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Sui fatti di Montalto. Lettera ad alcuni parlamentari



Ad alcuni parlamentari particolarmente impegnati
per la legalità costituzionale ed i diritti umani

Richiesta di presentare un'interrogazione parlamentare sulla grave vicenda
avvenuta a Montalto di Castro (VT) il 5 settembre, quando con un vero e
proprio blitz a seguito di ordinanza del sindaco sono stati demoliti i
poveri improvvisati ripari notturni di immigrati presenti per i lavori
stagionali.
Un intervento umiliante e crudele, disposto dal sindaco ed eseguito da ruspe
accompagnate da vigili e carabinieri, che lascia senza un riparo e mette in
ulteriore pericolo la salute e quindi l'incolumità di esseri umani già
duramente provati

Egregi parlamentari della Repubblica Italiana,
alcuni giorni fa abbiamo segnalato al Prefetto di Viterbo che i quotidiani
locali del 6 settembre riferivano che il giorno precedente i Carabinieri e
la Polizia Municipale di Montalto di Castro (VT) avevano fatto eseguire la
demolizione dell'insieme di baracche in cui numerosi immigrati lì presenti
per i lavori stagionali trovavano rifugio per la notte.
La demolizione era stata disposta da una ordinanza del sindaco di Montalto
ed era avvenuta con tutta evidenza senza che gli immigrati ne fossero stati
precedentemente opportunamente informati, senza averli adeguatamente
coinvolti nella decisione, e soprattutto senza aver messo a loro
disposizione degli alloggi più confacenti.

Scrive "Il messaggero" (cronaca di Viterbo del 6 settembre): "Le ruspe sono
arrivate intorno alle 7 del mattino e hanno lavorato per circa tre ore,
buttando giù i manufatti costruiti dagli uomini di colore e usati come
rifugi notturni". E ancora: "Alla vista dei militari gli extracomunitari si
sono dileguati nelle campagne circostanti".
Analogo l'articolo apparso sul "Corriere di Viterbo" (cronaca provinciale
del 6 settembre): "Con un vero e  proprio blitz, si è passati a vie di
fatto. Alla vista dei militari c'è stato un fuggi fuggi nei campi da parte
di alcuni extracomunitari. Questo, però, non ha fermato l'opera di
demolizione, che è subito iniziata e che, poche ore dopo, aveva lasciato
intatte, delle casupole, soltanto le strutture in cemento".

Abbiamo già evidenziato al Prefetto di Viterbo che "con tutta evidenza gli
esseri umani che in quelle baracche trovavano rifugio per la notte sono
stati privati di un riparo; con tutta evidenza le istituzioni hanno mostrato
loro solo un volto distruttore e negatore del diritto ad un alloggio; con
tutta evidenza il Comune non si è adeguatamente preoccupato di realizzare
prima un'alternativa abitativa, né di discutere con gli immigrati, né di
mettersi dal loro punto di vista, né di venire incontro alle loro esigenze
di esseri umani".

Chiedevamo e chiediamo:
"Ora dove troveranno rifugio per la notte quelle persone che lavorano nella
Maremma viterbese?
Non sarebbe stato più logico mettere a loro disposizione degli alloggi
dignitosi (e a Montalto ve ne sono nella disponibilità pubblica)?
Quale è la logica che presiede a tali operazioni? Se fosse quella di
costringere a condizioni ancora più crudeli e umilianti degli esseri umani
già duramente provati, allora non è forse una logica disumana e
persecutoria, indegna di uno stato di diritto ed incompatibile con un
ordinamento democratico?
Sulla base di quanto abbiamo appreso dai mezzi d'informazione, riteniamo che
quanto è accaduto sia stato ingiusto, crudele, disumano.
Crediamo che il Comune di Montalto, dopo aver disposto questa sciagurata
impresa, debba ora al più presto riparare: ed impegnarsi a garantire a tutti
gli immigrati presenti per lavoro nel suo territorio un alloggio dignitoso
ed un rapporto con le istituzioni ispirato alla legalità, alla democrazia ed
al senso di umanità.
Crediamo che sia compito di tutte le istituzioni che vogliano essere
rispettose dello stato di diritto, dei princìpi sanciti dalla Costituzione,
della legalità e dei diritti umani, accogliere ed assistere esseri umani in
difficoltà e giammai infierire vieppiù su di essi".

Egregi parlamentari,
scriviamo adesso a voi affinché possiate valutare l'opportunità di
presentare un'interrogazione parlamentare su questo argomento, affinché
sollecitiate il governo a fare chiarezza sulla vicenda e soprattutto a
promuovere interventi che garantiscano un alloggio dignitoso per tanti
lavoratori stagionali immigrati, tenuto anche conto che negli ultimi giorni
nell'alto Lazio il tempo è molto peggiorato e la loro salute ed incolumità è
in pericolo.

Non c'è bisogno di sottolineare quanto un intervento delle istituzioni come
quello effettuato il 5 settembre possa aver distrutto la fiducia di quei
lavoratori stagionali immigrati presenti a Montalto nei confronti delle
istituzioni, quanto possa aver contribuito ad allontanarli vieppiù dai
pubblici servizi e quindi quanto possa aver anche contribuito a deprivarli
ulteriormente di diritti e di una interazione efficace e adeguata con i
pubblici poteri e servizi.
Non è insensato che i pubblici poteri, invece di costruire un rapporto
positivo con gli esseri umani che si trovano nel territorio da loro
amministrato, li spingano, con atti assurdi e percepibili soltanto come
ostili, verso la paura, la solitudine, la disperazione?
Non è insensato che invece di promuovere partecipazione e responsabilità si
adottino strategie che disgraziatamente ricordano quelle sciagurate dell'
apartheid?

Vi segnaliamo altresì che abbiamo ragione di ritenere che nel territorio del
Comune di Montalto gli enti pubblici possano disporre di più unità abitative
utilizzabili per offrire un alloggio dignitoso a questi lavoratori.

Ringraziandovi fin d'ora per quanto riterrete opportuno fare in merito,
restando in attesa di un cenno di riscontro, e con i migliori auguri di buon
lavoro,
distinti saluti,

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
(già consigliere comunale e consigliere provinciale di Viterbo,
già coordinatore per l'Italia della compagna internazionale di solidarietà
con Nelson Mandela nel 1987 quando questi era detenuto
nelle prigioni del regime razzista sudafricano)

Viterbo, 10 settembre 2000

Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace"
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. e fax 0761/353532; e-mail: nbawac@tin.it