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Un uomo, un voto. 3



UN UOMO, UN VOTO

Notiziario promosso dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo per l'
immediato riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a
tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia

n. 3 del 27 settembre 2000

UN APPELLO URGENTE A TUTTE LE PERSONE DI VOLONTA' BUONA
Contrastare il razzismo è possibile, ma occorre limpidezza di ragionamento e
di condotta.
Perché così come non è credibile chi si dichiara contro la pena di morte e
poi promuove una guerra stragista, ugualmente non è credibile chi dice di
commuoversi per i diritti umani e poi fa recludere gli immigrati nei campi
di concentramento o riconsegna i profughi nelle mani degli aguzzini cui
erano sfuggiti.

Contrastare il razzismo è necessario, ma occorre abbandonare logiche
paternalistiche ed egolatriche.
Non sappiamo se quell'illustre cardinale si rende conto degli esiti di ciò
che dice; non sappiamo se quello stimato presidente della Commissione
parlamentare antimafia si rende conto degli esiti di ciò che dice; non
sappiamo se quegli onorevoli legislatori che hanno approvato gli articoli
8-14 della legge 40/98 (ora artt. 10-16 del T. U. approvato con D. Lgs.
286/98) si rendono conto degli esiti di ciò che hanno fatto.
Ma sappiamo che chi istiga ad emarginare e respingere i non aderenti alla
sua fede religiosa offre, e sia pure inconsapevolmente, copertura ideologica
agli squadristi; sappiamo che chi propone di sparare sulle persone esorta e
induce all'assassinio; sappiamo che chi approva articoli di legge
flagrantemente incostituzionali ed antigiuridici dà un colpo di maglio allo
stato di diritto ed alla democrazia, viola i diritti e mette in pericolo la
stessa vita delle vittime di quelle norme, e spiana la strada ai golpisti.
Il razzismo pugnalatore dei naziskin, il razzismo demente della Lega, il
razzismo in doppiopetto dei fascisti in doppiopetto e del mafioso che ha
fatto i soldi, si alimentano di tutto ciò, ne vengono enormemente
rafforzati.
E quindi ci si risparmino le concioni con la lacrimuccia, e le goffe
esortazioni unanimistiche tanto squallide quanto arroganti: e si esca
piuttosto dalle ambiguità.

Contrastare il razzismo è urgente, prima che esso diventi l'habitus mentale
diffuso e il cemento ideologico sul quale e con il quale si costruisca una
egemonia culturale profonda ed estesa della destra più estrema che la porti
al potere e le consenta di far strame della democrazia e dello stato di
diritto: occorre contrastare il razzismo per difendere la libertà e la
dignità di tutti; la sorte delle nostre sorelle e dei nostri fratelli
immigrati è la nostra stessa sorte.

