[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Notiziario contro la schiavitù. n. 3



Campagna contro la schiavitù in Italia
Materiali di lavoro, anno III, n. 3 del 26/8/2000
Responsabile: Peppe Sini

I. EDITORIALE: L'ORRORE QUOTIDIANO
C'è un paese, ed è il nostro paese, in cui la schiavitù (reato previsto e
punito dal Codice Penale) è fin esibita. E ad eccezione di poche coscienze
quasi nessuno dei liberi se ne sente ferito e straziato.
C'è un paese, ed è il nostro paese, in cui decine di migliaia di persone
sono tenute schiave da poteri criminali feroci e disumani. Queste vittime
non sono nascoste in celle invisibili, ma in quel grande carcere a cielo
aperto che sono i margini delle strade: sono le persone che tutti gli
automobilisti vedono e del cui corpo molti liberi cittadini abusano, sapendo
di star abusando di una persona resa schiava.
Eppure basterebbe assai poco per far cessare questo orrore: liberare le
vittime, dar loro accoglienza ed assistenza, dar loro un alloggio e un
aiuto, difenderle dagli aguzzini, risarcirle per la violenza che nel nostro
paese hanno subito: le istituzioni democratiche, lo stato di diritto, l'
ordinamento democratico, la civile convivenza, la legalità fondata sulla
Costituzione nata dalla Resistenza, se non servono a  liberare le vittime di
schiavitù, se non servono a lottare contro gli schiavisti, a cosa servono?
Basterebbe assai poco: e c'è chi lo ha fatto, senza grandi risorse ma con
una convinzione limpida e forte: don Oreste Benzi e la Comunità Papa
Giovanni XXIII hanno liberato, accolto ed assistito oltre mille vittime di
schiavitù. Se le istituzioni italiane volessero, basterebbe realizzare con
le risorse e sulla scala dei pubblici poteri dello stato italiano quello che
don Oreste Benzi ha già saputo fare: e la schiavitù a fini di sfruttamento
sessuale di cui sono vittima decine di migliaia di esseri umani, cesserebbe
in un giorno. Basterebbe applicare finalmente quell'art. 18 del D. Lgs.
286/98, Testo Unico sull'immigrazione (già articolo 16 della legge 40/98)
che stabilisce il potere e quindi il dovere da parte delle istituzioni di
salvare le vittime, liberarle, aiutarle, garantire loro residenza legale nel
nostro paese, assistenza e difesa; e basterebbe contrastare gli schiavisti e
tutti i loro complici applicando nei loro confronti la specifica norma che
li concerne: cioè gli articoli 600-602 del Codice Penale.
Basterebbe assai poco: invece da parte delle istituzioni si continua
prevalentemente a sbagliare tutto.
Le forze dell'ordine continuano perlopiù a perseguitare le vittime: leggo
sulle cronache locali dei giornali di brillanti operazioni dopo brillanti
operazioni, il cui esito è quasi sempre l'emissione di decreti di espulsione
verso le persone schiave, il cui effetto è di costringere le persone schiave
ad essere ancora più schiave, con il corollario che le istituzioni agendo
così diventano di fatto favoreggiatori degli schiavisti.
I signori del governo e del parlamento periodicamente lanciano alti lai di
indignazione, ma si guardano bene dal predisporre finanziamenti ad hoc per
un piano nazionale affinché si salvino, si accolgano e si assistano tutte le
vittime di schiavitù; si guardano bene dal dare indicazioni precise alle
forze dell'ordine affinché cessino di perseguitare le vittime e comincino a
contrastare efficacemente gli schiavisti, alle vittime offrendo invece la
difesa dello stato, la garanzia del riconoscimento di tutti i diritti che ad
ogni essere umano spettano, il dovuto risarcimento per quanto hanno subito
nel nostro paese. Se invece di farsi propaganda con le lacrime di
coccodrillo nei salotti televisivi chi siede al governo ed in parlamento
decidesse di agire utilizzando in modo corretto e adeguato il quadro
normativo già esistente, e desse priorità alla salvaguardia della dignità
umana (anche la propria) nella sua azione legislativa e di governo, la
schiavitù a fini di sfruttamento sessuale in Italia sarebbe sconfitta e
cancellata in un sol giorno.
Gli enti locali, con poche lodevolissime eccezioni, non intervengono per
aiutare e salvare le vittime, eppure potrebbero farlo: ne hanno le
competenze e gli strumenti, e nei loro stessi bilanci possono ben stanziare
fondi a tal fine, e salvare delle vite umane: se ogni Comune d'Italia
decidesse di dare il suo contributo (eventualmente intervenendo in forme
consortili), già questo basterebbe a liberare e salvare tutte le persone
oggi schiave.
Se invece di dissipare enormi risorse pubbliche per fare i convegni in cui
persone che hanno sempre vissuto nell'agio pretendono di pontificare su chi
è nel dolore, si decidesse di destinare le risorse pubbliche necessarie all'
intervento solidale concreto, tanti esseri umani tornerebbero alla libertà,
e si darebbe un colpo formidabile ai poteri criminali che lucrano enormi
profitti sulla schiavitù.
Ma certo, se si preferisce finanziare il riarmo anziché l'aiuto a chi
soffre; se si preferisce governare in pro di chi ha tutto calpestando
vieppiù chi manca del necessario; se si preferisce far finta di niente
quando sotto i nostri occhi degli esseri umani subiscono violenze
indicibili; allora queste semplici azioni che applicando la legge
salverebbero degli esseri umani dall'inferno in cui si trovano qui e adesso,
queste semplici azioni dovute e necessarie le istituzioni italiane non le
faranno mai.
C'è un paese, ed è il nostro paese, in cui la schiavitù (reato previsto e
punito dal Codice Penale) è fin esibita. E ad eccezione di poche coscienze
quasi nessuno dei liberi se ne sente ferito e straziato.

