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sottomarini nucleari e diritti umani (fonte: Amnesty International)



   I CASI 
Alexandr Nikitin
russia
Aleksandr Nikitin, un ex ufficiale navale, rischia 20 anni di prigione per
aver pubblicizzato le conseguenze ambientali degli incidenti nucleari dei
sottomarini russi. Le autorità russe sostengono che ha commesso il reato di
alto tradimento, ma sembra evidente che il suo unico "crimine" sia quello
di aver esercitato il suo diritto di libertà di espressione, come garantito
dall'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Le
indagini sono state palesemente inique. Il Servizio federale di sicurezza
(FSB) gli ha rivolto accuse inconsistenti, non solo nel corso
dell’indagine, ma anche nei confronti della stampa, e lo ha ostacolato
nella preparazione di una difesa adeguata. Queste azioni violano gli
articoli 10 e 11 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che
garantiscono il diritto ad avere un processo equo. Aleksandr Nikitin
rischia una sentenza di 20 anni di detenzione solamente per aver raccolto
informazioni sull’ambiente già pubblicate altrove. Se sarà condannato,
altre persone innocenti potrebbero subire persecuzioni arbitrarie da parte
del FSB.

 

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CHI E’ ALEKSANDR NIKITIN? 

Aleksandr Nikitin è un ex ufficiale della marina russa, che si é ritirato
nel 1992 dalle forze armate. Aleksandr Nikitin, nato nel 1952, è sposato ed
ha una figlia 20enne. Dopo gli studi alla facoltà di Elettrotecnica del
Istituto della Marina a Sevastopol dal 1969 al 1974 ha lavorato come
ingegnere per 11 anni sui sottomarini nucleari sovietici. Dal 1985 al 1987
ha studiato all’Accademia della Marina, dove si è specializzato nella
"organizzazione, impiego e riparazione delle installazioni nucleari sulle
navi". Dopo aver concluso gli studi all’Accademia di Marina ha lavorato a
Mosca come capo ispettore della sicurezza delle installazioni nucleari del
Ministero della Difesa ed diventato direttore della divisione principale.
Nel ottobre del 1992 è stato mandato in pensione, a causa della riduzione
dei costi del personale del Ministero della Difesa. 

Dopo aver lasciato il Ministero della Difesa cercò lavoro nel campo civile,
ma non riuscì a trovare niente di adatto alla sua qualifica. Si trasferì
quindi con la famiglia a San Pietroburgo e fece domanda per emigrare in
Canada. Nel 1994 gli venne offerto dalla organizzazione ambientale
norvegese Bellona un impiego come consulente. Aleksandr Nikitin, il quale
si rendeva senz’altro conto del pericolo di una contaminazione radioattiva
da parte della Flotta russa del mare del nord e il quale era d’accordo di
fare ricerca su questo pericolo e di pubblicarne i risultati per evitare
catastrofi nucleari future, accettò l’offerta e cominciò a lavorare su base
contrattuale. Elaborò quindi il capitolo 8 del rapporto di Bellona "The
Russian Northern Fleeet - Sources of Radioactive contamination". Il 4
ottobre 1995 ottenne il permesso d’emigrazione dall’ambasciata canadese.
Nella stessa notte 4 ufficiali del FSB perquisirono il suo appartamento e
gli confiscarono il passaporto, che fino ad oggi non gli é stato restituito. 

La notte del 5 ottobre 1995, quattro ufficiali del FSB andarono da
Aleksandr Nikitin nel suo appartamento e gli chiesero di recarsi nei
quartieri generali del FSB per un interrogatorio. Una volta lì, venne
accusato di alto tradimento e arrestato. Fu rilasciato dopo poche ore ma
arrestato di nuovo il 6 febbraio 1996 e messo per 10 mesi in carcere con
l’accusa di alto tradimento, tuttora pendente. 
  

PERCHE NIKITIN È ACCUSATO DI TRADIMENTO? 

Sin dal suo primo arresto il cinque ottobre 1995, Aleksandr Nikitin è stato
accusato di aver raccolto informazioni segrete sulla flotta nucleare russa
e di averle passate all’organizzazione ambientale norvegese Bellona
("Bellona Foundation"). Effettivamente Nikitin aveva raccolto informazioni
per questa organizzazione che stava preparando un rapporto sui pericoli di
contaminazione radioattiva causata dalla Flotta Russa nel Mar di Barents,
ma sia Aleksandr Nikitin che Bellona hanno sempre sostenuto che tutte le
informazioni contenute nel rapporto venivano da fonti già pubblicate. 
Sembra che il FSB sia stato più interessato ad incarcerare Nikitin che a
risalire alla verità con un processo giudiziario equo. Le accuse, per
esempio sono state dichiarate ‘segrete’ dal FSB, in modo da non far
conoscere il loro esatto contenuto all’avvocato di difesa. Il FSB inoltre
sembra basarsi sul contenuto di tutto il rapporto che secondo loro
rivelerebbe segreti militari, ignorando che Nikitin ha collaborato solo
all’ottavo capitolo e ignorando la lunga lista di riferimenti bibliografici
che mostrano come tutte le informazioni utilizzate erano già state
pubblicate. 

