishMailingList <kurds@ranchdeiviandanti.it>
To: kurds@ranchdeiviandanti.it
Subject: Parlam.Italiano: L'Europa deve affrontare la questione kurda
L'Europa deve affrontare la questione kurda.
Non è ammissibile l'ingresso della Turchia in Europa
senza una autentica democratizzazione della Turchia
e senza la risoluzione della questione kurda.
Ciò riguarda l'Europa "in prima persona",
poiché in caso contrario l'ingresso della Turchia
nell'Unione Europea significherebbe
lo snaturamento dell'Europa stessa.
Una Turchia democratica può nascere solo
da un nuovo "patto fondativo"
(che deve essere anche un nuovo "patto costituzionale")
tra il popolo turco ed il popolo kurdo.
Questo, in estrema sintesi, ciò che è emerso dalla
Conferenza internazionale di Roma del 16 febbraio 2001:
L'adesione della Turchia
all'Unione Europea :
Democrazia, Diritti umani,
Questione kurda.
Organizzata da :
Parlamentari italiani del
"Comitato interparlamentare
per la prevenzione dei conflitti
e il dialogo tra i popoli",
organizzazioni non governative e amministrazioni locali
Sono intervenuti :
i deputati italiani Marco Pezzoni (DS), Walter De Cesaris (PRC), Ramon
Mantovani (PRC), Alessandro Forlani (CCD), Luigi Saraceni (Verdi).
Patrizia Carrera (Amnesty International), Mirella Galletti (storica)
Ismet Cherif Vanly (Presidente del KNK: Kurdistan National Conress),
Akin Birdal (IHD), Feridun Yazar (HADEP), Irfan Dundar (avv. della
difesa di Ocalan), Arturo Salerni (avv. al procedim. per l'asilo
politico in Italia ad Ocalan), Feleknas Uca (europarlamentare), Luisa
Morgantini (europarlamentare), Dino Frisullo (Azad), Donatella Linguiti
(Prov. di Ancona, e Ciscase), Alessandra Mecozzi (Fiom Internazionale),
Bruno Ficili (Ass. Educatori di Pace), Fabio Marcelli (CRED)
nonché : Pietro Ingrao
Seguono:
1) la mozione conclusiva;
2) un articolo del Kurdish Observer con la sintesi della Conferenza.
Chi desiderasse ricevere l'audiocassetta con la registrazione integrale
della Conferenza può rispondere alla presente e-mail.
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1) la mozione conclusiva
CONFERENZA INTERNAZIONALE
L'ADESIONE DELLA TURCHIA ALL'UE:
DEMOCRAZIA, DIRITTI UMANI, QUESTIONE KURDA
ROMA 16 FEBBRAIO 2001
I promotori della Conferenza Internazionale
Consapevoli che i processi di distensione e integrazione tra i popoli
rappresentino una scelta strategica per assicurare una prospettiva di
pace e cooperazione, di salvaguardia dei diritti umani e di affermazione
della democrazia e che ciò sia particolarmente importante per aree del
pianeta dove sono in corso conflitti che si trascinano da anni e che
rendono non praticabili quei processi di distensione e integrazione,
ostacolando, nel contempo, quell'affermazione dei diritti umani e di
standard accettsbili di democrazia, che sempre più la comunità
internazionale assume come parametri fondamentali di riferimento;
Convinti che la strategia di integrazione e inclusione da parte
dell'Europa nei confronti dei popoli vicini possa essere fondamentale
affinché vengano affermati il rispetto dei diritti umani (tra cui
l'abolizione della pena di morte), la pace, il riconoscimento e il
rispetto delle minoranze, la convivenza pacifica e cooperativa tra le
diverse culture e tradizioni e che in tale prospettiva debba essere
valutata come vinvolo la richiesta di ingresso della Turchia all'UE;
Convinti che il popolo kurdo e le sue rappresentanze siano, e quindi
debbano essere riconosciuti, come uno dei motori essenziali di questo
processo di integrazione in Europa e di convivenza pacifica;
Ritenendo che sempre più l'Europa debba farsi promotrice e parte
responsabile, nelle aree difficili, dei processi di transizione per
l'affermazione dei diritti umani, del riconoscimento dell'identità
politica e culturale delle minoranze, dei diritti sociali, cos come
espresso autorevolmente dal Parlamento europeo. Ciò non è solo una
questione di solidarietà con le lotte e le iniziative di coloro che
soffrono il non rispetto di quei diritti, ma riguarda direttamente il
futuro della costruzione dell'Europa.