II. MATERIALI
* Una traccia di riflessione ed alcune proposte di iniziativa del 28 giugno
1998
1. Una iniziativa contro la schiavitù.
Alla luce del fatto che in Italia numerose persone (uomini, donne e bambini,
e particolarmente immigrati) sono ridotte in condizioni di schiavitù, il
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso una campagna contro
la schiavitù in Italia, chiedendo alle istituzioni ed alla società civile
una presa di coscienza ed un'iniziativa per restituire alle vittime i loro
diritti e per sconfiggere l'economia schiavista, i poteri criminali che la
gestiscono, la diffusa complicità.
2. Il punto decisivo: restituire diritti civili alle vittime.
Come elemento fondamentale di questa iniziativa la struttura pacifista
viterbese propone un intervento legislativo ed amministrativo che liberi le
vittime, ed a tal fine garantisca loro -a titolo di risarcimento per le
violenze subite nel nostro paese- il diritto di permanenza legale nel nostro
paese qualora lo desiderino, un'adeguata protezione rispetto al pericolo di
rappresaglie da parte delle organizzazioni criminali schiaviste, il pieno
riconoscimento di diritti civili, assistenza sociale ed un sostegno
economico sufficiente per vivere e protratto nel tempo.
Il "Centro di ricerca per la pace" sottolinea che particolarmente nel caso
delle persone in condizioni di schiavitù oggetto di sfruttamento sessuale,
una iniziativa di tale genere da parte delle istituzioni democratiche
sarebbe immediatamente praticabile ed efficace.
3. Alcune proposte operative.
Una iniziativa efficace contro la schiavitù in Italia richiede una forte
presa di coscienza, strumenti adeguati ed interventi articolati. Vari sono i
soggetti istituzionali e della società civile interpellati.
Di seguito indichiamo alcune proposte di massima rivolte a diversi specifici
soggetti.
4. Gli enti locali possono attivare un "circolo virtuoso" valorizzando l'
art. 16 della legge 40/'98 sull'immigrazione.
Occorre valorizzare nel modo più ampio il capo III della legge 40 del
6/3/1998 sull'immigrazione, concernente "disposizioni di carattere
umanitario", e particolarmente l'art. 16 relativo al "soggiorno per motivi
di protezione sociale".
In particolare gli enti locali possono promuovere quegli "interventi
assistenziali dei servizi sociali" di cui al comma 1 del citato articolo 16,
che possono configurarsi come programmi di difesa dei diritti, risarcimento
delle violenze subite, integrazione nel tessuto sociale (ed altresì
scolastico-formativo e lavorativo); interventi assistenziali (ovvero
programmi promossi dai servizi sociali degli enti locali) tali che attivino
ope legis il diritto di soggiorno (ed il riconoscimento dei fondamentali
diritti civili) anche per persone in condizioni altrimenti irregolari sotto
il profilo dello status giuridico-amministrativo.
Naturalmente si tratterà altresì di andare oltre gli ancora troppo ristretti
limiti della legge 40/98, ma proprio la prassi amministrativa degli enti