E per contrastare il razzismo ci sono alcune cose da fare subito.
La prima, riconoscere finalmente il diritto di voto a tutti gli stranieri
legalmente residenti in Italia, come già è stato fatto per gli stranieri
provenienti dagli altri paesi della Comunità Europea.
La seconda: contrastare e sconfiggere la schiavitù cui sono ridotte decine
di migliaia di esseri umani stranieri in Italia: e basterebbe un po' di
buona volontà da parte delle istituzioni e la schiavitù verrebbe spazzata
via in una sera e una mattina; l'esperienza della Comunità Papa Giovanni
XXIII dimostra che è possibile liberare tutte le vittime e sconfiggere gli
schiavisti.
La terza: abolire le pratiche fasciste che stanno inquinando la nostra
legislazione e che stuprano la Costituzione e la dignità del nostro paese:
le pratiche del respingimento (ovvero della riconsegna dei profughi
fuggiaschi ai loro aguzzini); le pratiche dell'espulsione (ovvero della
clandestinizzazione coatta che inabissa persone innocenti nelle grinfie dell
'economia illegale e dei poteri criminali); le pratiche della segregazione
amministrativa nei campi di concentramento (talmente ripugnanti nella loro
evidente matrice ed aura nazista che si ha orrore persino a scriverne:
eppure questi campi di concentramento oggi in Italia esistono di nuovo, ed
hanno già mietuto vite umane).
La quarta: rispettare l'articolo 10 della Costituzione che riconosce il
diritto di asilo per tutti coloro che nel loro paese di origine non godono
dei diritti che la Costituzione del nostro paese riconosce a chi qui vive.
La quinta: accogliere tutti gli esseri umani che vengono in Italia per
fuggire dalle dittature, dalle guerre, da inenarrabili violenze, da miserie
indicibili, dalla fame e la morte. Accogliere tutti. E dunque subito
regolarizzare la posizione di tutti gli stranieri presenti in Italia.
La sesta: organizzare l'ingresso dei migranti da parte delle istituzioni,
con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti, così da colpire e sconfiggere le
mafie dette "degli scafisti" che oggi gestiscono monopolisticamente il
mercato del trasporto verso l'Italia di esseri umani disperati lucrandovi
enormi profitti, in una sorta di osceno subappalto di fatto che lo stato
italiano ha indirettamente ma effettualmente affidato loro.
La settima: trasferire tutte le competenze in materia di immigrazione e
concernenti donne e uomini immigrati, attualmente affidate alle questure, da
queste ai Comuni; facendola finita con l'equazione razzista: immigrato =
problema di ordine pubblico, e sostituendola con quella ovvia, onesta e
ragionevole: essere umano = portatore di diritti.
E si potrebbe continuare, ma fermiamoci qui.

Ma chiave di volta ci sembra che sia la prima di queste esigenze: il diritto
di voto subito per tutti gli stranieri residenti, affinché subito negli enti
locali abbiano voce e rappresentanza oltre un milione di persone che in
Italia vivono e lavorano, sovente da molti anni, ma che tuttora subiscono un
vero e proprio barbaro e insensato regime di apartheid elettorale.

L'ingresso a pieno titolo degli immigrati, come elettori e come eletti,
negli enti locali, nelle istituzioni di base, nel governo delle città e del
territorio, arricchirebbe straordinariamente la nostra vita civile;
ripristinerebbe una democrazia oggi dimidiata; adeguerebbe la politica, la
rappresentanza istituzionale e la pubblica amministrazione alle dimensioni
richieste dalla situazione odierna; sarebbe fattore straordinario, efficace
e processivo, di inveramento dei diritti umani e dello stato di diritto.

Si è perso troppo tempo, e troppo a lungo si è permesso che governo e
Parlamento agissero da biscazzieri.
Poiché è un barare cinico e sconcio aver cassato (all'ultimo momento,
proprio ad un passo dall'approvazione) dalla legge 40/98 la norma che
riconosceva finalmente il diritto di voto nelle elezioni amministrative, ed
al suo posto aver presentato una truffaldina proposta di legge
costituzionale per fingere di altrimenti perseguire lo stesso obiettivo:
proposta di legge costituzionale che stanti gli attuali rapporti di forza
tra democratici e razzisti in Parlamento non passerà mai (dato che una
proposta di legge costituzionale richiede una maggioranza assai superiore di
quella semplice efficiente per approvare una legge ordinaria): come anni
addietro ebbe a chiarire già Nilde Iotti (che fu autorevole presidente della
Camera dei deputati), per riconoscere il diritto di voto agli stranieri
residenti non occorre affatto una modifica della Costituzione, prova ne è
che gli immigrati provenienti da paesi dell'Unione Europea già votano e
possono essere eletti negli enti locali italiani, e non è servita alcuna
modifica costituzionale.

E allora basta con i machiavellismi degli stenterelli: subito, con legge
ordinaria (per gli stranieri provenienti dai paesi comunitario-europei nel
1996 è bastato normarlo con un semplice DPR) si riconosca il diritto di voto
(l'elettorato attivo e passivo, ovvero la facoltà di eleggere ed essere
eletti) negli enti locali ad oltre un milione di immigrati regolarmente
residenti in Italia. Cessi subito l'apartheid elettorale.

