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Carceri e AIDS: LIBERTA' E' LA NOSTRA MALATTIA




Da officina99 - Napoli 

------- Forwarded message follows -------
Date sent:      	Wed, 29 Nov 2000 09:02:56 +0100
To:             	movimento@ecn.org, cslist@ecn.org
From:           	ska@ecn.org
Subject:        	cs: LIBERTA' E' LA NOSTRA MALATTIA


 Poggioreale. LIBERTA'  E' LA NOSTRA MALATTIA.

Appello per una giornata di mobilitazione sulla questione
dell'incompatibilità tra carcere e malattia, in occasione della giornata
mondiale di lotta contro l'Aids. 
A Napoli presidio e conferenza stampa, il primo dicembre alle ore 11 fuori
il carcere di Poggioreale.

info : Comitato Liberiamoci dal carcere 0328-7074582



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1° dicembre giornata mondiale di lotta contro l’Aids: mobilitiamoci

PERCHE’ DI CARCERE NON SI MUOIA PIU’, MA NEANCHE SI VIVA


Lo smantellamento dei residui di stato sociale e di sanità pubblica, la
precarietà diffusa, la criminalizzazione dell’immigrazione e il perdurare
di una politica proibizionista sulle sostanze stupefacenti aggravano ed
estendono le condizioni di esclusione sociale ed economica che
quotidianamente conducono un numero sempre più elevato di proletari ad
"affollare" le carceri. 

L’istituzione carceraria tenderà sempre più ad essere luogo materiale e
modello sociale di contenimento coatto delle diverse e crescenti forme di
disagio, comprese quelle attualmente controllate con l’ospedalizzazione.
Per questo gli interessi miliardari della sanità penitenziaria difendono
con accanimento l’idea di cura intramuraria, impedendo di fatto
l’applicazione del recente decreto legislativo 230 che prevede il passaggio
delle competenze dal ministero di giustizia a quello della sanità. Il
carcere deve essere anche un po’ ospedale, servizio per le
tossicodipendenze, reparto psichiatrico, galera per senza fissa dimora ...
Sulla carta tutto deve essere disponibile dentro le mura, e per uscire
bisogna sottostare a un rigido meccanismo premiale grazie a cui la libertà
è concessa in cambio di un forte controllo extramurario (arresti
domiciliari, programmi terapeutici coatti, comunità, ...).

In realtà, sebbene non tutti lo dichiarino apertamente, il carcere non solo
funziona da "discarica sociale", ma è il luogo deputato, oggi come e più di
ieri, all’espiazione dei reati attraverso la sofferenza. 

Ma chi ha stabilito che alla sofferenza della detenzione si debba
aggiungere quella, a volte fatale, di una malattia non curata? In carcere
il diritto alla salute subisce violazioni quotidiane. IN CARCERE MOLTE
PERSONE SI AMMALANO, in carcere entrano persone afflitte da cardiopatie,
epatite, tubercolosi e altre malattie che durante la detenzione si aggravano.

Il carcere non solo rinchiude la malattia, la tossicodipendenza, il disagio
psichico, ma allo stesso tempo li riproduce, alimentando così il business
della sanità penitenziaria (centri clinici, reparti sanitari, strutture
psichiatriche e per le tossicodipendenze, personale medico e paramedico).
Questo apparato, che gode tuttora di una gestione separata dal resto del
sistema sanitario nazionale, si giustifica con l’elevata diffusione della
malattia in carcere e con la presunta capacità delle strutture
penitenziarie di gestire tale situazione. E’ un circolo vizioso che, lungi
dal risolvere i problemi delle persone detenute malate, si autoalimenta e
contribuisce a rinforzare l’intero sistema carcerario. 

Il caso dell'Aids è paradigmatico rispetto all'incompatibilità tra malattia
e stato di detenzione: eppure negli ultimi anni, a seguito di una sentenza
della Corte Costituzionale del ’95 che stabiliva l’incostituzionalità della
scarcerazione automatica per gravi motivi di salute, le condizioni dei
detenuti e delle detenute malate di Aids sono drammaticamente peggiorate. 

Il carcere e la sua struttura sanitaria interna non sono infatti in grado
di garantire:
- la continuità terapeutica nelle varie fasi della detenzione (ingresso,
isolamento, trasferimenti); 
- la possibilità di sottoporsi a terapie di avanguardia o alternative; 
- l'accesso a controlli di tipo specialistico; 
- la possibilità di affrontare le emergenze in forma adeguata e tempestiva. 

Per le detenute e i detenuti affetti da Aids o da altre patologie gravi ciò
corrisponde ad una colpevole mancanza di assistenza. 

Queste persone, indipendentemente dalla durata della condanna, non devono
stare in carcere!