Auspicando che il popolo kurdo della Turchia, proceda nella direzione di
dotarsi di forme di rappresentanza più ampie ed unitarie, tali da
favorire un riconoscimento interno ed internazionale che è, comunque,
doveroso e necessario;
Chiedono solennemente:
alle istituzioni, a tutte le forze politiche, economiche e sociali
della Turchia di avviare, finalmente, un dialogo con il popolo kurdo e
le sue rappresentanze per affrontare insieme i nodi delle riforme
costituzionali e le garanzie per un nuovo sistema politico -
istituzionale pluralistico e democratico che riconosca l'identità
culturale e politica del popolo kurdo, garantisca il rispetto dei
diritti umani, avvii una pacificazione del territorio del sud est del
Paese;
ai governi europei di prendere atto della rappresentatività delle forze
e degli organismi kurdi e di favorire una loro legittimazione
internazionale, così da aprire la strada a un mutuo riconoscimento e
dialogo fra le parti in conflitto;
agli stessi governi e all'UE di assumere una forte iniziativa anche in
sede ONU per un monitoraggio della situazione delle minoranze e dei
diritti umani e per l'avvio di un processo di pace, sulla base dei
principi del nuovo diritto internazionale e delle esperienze in altre
aree del pianeta.
2) un articolo del Kurdish Observer con la sintesi della Conferenza.
Kurdish Observer, 20 II 2001 - - - Ali Ozserik, Ali Can
"L'Unione Europea e le Nazioni Unite devono occuparsi della questione
kurda"
In una conferenza nel Parlamento italiano in cui è stata dibattuta la
questione kurda, è stato messo in rilievo che l'Italia deve adempiere le
proprie responsabilità verso Ocalan. Rappresentanti dei partiti politici
che hanno partecipato alla conferenza hanno sottolineato che la
questione kurda deve essere sostenuta dall'Unione Europea e dalle
Nazioni Unite.
ALI OZSERIK - ALI CAN = ROMA
La conferenza internazionale su : "La questione kurda e i diritti umani
in Turchia sulla strada verso l'Unione Europea," organizzata dal
Parlamento italiano e tenutasi a Roma, si è conclusa pochi giorni fa con
il raggiungimento di importanti decisioni. La conferenza è terminata a
tarda sera con la presentazione di una dichiarazione che è stata
accettata unanimemente.
La conferenza internazionale si è svolta nel palazzo del Parlamento con
un gran numero di partecipanti. Il deputato dei Democratici di Sinistra
Marco Pezzoni ha tenuto l'introduzione alla conferenza, ed hanno
partecipato anche numerose personalità dalla Turchia, dal Kurdistan, e
dall'Europa.
Pezzoni ha detto che l'Europa stava compiendo sforzi per una soluzione
pacifica al problema kurdo, ed ha evidenziato che questa conferenza era
uno di tali sforzi. Pezzoni ha portato l'esempio delle iniziative
assunte sotto gli auspici dell'Unione Europea in Irlanda affinché i due
popoli potessero ivi convivere assieme in modo pacifico, ed ha
sottolineato che il loro scopo era di creare il dialogo tra il popolo
kurdo e quello Turco e di assicurare una soluzione di pace. Pezzoni ha
detto che la conferenza era importante come richiamo dell'attenzione su
determinati problemi e come passo verso una soluzione, continuando:
"Questa conferenza non è tenuta contro la Turchia; al contrario, è per
aiutarla ad essere accolta nell'Unione Europea." Pezzoni ha menzionato
il periodo in cui il Presidente del PKK era stato in Italia, ed ha detto
che non si era stati in grado di sostenere Ocalan. Pezzoni ha anche
espresso che il popolo kurdo e quello turco devono agire assieme agli
Stati europei per l'abolizione della pena capitale.
La rappresentante italiana di Amnesty International Partizia Carrera ha
detto che la Turchia deve adempiere i Criteri di Copenhagen per entrare
nell'Unione Europea, ed ha affermato che Akin Birdal è la migliore
illustrazione delle difficoltà della battaglia per garantire i diritti
umani in Turchia.
I kurdi sono stati delusi due volte
Il Presidente del Kurdistan National Congress (KNK) Ismet Sherif Vanli,
per parte sua, ha esposto le dimensioni del problema kurdo. Vanli ha
messo in rilievo che le parti kurde avevano continuamente espresso il
loro desiderio di una soluzione ed avevano esercitato i loro sforzi a
tal fine, ed ha sottolineato l'urgenza di una soluzione politica per la
"questione kurda". Vanli ha detto che il KNK era favorevole ad una
soluzione federativa democratica, ed ha ribadito che il KNK, il PKK, ed
il popolo nel suo insieme vogliono una soluzione.