locali potrà dimostrare l'opportunità (oltre che il valore e l'efficacia in
termini etici, giuridici ed amministrativi) di un intervento ispirato ai
princìpi dello stato di diritto, della democrazia, della solidarietà, della
difesa intransigente e concreta promozione dei diritti fondamentali di ogni
persona umana.
5. Il governo ed il Parlamento possono legiferare o quantomeno fornire un
adeguato indirizzo a tal fine.
Governo e Parlamento possono fornire un indirizzo di intervento, e
promuovere un vero e proprio "piano globale contro la schiavitù in Italia"
sia valorizzando l'opportunità offerta dal combinato disposto di normative
già in vigore, sia decretando e/o legiferando esplicitamente in tal senso;
sia prevedendo fondi in bilancio specificamente orientati a tal fine e
particolarmente per l'assistenza economica risarcitoria alle vittime.
6. Gli apparati repressivi e giudiziari devono orientare la loro azione alla
repressione della schiavitù ed in soccorso delle vittime.
Gli articoli 600, 601 e 602 del Codice Penale forniscono un riferimento
specifico sul quale orientare un'azione che distingua nettamente tra
schiavista e schiavo, tra carnefice e vittima.
L'azione repressiva nei confronti della schiavitù e punitiva nei confronti
degli schiavisti è efficace se essa realmente soccorre e tutela le vittime:
purtroppo sovente ciò non accade, il che di fatto favoreggia lo schiavismo.
7. Gli operatori economici, i consumatori di beni e servizi devono rompere
la complicità di massa con lo schiavismo.
E' innegabile che, come hanno dimostrato anche autorevoli e notissime
iniziative internazionali promosse sia da istituzioni, sia da ONG e vari
soggetti umanitari, occorra non solo colpire chi riduce in schiavitù delle
persone affinché producano beni e servizi, ma anche rompere la complicità
(ed ovviamente perseguire le specifiche fattispecie di reato laddove esse si
verifichino) di chi quei beni e servizi commercializza, acquista, o comunque
di essi fruisce.
Si tratta di contrastare una vera e propria complicità di massa. Tale
contesto di complicità di massa è particolarmente evidente in relazione al
mercato delle prestazioni sessuali rese da persone in condizioni di
schiavitù. Al riguardo, come è stato autorevolmente osservato dal presidente
della Caritas italiana, occorre altresì un intervento specifico anche nei
confronti dei "clienti" della prostituzione schiavista: clienti che
ovviamente costituiscono un attore decisivo di tale mercato, anzi: il
soggetto economico e sociale che tale mercato crea.
8. Una riflessione aperta, un impegno comune.
Promuovendo questa campagna contro la schiavitù in Italia il "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo intende promuovere innanzitutto una presa di
coscienza ed una riflessione pubblica sul fatto che in Italia esista tuttora
questa realtà atroce ed inammissibile della schiavitù; e sollecitare tutti
gli interlocutori democratici disponibili ad intervenire nelle forme che
riterranno opportune affinché la schiavitù nel nostro paese sia realmente
abolita.

