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Date sent: Mon, 20 Nov 2000 16:42:14 +0000
Subject: cs134-2000
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CS 134-2000
ARMI: ALLARME EUROPA!
Amnesty International e la Campagna Italiana sulle Armi Leggere
lanciano l'allarme sulle pericolose evoluzioni nel panorama europeo
sugli accordi che regolamenteranno il mercato delle armi. In Italia,
il 6 novembre 2000 la Camera dei Deputati ha ratificato in via
definitiva la convenzione tra i Governi italiano, francese, tedesco e
britannico sull'istituzione dell'Organizzazione Congiunta per la
Cooperazione in materia di Armamenti (OCCAR), un accordo che
era stato firmato e presentato all'air show di Farnborough il 9
settembre 1998.
Il DDL 4503e' stato presentato dal Ministro degli Affari Esteri di
concerto con i Ministri dell'Interno, della Giustizia, delle Finanze,
del Tesoro, della Difesa, dell'Industria e delle Politiche
Comunitarie. L'Organizzazione congiunta e' stata istituita con
l'obiettivo di pervenire ad una comune politica in tema di
approvvigionamento degli armenti, nell'ottica della realizzazione di
un'Agenzia europea per gli armamenti.
L'Organizzazione si propone di coordinare a livello europeo le
politiche relative al settore della difesa per permettere di ridurre
i costi della ricerca e dell'approvvigionamento di armamenti, di
migliorare la competitivita' dell'industria militare europea (in
particolare nei confronti dei grandi colossi statunitensi), di
coordinare e promuovere attivita' congiunte per migliorare
l'efficacia della gestione dei progetti di cooperazione in termini di
costo, tempi e prestazioni, di promuovere i contatti tra le imprese.
Se sono chiari i motivi economici che hanno portato Francia,
Germania, Italia e Regno Unito a sottoscrivere questo accordo,
meno chiari sono i meccanismi decisionali che regoleranno le future
esportazioni di armamenti dall'Europa e relative conseguenze. Quali
le preoccupazioni? Viene meno, in particolare, ogni garanzia a
difesa delle leggi italiane sui trasferimenti di armamenti tra gli
Stati, in particolare la legge 185/90.
Sottolineiamo ancora una volta che, tra i quattro stati firmatari,
l'Italia possiede al momento le leggi migliori nello stabilire da un
lato un controllo efficace del Parlamento, dall'altro il divieto di
commerciare con Paesi in guerra, che non rispettino i diritti umani e
che non offrano sufficienti garanzie sulla capacita' di prevenire
triangolazioni. La ratifica di questo accordo internazionale
trasferisce ad un organismo diverso dal Parlamento nazionale il
controllo sulla gestione dello scambio internazionale di armamenti.
La direzione da seguire e' invece quella opposta: chiedere agli altri
Stati europei l'adozione di criteri rigorosi nello scambio e nel
controllo degli armamenti, nell'ottica della stabilita'
internazionale e del rispetto dei diritti umani.
Un altro elemento allarmante e' costituito dal fatto che
all'Organizzazione sara' attribuita la personalita' giuridica che le
permette di avere capacita' negoziale propria (stipula di contratti,
assunzione di personale, conduzione di attivita' negoziali in
generale).
Il testo dell'accordo non prevede alcun criterio etico
nella scelta dei Paesi, organizzazioni ed istituzioni con i quali
l'OCCAR intende concludere contratti, acquisire e cedere
tecnologia, fornitura e strutture militari.
La legge di ratifica intende svuotare di ogni contenuto non
solo la legge 185/90, ma anche i timidi tentativi posti in essere
con il Codice di Condotta europeo del 1998 per dotare i
Paesi dell'Unione Europea di criteri guida omogenei nelle
relazioni commerciali con Paesi terzi nel commercio di armamenti,
nell'assistenza militare e nella cooperazione per la ricerca
teconologica.
Per quanto riguarda la possibilita' di avviare procedimenti legali,
e' da considerarsi che la posizione contrattuale dell'OCCAR sarebbe
al riparo di un accordo internazionale ratificato dai Parlamenti
nazionali, e sarebbe quindi in grado di prevalere in sede giudiziaria
nei confronti di provvedimenti e scelte di livello nazionale, che
dipendano anche da ragioni etiche, che vadano contro gli interessi
dell'OCCAR.
Amnesty, International e la Campagna Italiana sulle
Armi Leggere si chiedono poi quali meccanismi di trasparenza
consentiranno il controllo da parte dei parlamenti nazionali. Secondo
l'articolo 5 della convenzione sono previste relazioni annuali
sull'andamento di ogni singolo programma.
A chi verranno presentate tali relazioni? E saranno comunicate ai
parlamenti "a giochi fatti" (come già succede in Italia con la
relazione Annuale del Presidente del Consiglio che riferisce al
Parlamento solo delle autorizzazioni concesse nell'anno precedente)?
Le relazioni annuali, inoltre, riguarderanno i progetti
(probabilmente di ricerca), non le altre attivita' e le trattative
dell'OCCAR.
Gia' dal 1998 stiamo assistendo alla continua sottrazione dei
programmi di coproduzione militare dalla Relazione annuale che il
Presidente del Consiglio presenta al Parlamento in base all'art. 5
della legge 185/90 (come l'importante programma Eurofighter e
quello dell'elicottero NH90).
Le relazioni presentate negli ultimi anni presentano gravi lacune su
questo versante e con questo accordo si continua ad andare verso la
pericolosa direzione dell'eliminazione dall'informazione al
Parlamento dei programmi di coproduzione militare piu' importanti,
economicamente e strategicamente, in cui sono coinvolte le
industrie italiane di armamenti. Le coproduzioni in ambito europeo
coprono già il 50% delle esportazioni italiane, senza che alcun
controllo possa essere esercitato dal Parlamento e da organismi di
controllo indipendenti.
In questa direzione di successivi snellimenti procedurali e
liberalizzazione degli scambi in ambito europeo va anche la recente
Lettera di Intenti (LOI), che presto potrebbe essere ratificata dal
Parlamento italiano, e che minerebbe definitivamente qualsiasi
possibilita' di controllo democratico sulle esportazioni
di armamenti.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 20 novembre 2000
Ufficio Stampa
Amnesty International
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