Le violazioni dei diritti di Nikitin commesse dalle autorità russe
consistono innanzitutto negli ostacoli alla preparazione di una difesa
adeguata, in quanto le accuse si basano sempre su di un decreto segreto che
viene applicato in modo retroattivo dal FSB. Il decreto no. 55 del
Ministero di difesa, infatti, é stato emesso nel settembre 1996, sette mesi
dopo l’arresto di Nikitin e fino ad oggi non é stato pubblicato. Altre
violazioni consistono negli ostacoli ad una seconda indagine di esperti,
nel tentativo di trasferire il caso ad una corte militare e infine,
problema purtroppo assai diffuso in Russia, nella parzialità del
procuratore a favore dell’accusa. 

Stando alla legislazione vigente in Russia, il procuratore ha il compito di
garantire che le normali procedure legali vengano rispettate da accusa e
difesa equamente. Se una delle due parti viola le procedure, il procuratore
deve intervenire. Nel caso di Nikitin il procuratore ha preso parte
apertamente per la parte dell’accusa; non ha posto nessuna obiezione al
fatto che a Nikitin fosse stato rifiutato l’avvocato scelto da lui; non ha
mosso obiezione al fatto che a Nikitin ed al suo difensore fosse stato
negato l’accesso a tutti i materiali necessari per preparare la difesa; ed
infine è stato lo stesso procuratore a proporre di trasferire il caso alla
corte militare, procedura dichiarata poi anticostituzionale dalla corte
suprema della Federazione Russa. 

Secondo il "St. Petersburg Times", quando nel marzo 1998 Nikitin è stato
accusato di tradimento per la sesta volta, Aleksandr Kolb, l’ultimo di una
serie di investigatori capi del FSB, ha affermato di averlo fatto per poter
prolungare il periodo investigativo in modo da permettere al FSB di
raccogliere ulteriore materiale sul caso della ‘spia’, come lo chiama il
capo del FSB di San Pietroburgo. 
  

COS’È LA  "BELLONA FOUNDATION"? 

Bellona é stata fondata dopo il disastro nucleare a Chernobyl nel 1986,
L’organizzazione ha degli uffici a Murmansk (Russia), Bruxelles (Belgio) e
Oslo (Norvegia), dai quali vengono condotte le ricerche sulla situazione
ambientale in Europa. Sono inoltre coinvolti in progetti internazionali per
trovare soluzioni efficaci ai problemi di ambiente, risorse, ed energia. 

Uno dei problemi prioritari di Bellona è stata la contaminazione
radioattiva nella Russia nord-occidentale. Le ricerche per il secondo
rapporto di Bellona sulla radiazione causata dalla fotta del Mar Nero hanno
trovato il pieno appoggio della amministrazione della regione di Murmansk. 
Secondo il secondo rapporto di Bellona sul tema nucleare nella regione del
mare di nord ("La flotta russa del mare del nord - fonte di contaminazione
nucleare") la regione dove é situata la flotta russa del mare del nord ha
la concentrazione più alta di reattori nucleari nel mondo, attivi e non, e:
«comparato all’incidente di Morora e anche a quello di Chernobyl,
quest’area ha un potenziale disastroso per la catastrofi nucleari». Lo
scopo del rapporto era di raccogliere tutte le informazioni reperibili
sulle contaminazioni radioattive causate dalla flotta russa del Mare del
Nord e di elaborare un quadro completo ed approfondito dei problemi di
contaminazione di quest’area nell’eventualità di un disastro. 

Aleksandr Nikitin ha lavorato esclusivamente per il capitolo 8 del
rapporto, intitolato "incidenti nucleari sottomarini". Tutti i singoli
incidenti, come anche le conclusioni generali, fanno dettagliati
riferimenti a fonti già pubblicate, ovvero a materiale pubblico e reperibile. 
  

ULTERIORI SVILUPPI E IL PROCESSO 

Nel frattempo ci sono stati degli sviluppi del caso. 

Nell’ottobre del 1997 l’allora primo ministro russo Viktor Chernomyrdin,
promise al primo ministro canadese Jean Chretien, in visita di stato, che
avrebbe permesso a Nikitin di emigrare in Canada, come da lui chiesto anni
fa prima ancora di lavorare per Bellona. La reazione di Nikitin, sempre
secondo la televisione russa privata "NTV" fu: «tutte le accuse contro di
me devono essere ritirate. Io sono sicuro di essere innocente e non
lascierò mai la Russia finché sarò accusato di essere un traditore della
patria». 