Va affermata con forza la possibilità di scarcerazione automatica per
motivi di salute. E’ un principio di civiltà che deve precedere le
cosiddette "esigenze di sicurezza" e deve avere un valore universale. Se
non si introduce un automatismo nella scarcerazione delle persone che, in
base a considerazioni mediche, sono giudicate in grave stato di salute,
continuerà a vigere l’arbitrarietà che attualmente porta i Tribunali di
Sorveglianza e le strutture sanitarie carcerarie a negare la possibilità di
curarsi fuori dal carcere. Finchè la decisione sulla scarcerazione spetterà
a figure del sistema penitenziario e giudiziario le esigenze di sicurezza
continueranno a prevalere su quelle di salute. 
 
IL CARCERE E’ INCOMPATIBILE CON LA MALATTIA!

LA DISCREZIONALITA’ IN MATERIA NON E’ PIU’ TOLLERABILE!

LA SALUTE NON PUO’ ESSERE UN PREMIO!

Anteporre il diritto alla salute significa che le persone detenute devono
poter usufruire dello stesso servizio sanitario del resto della
cittadinanza, devono potersi recare nelle stesse strutture sanitarie
esterne senza interferenze da parte dell'autorità carceraria e giudiziaria
sulla scelta del tipo di cura e nel rispetto del loro diritto alla privacy.

E’ necessario ribadire con forza inoltre il diritto alla continuità
terapeutica per tutte quelle persone che prima dell'arresto hanno stabilito
un rapporto con strutture sanitarie o seguono terapie che necessitano di
costante controllo medico: la stessa direttiva emanata da Caselli (dir.
DAP) inerente il diritto alla continuità terapeutica dei detenuti
tossicodipendenti, infatti, rimane a tutt’oggi inapplicata nella
maggioranza delle carceri. 

Chiedere la scarcerazione automatica delle persone detenute malate non si
limita a essere un’astratta rivendicazione umanitaria, ma è una proposta
che va nella direzione di scardinare l’attuale processo di ristrutturazione
penitenziaria che intende adeguare l’intero sistema penale a una crescente
carcerazione della marginalità sociale: è per questo che COSTITUIREMO UN
OSSERVATORIO PERMANENTE SUL DIRITTO ALLA SALUTE PER TUTTI I DETENUTI E LE
DETENUTE E ATTIVEREMO CON TUTTI I MEZZI NECESSARI UN CONTROLLO DAL BASSO
SUL PASSAGGIO DI COMPETENZE DALLA LOBBY DEI MEDICI PENITENZIARI AI SERVIZI
SANITARI TERRITORIALI E SULL’EFFETTIVA ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ DA
PARTE DELLE ASL


CONTRO I MECCANISMI GIURIDICI CHE ANTEPONGONO I MOTIVI DELLA SICUREZZA AL
DIRITTO ALLA SALUTE 

PERCHE’ LA TUTELA DEL DIRITTO ALLA SALUTE NON SIA RIMESSA ALLA DECISIONE DI
UN GIUDICE! 

PER L’ABOLIZIONE DELLA LEGISLAZIONE PROIBIZIONISTA SULLE SOSTANZE
STUPEFACENTI E LA LEGISLAZIONE REPRESSIVA SULL’IMMIGRAZIONE 

PER UN EFFETTIVO PROCESSO DI DEPENALIZZAZIONE PERCHE’ REPRESSIONE E CARCERE
NON DEVONO ESSERE LA RISPOSTA ALLE CONTRADDIZIONI SOCIALI. 


Comitato Liberiamoci dal carcere - Napoli
Liberiamoci del carcere (Roma)
Spazio Antagonista Newroz (Pisa)
CSOA Officina 99 - Na
Laboratorio occupato SKA - Na
Osservatorio sul carcere in Campania
Cantieri sociali - Na
Redazione Vis 'a Vis (Roma)
Mov. Disoccupati autorganizzati (Acerra)
Cobas LSU Acerra (Acerra)
Comitato agitazione Istituto Universitario Orientale
Centro sociale Tempo Rosso (Pignataro Maggiore)
Redazione Infoxoa (Roma)
Centro sociale  Forte Prenestino (Roma)
Slai cobas per l'autorganizzazione (Pomigliano)
Centro sociale Depistaggio (Benevento)
Centro sociale ex canapificio (Caserta) 
Ass. "La città invisibile" - Na
Collettivo studentesco "Zona d'ombra" - Na
Comitato "No alla centrale" (Orta di Atella)
Ass. Priscilla - Na
Opera nomadi - Na
Rifondazione comunista Federazione Napoli
COA Transiti 28 (Milano)
Partito della Rifondazione Comunista - Federazione campana
Collettivo antifascista GRANMA (Avellino)
L.I.L.A. (Lega Italiana Lotta all'AIDS) 

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centro sociale occupato autogestito OFFICINA 99 - Via Gianturco 101 
Laboratorio occupato S.K.A. - Calata Trinità Maggiore 15/6 (p.za del Gesù) 
                tel/fax ++39-81-5522399 
          cell. 0335-6215304   0368-3913247 
                  e-mail: ska@ecn.org 
                 http://www.ecn.org/ska 
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Giorgio Ellero 
<glr_y@iol.it> 
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