E' una legge da fare subito. E chiediamo ai parlamentari ed ai governanti di
farla.

Nei prossimi giorni segnaleremo una serie di indirizzi di governanti e
parlamentari che pensiamo possano essere attenti a questa indicazione:
chiediamo a tutti i nostri interlocutori di scrivere ad essi e ad altri
legislatori in tal senso.
Segnaleremo altresì una serie di mass-media: chiediamo a tutti di scrivere
ad essi e ad altri mezzi d'informazione in tal senso.
Segnaleremo inoltre una serie di uffici governativi: chiediamo a tutti di
scrivere ad essi e ad altri uffici in tal senso.
Proponiamo infine a tutti di scrivere anche agli enti locali del proprio
territorio affinché sostengano tale richiesta.
Proponiamo a tutti di sensibilizzare su questo altresì tutte le istituzioni
pubbliche e le articolazioni della società civile, le associazioni, i
movimenti, le persone di volontà buona.

Proponiamo come canovaccio delle lettere da inviare, e come base minima di
riflessione, il seguente testo:

PROPOSTA DI LETTERA DA INVIARE A GOVERNANTI E PARLAMENTARI
Egregi signori,
a) la Convenzione di Strasburgo del 5 febbraio 1992 sulla partecipazione
degli stranieri alla vita pubblica a livello locale prevede al capitolo C il
diritto di voto (elettorato attivo e passivo, ovvero la facoltà di eleggere
e di essere eletto) nelle elezioni locali per ogni straniero residente;
b) in altri paesi europei tale diritto è garantito da vari decenni;
c) dal 1996 anche in Italia vi sono già degli stranieri residenti che
godono, come è giusto, del diritto di voto per le elezioni amministrative:
tutti quelli provenienti da paesi della Comunità Europea (e tale
riconoscimento del diritto di voto non ha richiesto alcuna modifica
costituzionale);
d) la bozza definitiva di quella che poi divenne la legge 40/98 prevedeva il
diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutti gli stranieri
residenti, e solo nell'ultima fase immediatamente antecedente l'approvazione
della legge tale ragionevole e doverosa norma fu proditoriamente e
vergognosamente cassata;
e) non vi è dubbio che non occorre affatto modificare la Costituzione per
riconoscere finalmente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a
tutti gli stranieri legalmente residenti;
f) è sufficiente una legge ordinaria.
Vi chiediamo pertanto di adoperarvi affinché cessi questa sorta di apartheid
elettorale, affinché a tutte le persone legalmente residenti in Italia sia
finalmente riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni amministrative.
"Un uomo, un voto" è stato lo storico motto del movimento antirazzista
sudafricano che Nelson Mandela ha guidato alla vittoria, per il suo popolo e
per l'umanità intera; facciamolo valere anche in Italia.
Cessi l'apartheid elettorale, sia riconosciuto finalmente il diritto di voto
nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia.
In attesa di un cenno di riscontro,
distinti saluti
Firma
Luogo e data

* BREVE NOTA SUL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO
Attivo dagli anni '70 (dapprima con la denominazione "Comitato democratico
contro l'emarginazione - Centro di ricerca per la pace"), nel 1987 ha
coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora
detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha promosso il
primo convegno nazionale di studi dedicato a "Primo Levi, testimone della
dignità umana". Dal 1998 ha promosso una "campagna contro la schiavitù in
Italia".

* I PRECEDENTI FASCICOLI DI "UN UOMO, UN VOTO"
possono essere letti rispettivamente il numero 1 alla pagina web
http://www.peacelink.it/webgate/diritti/msg00230.html; ed il numero 2 alla
pagina web http://www.peacelink.it/webgate/diritti/msg263.html

UN UOMO, UN VOTO
Notiziario promosso dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo
str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail:
nbawac@tin.it