Nikitin sta aspettando da ormai tre anni che il suo caso sia risolto,
ovvero che vengano ritirate tutte le accuse fattegli. Continua a lavorare
per Bellona ed ha anche un piccolo ufficio a San Pietroburgo. Afferma che
la situazione dei sottomarini nucleari nel mare di Murmansk è peggiorata
ancora rispetto al periodo in cui avevano pubblicato il rapporto per cui fu
arrestato, dice però anche che vi sono sviluppi positivi, ovvero adesso la
gente almeno ne parla. Non può lasciare il distretto di San Pietroburgo.
Per questo nell’estate del 1997 ha mandato sua moglie a San Francisco per
ricevere al suo posto il premio per l’Ambiente ‘Goldmann’. L’interesse dei
mass media nei suoi confronti continua. 

L’otto marzo 1998, quando è stato accusato per la sesta volta di
tradimento, Nikitin ha commentato rassegnato: «Questo significa che gli
investigatori ci mostreranno ulteriori documenti e faranno ancora più
domande, esattamente come negli ultimi 21 mesi. Non é niente di nuovo». 

Il 27 marzo 1998 la Corte Costituzionale della Federazione Russa si è
pronunciata dichiarando anticostituzionale l’operato del FSB che aveva
limitato l’accesso a un avvocato di propria scelta a Nikitin. Inoltre il
suo caso ha creato un ‘novum’: per la prima volta la difesa ha respinto
pubblicamente come false le accuse di un servizio segreto russo. 
  

Il 20 ottobre 1998 é cominciato il processo contro Nikitin alla corte di
St. Pietroburgo. 

Il primo giorno del processo sono stati esclusi dall’aula tutti gli
osservatori internazionali ed il processo si è svolto a porte chiuse, ma
tre deputati del parlamento russo si sono avvalsi del loro diritto di
assistere ad un processo pur se chiuso al pubblico, cosa mai successa
prima. Sono stati mostrati inoltre per la prima volta i decreti segreti
alla difesa, la quale li ha classificati con le seguenti parole: „non sono
un documento giuridico, ma potrebbero stare meglio in un fumetto." 

Il 28 ottobre, dopo aver esaminato le prove della difesa sulla pubblicità
delle fonti usati da Nikitin, il giudice ha rinviato il processo fino al
giorno in cui il FSB porti nuove prove più consistenti. Il giudice ha
inoltre chiesto al FSB di specificare quale informazioni contenute nel
rapporto sarebbero segreti, domanda alla quale il servizio di sicurezza
deve rispondere entro un mese. Nikitin ed i suoi avvocati hanno intanto
annunciato un ricorso alla Corte suprema della Federazione Russa e alla
Corte Europea dei Diritti Umani a Strasburgo. 
  
  

Amnesty International ritiene che la decisione del giudice sia una
significativa vittoria per Nikitin e per i suoi avvocati difensori, che
hanno sempre sostenuto che non ci fossero delle valide e fondate basi
giuridiche sulle quali accusarlo. 
Amnesty International continua a chiedere che tutte le accuse nei confronti
di Nikitin vengano fatte decadere in modo incondizionato. Tuttora Nikitin
rischia 20 anni di carcere. 
  
AZIONE CONGIUNTA CON GREENPEACE E LEGAMBIENTE ITALIA 

La Sezione Italiana di Amnesty International accoglie con grande piacere
l'adesione di Greenpeace Italia,di Legambiente Italia e del WWF Italia alla
campagna per Aleksandr Niktin. Sono state stampate 4000 cartoline con un
appello alle autorità russe di far decadere ogni accusa nei confronti di
Aleksandr Niktin. Su un lato portano la foto di Nikitin e l'appello in
lingua russa, sul altro vi è l'appello in lingua italiana, il logo di
Amnesty International, Legambiente, di Greenpeace e del WWF e lo spazio
riservato al mittente. 
  

Per ulteriori informazioni: coord.europaorientale@amnesty.it 
  
  

BIBLIOGRAFIA 

Despite the Court's Rejection of the Seventh Indictment Against Him,
Aleksandr Nikitin 
Remains on Trial (EUR 46/28/98, 30 October 1998), 

Amnesty International Sends Observer to Trial of Aleksandr Nikitin (EUR
46/27/98, 13 October 1998), 

Environmental Activist Aleksandr Nikitin Should Be Released Immediately and
Unconditionally (EUR 46/41/96, 2 September 1996). 
  

Russian Federation- Federal Security Services (FSB) versus Prisoner of
Conscience Aleksandr Nikitin: Return to Soviet Practices, (AI Index EUR
46/42/96, September 1996)