* Alcuni libri utili
1. Su schiavitù e sfruttamento sessuale:
- Pino Arlacchi, Schiavi, Rizzoli, Milano 1999;
- "Aspe", Prostituzione. un mondo che attraversa il mondo, n. 14,
17/10/1996;
- "Aspe", Schiavi o bambini? Prostituzione infantile e turismo sessuale, n.
20, 2/11/1995;
- Kevin Bales, I nuovi schiavi, Feltrinelli, Milano 2000;
- Oreste Benzi, Una nuova schiavitù, Paoline, Milano 1999;
- Alessandro Dal Lago, Non-persone, Feltrinelli, Milano 1999;
- Mirta Da Pra Pocchiesa, Ragazze di vita, Editori Riuniti, Roma 1996;
- Gérard Lutte et alii, Principesse e sognatori nelle strade in Guatemala,
Kappa, Roma 1994;
- E. Moroli, R. Sibona, Schiave d'occidente, Mursia, Milano 1999;
2. Su migrazioni e diritti:
- Caritas di Roma, Immigrazione: dossier statistico, Anterem, Roma (rapporto
annuale);
- Commissione per le politiche di integrazione degli immigrati, a cura di
Giovanna Zincone, Primo rapporto sull'integrazione degli immigrati in
Italia, Il Mulino, Bologna 2000;
- Germano Garatto, Fredo Olivero (a cura di), Immigrati. La sfida di una
società multietnica, Caritas-Piemme, Casale Monferrato 1995;
- Nigel Harris, I nuovi intoccabili, Il Saggiatore, Milano 2000;
- Raffaele Miele, La nuova legislazione sugli stranieri, Union Printing,
Viterbo 1999;
- sulla specifica condizione dei rifugiati cfr. attività e pubblicazioni
dell'ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
3. Sul razzismo, alcuni testi introduttivi:
- Laura Balbo, Luigi Manconi, Razzismo. Un vocabolario, Feltrinelli, Milano
1993;
- Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompiani, Milano
1999;
- François de Fontette, Il razzismo, Mondadori, Milano 1995;
- Albert Memmi, Il razzismo, Costa & Nolan, Genova 1989;
- Fiorano Rancati, Annita Veneri, I segni dell'offesa, Junior, Bergamo 1994;
- Pierre-André Taguieff, Il razzismo, Raffaello Cortina Editore, Milano
1999;
- Teun van Dijk, Il discorso razzista, Rubbettino, Soveria Mannelli 1994;
- Michel Wieviorka, Il razzismo, Laterza, Roma-Bari 2000.
4. Sui diritti umani:
- Norberto Bobbio, L'età dei diritti, Einaudi, Torino 1990;
- Daniele Archibugi, David Beetham, Diritti umani e democrazia
cosmopolitica, Feltrinelli, Milano 1998;
- Matteo Soccio, bibliografia ragionata sui diritti umani, nel fascicolo
monografico sui diritti umani di "Azione nonviolenta", dicembre 1998;
- ovviamente sul versante filosofico è fondamentale la lettura delle opere
di Hans Jonas, di Emmanuel Lévinas, di Enrique Dussel, di Simone Weil;
- sui diritti umani violati cfr. i rapporti annuali di Amnesty
International;
- sui diritti violati dei bambini cfr. attività e pubblicazioni dell'Unicef;
- un approccio adeguato a questi temi in una prospettiva planetaria è nelle
attività e pubblicazioni del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano
(PI);
- ovviamente sul versante della testimonianza storica e della riflessione
morale è indispensabile la lettura di Primo Levi (l'edizione di riferimento
è ora: Primo Levi, Opere, 2 voll., Einaudi, Torino 1997).
5. Alcune altre letture utili:
- Vittorio Agnoletto, La società dell'Aids, Baldini & Castoldi, Milano 2000;
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Comunità, Milano 1996;
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce, Il Saggiatore, Milano 1982;
- Simone de Beauvoir, Le deuxième sexe, 2 voll., Gallimard, Paris;
- Giampaolo Calchi Novati, Nord/Sud, Ecp, S. Domenico di Fiesole 1987;
- Claudio Calvaruso, Emma Fasolo Paglia (a cura di), La comunità solidale in
Europa, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma 1994;
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre, Ecp, S. Domenico di Fiesole 1994;
- Georges Duby, Michelle Perrot (a cura di), Storia delle donne, 5 voll.,
Laterza, Roma-Bari;
- Giulio Girardi, Gli esclusi costruiranno la nuova storia?, Borla, Roma
1994;
- Lidia Menapace, Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma
1987;
- Umberto Santino, L'impresa mafiosa, Angeli, Milano 1990;
- Vandana Shiva, Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990;
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, varie edizioni;
- Jean Ziegler, Les seigneurs du crime, Seuil, Paris 1999.

