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(Fwd) cs 125-2000 - Algeria




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From:           	"Amnesty International" <press@amnesty.it>
To:             	stampa@amnesty.it
Date sent:      	Wed, 8 Nov 2000 15:39:44 +0000
Subject:        	cs 125-2000 - Algeria
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ALGERIA: NON CANCELLARE IL PASSATO CON UN COLPO DI SPUGNA

"Ogni mese in Algeria, vengono ammazzate circa duecento persone, ma
nonostante cio' si crede che questo paese possa avere un futuro senza
fare i conti con la giustizia" dichiara Daniele Scaglione, presidente
della Sezione Italiana di Amnesty International. "I responsabili di
torture e massacri continuano a vivere indisturbati." 

Nel rapporto "Algeria: verita' e giustizia oscurate dall'ombra
dell'impunita'", pubblicato oggi, Amnesty International affronta il
tema dell'impunita' nel paese. Dal 1992 le forze di sicurezza e i
membri delle milizie armate dallo stato hanno commesso innumerevoli
crimini e violazioni dei diritti umani, ma non hanno mai dovuto
renderne conto. Questa impunita' rischia oggi di essere estesa anche
alle forze armate di opposizione, i cosiddetti 'gruppi islamici', che
nello stesso periodo si son rese responsabili di gravissimi crimini.

La Legge di Concordia Civile voluta dal Presidente Bouteflika e
approvata l'anno scorso, prevede l'esenzione dall'imputabilita' per i
membri di questi gruppi che non si siano resi colpevoli di violenze e
si siano arresi entro il 13 gennaio 2000. Ma quali indagini sono state
compiute per verificare se queste persone davvero non si siano
macchiati di sangue innocente? Nessuna, a quanto risulta.

A questa legge si e' poi affiancata la quasi contemporanea 
approvazione di una speciale amnistia presidenziale concessa ad 
alcuni membri e leader di gruppi armati. Provvedimenti che non sono 
stati varati dal sistema giudiziario e appaiono eseguiti con largo 
margine di discrezionalita' e senza criteri precisi. 

"Il rischio di un colpo di spugna sui gravi abusi compiuti dai gruppi
armati negli anni recenti e' oggi piu' serio che mai," dichiara
Scaglione. "Sono bloccate anche le indagini sugli innumerevoli crimini
commessi negli anni precedenti e ancora attuati al giorno d'oggi in
Algeria."

Stupri, violenze, torture, uccisioni di massa, esplosioni di bombe in
luoghi pubblici, sparizioni, sono tutti crimini ancora senza
colpevoli. Molti famigliari di vittime attendono la verita' sulla 
sorte dei loro cari uccisi o scomparsi, e a oggi non hanno ricevuto
compensazioni o riparazioni per i torti subiti, nessuna indagine e'
stata conclusa con risultati soddisfacenti.

Entrata nel paese lo scorso maggio, dopo quattro anni in cui le era
stato negato il permesso, Amnesty International ha nuovamente inviato
una delegazione in Algeria, che sino al 19 novembre prossimo
incontrera' vittime di violazioni dei diritti umani, famigliari di
vittime, attivisti dei diritti umani e altri membri della societa'
civile. Amnesty International spera inoltre di poter ottenere
ulteriori informazioni dalle autorita' algerine, con cui si e'
finalmente aperto un dialogo.

L'organizzazione per la difesa dei diritti umani chiede al governo
algerino di porre immediatamente fine all'impunita' di cui di fatto
continuano a godere gli esecutori di violazioni dei diritti umani
passate e presenti nel paese algerino. 

Infine alla comunita' internazionale Amnesty International chiede di
dimostrare di non aver solo fatto anni di chiacchiere sulle tragiche
vicende che hanno funestato il paese maghrebino. "E' necessario
sostenere un processo di riconciliazione nazionale e di pace
all'insegna del rispetto dei diritti umani e del ritorno alla fiducia
nel sistema giudiziario" prosegue Scaglione. "Si tratta di due
condizioni imprescindibili per garantire di fatto all'Algeria una pace
duratura."
FINE DEL COMUNICATO

Roma, 8 novembre 2000
Ufficio Stampa 
Amnesty International

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