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(Fwd) Cs 07-2001 - Tortura




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From:           	"Amnesty International" <press@amnesty.it>
To:             	stampa@amnesty.it
Date sent:      	Mon, 26 Feb 2001 16:58:41 +0000
Subject:        	Cs 07-2001 - Tortura
Send reply to:  	"Amnesty International" <press@amnesty.it>

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TORTURA: IL COMMERCIO SI DIFFONDE CON STRUMENTI 
SEMPRE PIU' SOFISTICATI

Amnesty International ha presentato oggi, in una conferenza stampa
tenutasi a Washington, il rapporto "Fermare il Commercio della
Tortura", che rivela come il commercio internazionale di scudi,
bastoni, fucili e cinture, che provocano scariche elettriche ad alta
tensione, si sia ampliato durante gli anni '90. Tale commercio include
i 'tasers', che sparano sulle vittime fino a dieci metri di distanza
dardi 'ad amo' connessi a fili elettrici, e cinture elettriche, che
vengono applicate ai detenuti ed azionate per mezzo di telecomandi. 
E' noto che delle volte queste cinture hanno scaricato per errore 
sui reni di alcuni prigionieri scosse a 50.000 volt fino a otto 
secondi di durata. Questa tecnologia e' stata introdotta negli Stati 
Uniti e si e' diffusa in Asia, Europa e Sudafrica. 

"Negli anni '70 c'erano solo due aziende note per la 
commercializzazione di armi a scarica elettrica ad alta tensione, e 
ora ce ne sono piu' di 150 in tutto il mondo," dichiara Amnesty 
International. "In assenza di controlli rigorosi e per impedire che 
queste attrezzature finiscano nelle mani di torturatori, i governi 
responsabili devono immediatamente proibire la loro esportazione." 

Negli ultimi due anni, piu' di 150 societa' operanti in 22 paesi 
hanno prodotto o commercializzato armi a scarica elettrica. Oggi 
probabilmente le aziende taiwanesi, sudcoreane e cinesi producono 
piu' armi a scarica elettrica delle aziende americane. Fra i 
principali produttori vi sono anche delle societa' tedesche, francesi 
ed israeliane, e recentemente hanno fatto il loro ingresso nel 
mercato aziende polacche, russe, ceche, messicane, brasiliane e 
sudafricane. Il governo tedesco non consente l'uso di queste armi 
alla propria polizia o nelle proprie carceri, ma permette alle 
societa' tedesche di commercializzarle e venderle all'estero. 
Attualmente il governo sudafricano sta promuovendo attivamente la 
vendita di cinture elettriche in Asia, e le sta utilizzando in patria 
sui detenuti. 

"Fermare il Commercio della Tortura" fa parte di una serie di 
rapporti che Amnesty International sta pubblicando nel corso della 
Campagna "Non Sopportiamo la Tortura.". Il rapporto mette in risalto 
anche il commercio, da parte di oltre 40 societa', di dispositivi di 
sicurezza piu' convenzionali che possono essere utilizzati per 
commettere gravi abusi contro i diritti umani, come sistemi di 
contenzione meccanica e spray chimici. 

Secondo Amnesty International anche specifiche competenze in materia 
militare, di sicurezza e di polizia insegnate a livello 
internazionale sono state utilizzate per la tortura. Centinaia di 
diplomati della 'School of the Americas', negli USA, sono stati 
coinvolti in violazioni dei diritti umani in Sud America. Questa 
scuola militare e' una fra gli oltre 150 centri negli USA e 
all'estero in cui vengono formati ufficiali non americani. Le 
informazioni pubbliche sulla loro formazione in tema di diritti umani 
sono minime. 

"Fermare il Commercio della Tortura cita anche l'addestramento, 
mirato alla sicurezza, fornito dalla Francia e utilizzato in Togo a 
scopo di tortura e intimidazione della popolazione civile. A un alto 
ufficiale della gendarmeria togolese, accusato dalla Commissione 
nazionale togolese per i diritti umani di aver ordinato la tortura di 
quattro persone nell'agosto del 1990, e' stata conferita dal governo 
francese la decorazione dell'Ordine nazionale al merito. In un altro 
caso, agenti dei servizi di sicurezza israeliani hanno pagato e 
addestrato guardie e investigatori che interrogavano i prigionieri 
nel famigerato centro di detenzione di Khiam nel sud del Libano, 
finche' questo non e' stato chiuso nel maggio del 2000: gli agenti 
israeliani estorcevano informazioni sotto tortura. 

"A meno che l'addestramento relativo alla sicurezza non sia 
strettamente controllato e monitorato da entita' indipendenti, c'e' 
sempre il pericolo che venga utilizzato per facilitare violazioni dei 
diritti umani," dichiara Amnesty International. "C'e' la pressante 
necessita' di cambiamenti concreti nel modo in cui i governi 
autorizzano e tengono sotto controllo la produzione, il trasferimento 
e l'uso di attrezzature e 'know-how' relativi alla sicurezza."

In particolare, Amnesty International sollecita i governi a:

1) proibire l'utilizzazione di attrezzature di polizia e di sicurezza
il cui uso sia intrinsecamente crudele, inumano o degradante. Proibire
la produzione, la promozione e la vendita di queste attrezzature,
anche ad altri paesi. Tale proibizione dovrebbe comprendere ceppi,
cinture elettriche e dispositivi evidentemente dolorosi come le
manette serrapollici;

2) sospendere il trasferimento internazionale di armi a scarica
elettrica e a gas al pepe, ceppi, manette serrapollici e sedie di
contenzione in attesa dell'esito di un riesame rigoroso ed
indipendente degli effetti di questi dispositivi. Sospendere il
trasferimento di tali attrezzature ad altri paesi fino alla fine di
questo riesame;

3) garantire che l'addestramento del personale militare, di polizia e
di sicurezza di un altro paese non includa il trasferimento di
specializzazioni, conoscenze e tecniche che possano verosimilmente
prestarsi alla tortura.
FINE DEL COMUNICATO

Roma, 26 febbraio 2001

Per una sintesi del rapporto: 
http://www.amnesty.it/campaign/stop_torture_2000
Ufficio Stampa 
Amnesty International

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