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neonati stranieri: i diritti negati



Alleghiamo un articolo presente nella nostra rivista online Nonluoghi.it
sul problema dell'assistenza sanitaria, nei primi due mesi di vita, ai
figli di rifugiati politici e di immigrati in Italia.
La redazione di Nonluoghi
www.nonluoghi.it - giornalisti volontari - www.nonluoghi.org


Italia, il paese dell'assistenza sanitaria negata ai neonati
I figli dei rifugiati politici "regolari" non hanno diritti nei primi
due mesi di vita...



                        di IOLE PINTO

   In relazione al testo della mozione, mi sembrerebe importante
sollevare il
 problema del  permesso di soggiorno per i figli dei rifugiati politici
(ed immigrati)
 che nascono in Italia.

     Attualmente  i  neonati figli di rifugiati politici con regolare
permesso di
 soggiorno che nascono in Italia non possono usufruire di alcun tipo di
assistenza
 sociale e sanitaria.  E' infatti necessario per questi inoltrare
regolare domanda di
 permesso di soggiorno con tanto di foto tessera (immaginate l'assurdità
di dover
 fare la foto tessera ad un neonato di pochi giorni!) come per un
qualsiaisi adulto.
 Poiché l'iter burocratico dura almeno due mesi, fino a che questo non è
compiuto
 il neonato (e genitori di conseguenza)  non può beneficare di alcun
tipo di
 assistenza sociale, sanitaria etc. prevista per i bambini italiani: dal
pediatra
 dell'USL all'iscrizione all'asilo nido etc.

     Questa situazione è davvero grave, comportando la negazione dei più

 elementari diritti umani e civili per un bambino che nasce in
territorio italiano, da
 genitori che sono stati 'accolti' o aspettano accoglienza nel nostro
paese.
 Bisognerebbe prevedere quanto meno che lo stato di rifugiato politico
possa
 essere concesso utomaticamente per i figli dei rifugiati nati in
Italia, e che
 comunque fin  dal primo giorno di vita il bambino possa usufruire dei
servizi di
 tutela dell'infanzia  che una nazione civile dovrebbe garantire a
chiunque abbia la
 ventura di nascere sul proprio suolo.

     In questi giorni ho vissuto direttamente l'esperienza di una coppia
di rifugiati
 politici kurdi il cui bimbo è nato a Firenze, culla di cultura e
civiltà. Il bimbo non
 può avere la cittadinanza dei genitori (in fuga da una nazione che
perseguita
 ferocemente quel popolo da decenni), né  cittadinanza italiana, per
legge del
 nostro stato, dunque non può avere il pediatra dell'USL, non può essere
iscritto
 all'asilo nido, non può usufruire di prestazioni sanitarie di alcun
tipo etc. fin quando
 non sarà munito di 'regolare permesso di soggiorno'. Nel frattempo per
il SSN non
 esiste, e nemmeno per il comune e per le istituzioni tutte. Cercheremo
di farne a
 meno, e speriamo che i mesi d'attesa passino in fretta.