Vanli ha detto che il popolo kurdo era stato deluso due volte, dapprima
con il Trattato di Losanna, e poi con il Documento di Partenariato di
Accessione (APD), ed ha evidenziato che il popolo kurdo non ha accettato
l'APD. Vanli ha detto che il KNK vuole che i Criteri di Copenhagen
vengano adempiuti. Ha affermato che questa non è una soluzione al
problema kurdo, ma sarebbe positiva per compiere alcuni passi
democratici. Vanli ha detto che essi non accetterebbero assolutamente il
desiderio di sacrificarli ancora una volta per instaurare relazioni tra
la Turchia e l'Europa, ed ha affermato che l'Unione Europea deve
finalmente sviluppare un programma per una soluzione. Il Presidente del
KNK ha detto che non vi può essere soluzione nell'ambito del governo
attuale della Turchia, ma che ce ne può essere una con un governo
congiunto kurdo-turco. Vanli ha anche criticato l'Europa per essere
stata in silenzio di fronte ai recenti sviluppi.
La deputata del Parlamento Europeo Feleknas Uca, da parte sua, ha
affermato che l'Europa deve essere più coraggiosa e concreta nel suo
approccio alla questione kurda, e che deve essere più sincera sul fatta
che la Turchia stia incamminandosi a raggiungere l'Unione Europea oppure
no.
La storica Mirella Galletti, Presidente della Fondazione Internazionale
di Cultura, ha toccato l'argomento delle relazioni storiche tra i popoli
turco e kurdo, ed ha richiamato l'attenzione sul fatto che essi hanno
agito assieme, negli anni settanta, per la prima volta a partire dalla
Guerra di Indipendenza. "La Guerra di Indipendenza non avrebbe potuto
essere vinta senza i kurdi," ha affermato la Galletti.
Abbiamo sperimentato il sentimento della libertà
Il leggendario leader della Resistenza italiana Pietro Ingrao, per parte
sua, è stato uno dei più avvincenti oratori della conferenza. Ingrao ha
parlato della necessità della lotta, ed ha detto: "Abbiamo sperimentato
il sentimento e l'amore della libertà. La libertà crea il popolo. La
conclusione che io ho ricavato dai discorsi che ho ascoltato è che sono
come un dibattito di scuola elementare. Come può un popolo non essere
riconosciuto ? Come può la gente essere uccisa nelle prigioni ? Le
prigioni sono la cartina di tornasole dell'umanità. Noi gettiamo in
prigione le persone che parlano di libertà. L'aspetto principale è come
la vita umana viene considerata. Io mi meraviglio degli uomini
incarcerati che ora stanno combattendo per l'umanità;questa è la
vergogna dell'Europa. Noi siamo stati lasciati faccia a faccia con i
divieti nel periodo fascista. Noi saremo al fianco del popolo kurdo. Se
noi non possiamo fare nulla nel Parlamento italiano, se noi non possiamo
effettuare un passo per la cultura del popolo kurdo, significa che noi
non ci assumiamo le nostre responsabilità. E' importante per il futuro
del popolo kurdo e per la democrazia turca che questo Parlamento possa
tenere un incontro così significativo.
Il deputato Walter De Cesaris del Partito della Rifondazione Comunista
ha presieduto la seconda parte della conferenza internazionale. De
Cesaris ha detto, in sintesi, che: "Il riconoscimento ufficiale da parte
dell'Unione Europea della guerra che si svolge in Turchia costituirà un
contributo alla realistica soluzione del problema. Non è possibile
raggiungere determinazioni politiche e prendere decisioni senza dare un
nome al problema".
Il presidente della Associazione degli Educatori di Pace Bruno Ficili
ha detto che era davvero confortante che la questione kurda fosse
dibattuta in un luogo così importante. "Entrambi i popoli stanno pagando
il prezzo della mancanza di soluzione della questione kurda. - ha detto
Ficili, proseguendo: - L'ingresso della Turchia nell'Unione Europea non
può essere realizzato senza risolvere la questione kurda, e noi dobbiamo
lavorare anche su ciò".
