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Forum delle donne - a TS incontro 4 ottobre




Cari/e compagni/e,

 il Forum delle donne di Rifondazione Comunista organizza un
incontro di "associazioni, sindacati, centri sociali e tutto
quello che c'è (?) in mezzo", il 4 ottobre sul welfare locale.
L'appuntamento è importante perchè si tratta di far partire a
Trieste un cantiere sociale e di riuscire ad organizzare una rete
che possa costruire vertenze e confronto con le istituzioni, là
dove per ora c'è solo concorrenza tra associazioni.

Vi allego il documento/odg di invito, se potete diffondete

Giorgio Ellero
<glr_y@iol.it>

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Il Forum delle donne di Rifondazione Comunista

invita

associazioni, volontariato, ambientalisti, donne, comitati,
sindacati, centri sociali, pacifisti, popolo di Seattle, insomma,
tutto quello che c'è a un

incontro

su welfare, ambiente, qualità della vita

Mercoledì 4 ottobre ore 18.30
c/o Rifondazione Comunista via Tarabochia 3

Quello a cui vi invitiamo non è un convegno. Di solito a un
convegno ci sono un sacco di interventi interessanti, ma poi si
raccolgono gli atti e tutto finisce lì. Noi preferiamo parlare di
un incontro (di cui - crediamo - molti e molte sentono la
necessità e l'urgenza) tra le diverse realtà che operano nel
sociale per vedere se e che cosa - nel disastro sociale e
ambientale attuale e prossimo venturo - si può fare insieme.

Non occorre che ci ripetiamo quanto stia peggiorando la qualità
della vita: l'abbiamo quotidianamente sotto gli occhi. Allo stato
sociale che abbiamo conosciuto e che, pur con tutti i suoi
difetti di burocratismo, riconosceva diritti certi e universali,
si stanno sostituendo un mercato privato dei servizi, a cui non
tutti potranno avere accesso, e un ricorso alla "solidarietà
familiare" e cioè al lavoro di cura delle donne (gratis o quasi)
come sussidiario all'intervento collettivo. Più pesante diventa
l'esclusione sociale di chi non ce la fa (a partire dalla
condizione degli immigrati), per cui si aprono i circuiti, quando
ci sono, dell'assistenza e della "carità". Noi crediamo che a
tutto ciò si possa tentare di dare una risposta in positivo,
vedendo come, dal basso e radicandosi nella nostra realtà, si
possano progettare servizi, tutela dell'ambiente, qualità della
vita adeguati ai bisogni reali.

Sappiamo che non su tutto si è d'accordo. C'è chi privilegia il
pubblico e chi il privato sociale, chi accentua certe tematiche e
chi, magari, le considera del tutto irrilevanti, c'è, perfino,
concorrenza tra le associazioni per il finanziamento dei progetti
ecc. ecc.

Ciò che tutti e tutte abbiamo e che possiamo mettere in comune è
un grande patrimonio di conoscenze. Ed è questo il primo
obiettivo dell'incontro: mettere insieme le conoscenze,
allargarle, magari con operazioni di inchiesta, tentare una prima
mappatura dei bisogni che qui, concretamente, nel nostro
territorio, si presentano. Questa prima operazione dovrebbe
consentire, nel momento stesso in cui si continua a lavorare sul
proprio specifico obiettivo (unico modo per ottenere risultati
concreti), anche di uscire dal proprio orticello, scoprire che il
proprio obiettivo è comune anche ad altri e che si possono unire
le forze.

Dovremo verificare se riusciamo a costruire insieme un'idea di
welfare, radicato nella nostra realtà, su cui confrontarci con le
istituzioni, iniziare vertenze, esprimere dal basso
progettualità. Senza dimenticare che oltre, anzi insieme, ai
progetti si verifica sul territorio un aumento della
conflittualità sociale nell'area dei servizi, dei diritti, della
qualità della vita, dell'ambiente. E' questa conflittualità che
dovrebbe dare sostanza e concretezza ai progetti. Un modo di
lavorare insieme potrebbe anche essere quello di costruire
vertenze su singoli obiettivi che uniscano le tante diverse
categorie in cui siamo divisi. E' possibile, ad es., che
inquilini dell'ATER, donne e immigrati esprimano obiettivi comuni
sul diritto alla casa?

Certo, dovremo anche discutere del ruolo del privato sociale. E'
una ricchezza a cui nessuno si sognerebbe di rinunciare, ma
soffre anche di problemi non indifferenti. I finanziamenti
aleatori, anzitutto, che dipendono dalla benevolenza delle
istituzioni o dalla capacità di inseguire i più o meno sensati o
cervellotici progetti europei ecc.; le condizioni di lavoro, dove
il piacere di sentirsi utili e creativi non può giustificare
precarietà, bassi salari, perdita di diritti. Non c'è garanzia
che il servizio offerto possa avere continuità, e neanche che sia
il servizio più utile; non c'è garanzia per i lavoratori. E
tuttavia il problema è molto delicato; la vicenda della Casa
delle donne di Bologna è emblematica: si tratta di un'esperienza
che non può e non deve essere gestita dal pubblico, ma solo da
quelle donne che hanno costruito nella loro storia un percorso
comune con altre donne, ma proprio quell'esperienza finisce per
dipendere dalla casualità del cambio di maggioranza in Comune.

Può un progetto condiviso di stato sociale locale dare forza a
tutti?

La carne al fuoco è molta, probabilmente troppa. E' ovvio che in
un primo incontro non sarà possibile esaurire gli argomenti.
Proponiamo, ma ne discuteremo insieme, che si lavori per qualche
tempo per gruppi, su alcune grandi tematiche dello stato sociale,
dell'ambiente e della qualità della vita (sanità, assistenza,
casa, immigrazione ecc.), per poi ritrovarci e mettere insieme i
risultati.

Se qualcuno lo desidera potrà già inviarci alcune memorie che
saranno inserite in una cartellina di documenti da distribuire a
tutti i convenuti.

ATTENZIONE!
Noi non conosciamo tutti i gruppi e i/le singoli/e che possono
essere interessati/e a questo incontro. Vi preghiamo se la cosa
vi interessa di diffondere l'invito e il documento. Un po' di tam
tam non guasta.

Per comunicazioni: 				oppure:
Forum delle donne				Giuliana Vlacci, tel. 040/422917
C/o Rifondazione Comunista			Adriana Donini; tel. 040/309909
Via Tarabochia 3 - Trieste					  cell. 0333/4868302
Tel. 040/639109						  e-mail adrdonini@libero.it
Fax: 040/639103



il Forum delle Donne



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