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Terra e paesi per i profughi



A TUTTA LA STAMPA REGIONALE E NAZIONALE
A TUTTI I CENTRI SOCIALI
AI SOGGETTI ANTAGONISTI
ALLE REALTA' DI LOTTA SUI PROFUGHI

TERRA E PAESI PER I PROFUGHI

Lo sbarco in Calabria di migliaia  di profughi conferma come ancora sia
grave la situazione economica e politica nei paesi dai quali questi uomini,
donne , bambini provengono.
L'atteggiamento della Regione Calabria non può essere neutrale, né di
appiattimento sulla posizione assunta dal governo centrale che ancora oggi
relega  questi profughi in campi di concentramento chiamati  ipocritamente
centri di accoglienza.
In Calabria, terra di grandi aperture verso altri popoli che ha visto
l'integrazione  nei secoli scorsi  nel proprio tessuto di greci, albanesi,
valdesi, arabi, ebrei , oggi  è possibile un comportamento nuovo verso gli
immigrati e nel contempo di un grande sforzo culturale ed umano oltre che
economico.
Non basta dare loro un brodo caldo ed una coperta, ma di qualcosa di più
alto, una speranza nuova e concreta che potrebbe diventare speranza anche
per gli stessi calabresi.
Diamo a chi vuole restare in Calabria , una casa ed una terra, dando così
la possibilità di integrarsi veramente con noi e vivere insieme a noi.
Sono migliaia le case abbandonate nei vecchi centri storici, decine i paesi
inabitati da anni e ridotti a paesi fantasmi da fare attrazione per le
guide turistiche .
Da  Badolato ad Avena di  Papasidero, a Pentedattilo, a Brancaleone, Oppido
Mamertina, Castel Monardo, Cerenzia, Laino Castello, Rocca Angitola,
Nardodipace, tante sarebbero le possibilità di un alloggio, di una casa
dove questi uomini potrebbero ricominciare una nuova esistenza ridando vita
a questi  paesi oramai abbandonati da tutti.
Nascerebbe una nuova occasione di lavoro e di investimento nella nostra
regione rimettendo in moto una piccola economia legata ai piccoli lavori
artigianali oramai scomparsi.
Il governo , la regione, l'Europa potrebbero  intervenire con massicci
investimenti recuperando questi centri che immediatamente si
rivitalizzerebbero con l'artigianato, l'agricoltura, le tradizioni che
questa gente porta con sé.
Esistono  attorno a questi paesi anche terre demaniali abbandonate, incolte
da anni.
 Anche queste terre potrebbero essere consegnate agli immigrati, che
darebbero subito vita al territorio con nuove coltivazioni e quindi a nuovi
commerci.
I calabresi hanno sempre dimostrato nei secoli le proprie aperture verso
gli altri popoli;
 anche questa volta così come ha già fatto il comune di Badolato due anni
fa, darebbe l'esempio all'Europa intera, che ipocritamente si scandalizza
delle affermazioni del premier austriaco Haider, per poi comportarsi nello
stesso identico modo, ricacciando tutti  in mare o rinchiudendoli in  lager
veri e propri in attesa di essere rimpatriati.
L'impegno che chiediamo a tutti coloro veramente sensibili a questo
problema, è quello di  approntare uno studio di fattibilità sul recupero
dei centri abbandonati e presentare alla nuova giunta regionale una
proposta di legge che vada in questo senso.

PRIMO FIRMATARIO: *FRANCESCO CIRILLO
http://web.tiscalinet.it/hotkalabria


Adesioni:
*Avanposto degli incompatibili (http://www.controappunto.org)
*Coordinamento regionale sinistra verde della Calabria
*Comitato difesa ambiente Diamante
*Circolo Rifondazione Comunista Rosa Luxemburg- Trebisacce (cs)