Noi non siamo felici del dibattito in Europa
Il deputato presidente del Partito della Democrazia del Popolo (HADEP)
Feridun Yazar ha anch'egli parlato alla conferenza. Yazar ha detto che
non sono stati loro a condurre la Turchia in queste condizioni, e che
essi non vorrebbero dibattere problemi che la Turchia dovrebbe risolvere
da sola nelle capitali europee. Yazar ha continuato dicendo : "Noi
avremmo preferito che essi fossero stati risolti e che qui avessimo
potuto dibattere su come possiamo sviluppare una migliore Europa. HADEP
non è solo un partito kurdo. E' un partito che vuole la democrazia per
la Turchia, ed ha pagato un grande prezzo. Solo recentemente, noi non
conosciamo la sorte di due nostri membri che sono "spariti". Io mi
domando se la Turchia non vuole entrare in Europa, o se è l'Europa che
non vuole la Turchia. Non sono riuscito a capirlo. Noi non vediamo
l'Unione Europea come l'unica salvezza. Ovviamente, si può risolvere
rapidamente con i criteri dell'Unione Europea, ma se la Turchia non può
ristrutturarsi con questi criteri, imporli non garantirà una soluzione".
Noi siamo con i kurdi in guerra ed in pace
Il deputato Ramon Mantovani del Partito della Rifondazione Comunista ha
detto, in sintesi, quanto segue: "Noi siamo stati al fianco del popolo
kurdo nel periodo della guerra, per la pace. Noi siamo assieme ad esso
nel processo di pace, per garantire la pace. Se il conflitto continua
nuovamente in modo armato, noi ancora una volta prenderemo posto al loro
fianco".
Alessandro Forlani del Centro Cristiano Democratico, per parte sua, ha
detto che essi si erano costantemente incontrati con i rappresentanti
kurdi ed erano impegnati nell'opera di iniziare un processo di pace.
L'oratore ha aggiunto che la Turchia deve dapprima raggiungere
strategicamente l'Europa, aggiungendo che l'instabilità in Turchia ha
rinviato una soluzione e che è necessario compiere passi più chiari e
più concreti per l'Unione Europea.
Azione, non parole
Un altra oratrice della conferenza, Donatella Linguiti, ha detto che il
suo Ente locale di appartenenza, nelle [Marche], hanno esaminato la
Turchia e sviluppato due progetti concreti: quello del disinquinamento
del lago di Van e quello di assistenza a donne e bambini. La Linguiti ha
detto che essi stavano anche lavorando su ciò che potevano fare per una
soluzione della questione kurda, e che era necessario per loro ricevere
un sostegno politico.
Arturo Salerni, uno degli avvocati difensori del Presidente del PKK
Abdullah Ocalan, ha detto: "Il nostro paese sta sperimentando grandi
problemi nella sua politica verso il Kurdistan. Il problema kurdo oggi
non è solo il problema della Turchia ma anche il problema dell'Europa.
Se viene accostato in questo modo, la questione dell'immigrazione
diverrà più chiara. Un altro problema in Turchia è l'impossibilità delle
minoranze di esprimere se stesse. L'apertura della porta all'opportunità
della pace da parte del PKK è stato un passo importante".
Un altro degli avvocati difensori di Ocalan, venuto dalla Turchia,
Irfan Dundar, ha sottolineato che i problemi sperimentati scaturiscono
dalle politiche di negazione. Dundar ha proseguito: "Il Presidente del
PKK si è concentrato specialmente su come i popoli kurdo e turco possano
vivere assieme ed ha raggiunto importanti conclusioni ad ogni giorno che
passava. Il progetto che Ocalan ha presentato è stato fondamentalmente
all'ordine del giorno per due anni e ancora è in corso una grande
battaglia per portarlo in vita. Esso è un progetto di pace, di unità, e
di democrazia".
Hanno inoltre parlato la europarlamentare Luisa Morgantini, il
giornalista Dino Frisullo, il deputato dei Verdi Luigi Saraceni, e
numerosi altri, ed hanno affermato che ritenevano importante che il
Parlamento italiano avesse assunto tale problema, ma che era adesso
giunto il tempo di fare passi concreti per risolverlo. Essi hanno
unanimemente accettato la dichiarazione contenente le seguenti
risoluzioni:
"La parte kurda deve essere riconosciuta ufficialmente.
Devono proseguire gli sforzi per iniziative di pace per la questione
kurda.
Il sostegno dei poteri internazionali per realizzare il progetto di pace
deve essere accresciuto e devono essere fatti passi concreti.
Tutti i lavori devono conseguire un coordinamento centrale.
Il governo italiano deve adempiere le sue responsabilità verso il
Presidente del PKK Abdullah Ocalan.
La questione kurda deve essere portata all'Unione Europea ed alle
Nazioni Unite."
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