III. NOTIZIARIO
* Segnaliamo che il Ministero della Solidarietà Sociale, d'intesa con quelli
delle Pari Opportunità e dell'Interno, ha istituito un numero verde per
aiutare le vittime di schiavitù in Italia, il numero è 800.290290.

* Segnaliamo un articolo di Tiziana Boari, L'Italia è al centro dei traffici
di donne e bambini, ne Gli stati mafia, quaderno speciale di "LiMes", Roma
2000.

* Segnaliamo un articolo sulla prostituzione su "Gli altri" n. 2,
aprile/giugno 2000 (per richieste: tel. e fax 010/355414, e-mail:
glialtri@publinet.it).

* Segnaliamo una lettera aperta ai rappresentanti del governo da parte del
Comitato per i diritti civili delle prostitute in "Il manifesto" del 24
agosto 2000, a p. 6 (può essere letto anche in rete, "Il manifesto" è anche
on line).

IV. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
* Alcuni numeri di telefono di pubblica utilità: soccorso pubblico di
emergenza: 113; emergenza sanitaria: 118; carabinieri: 112; vigili del
fuoco: 115; guardia di finanza: 117; telefono azzurro: 19696; soccorso in
mare: 1530; numero verde istituito dal Ministero per aiutare le vittime di
schiavitù in Italia: 800.290290.

* Alcuni utili punti di riferimento per la solidarietà concreta [questo
indirizzario non è stato aggiornato, alcuni dati potrebbero essere
imprecisi]:
- Acnur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati): via
Caroncini 19, 00195 Roma, tel. 06/877119, fax 06/8082338.
- Amnesty International: tel. 06/44901, fax 06/4490222.
- Campagna contro il lavoro infantile: tel. 02/48008617, fax 02/4812296,
e-mail: manitese@manitese.it
- Caritas di Roma, ufficio studi: piazza S. Giovanni in Laterano 6, 00184
Roma, tel. 06/69886501, fax 06/69556381, e-mail: caritas-ist@rm.nettuno.it
- Centro nuovo modello di sviluppo: via della Barra 32, 56019 Vecchiano
(PI); in rete: http://www.citinv.it/org./CNMS
- CIR: tel. 06/39734877, fax 06/39735758.
- Comunità Papa Giovanni XXIII: alcuni indirizzi utili: via Tiberio 6, 47037
Rimini; centro documentazione della Comunità, tel. 0541/753000; "Sempre",
redazione via Parallela 29/A, 37045 Legnago (VR), tel. 0442/25174; fax
0442/25132, e-mail: sempre@netbusiness.it; per abbonamenti a "Sempre": vico
Falamonica 1/11 sc. sin., 16123 Genova, tel. 010/2467406; fax 010/2461842;
e-mail: sempre@split.it
- Gli altri: redazione de "Gli altri", Salita Superiore della Noce 39/B,
16131 Genova, tel. e fax 010/355414.
- Gruppo Abele: via Giolitti 21, 10123 Torino, ed anche: via Carlo Alberto
18, 10123 Torino; http://www.gruppoabele.it
- L'emigrato: via Torta 14, 29100 Piacenza, tel. e fax 0523/330074, e-mail:
riv.emigrato@altrimedia.it
- Nigrizia: vicolo Pozzo 1, 37129 Verona, fax 045/8001737.
- Telefono azzurro: via Marsala 16, 40126 Bologna, tel. 051/222525.
- Unicef: via Ippolito Nievo 61, 00153 Roma, tel. 06/5899046.

* Alcuni siti internet sull'immigrazione [estratti dalla rubrica di Giovanni
Ruggeri, "Siti internet", in "Rocca" n. 15 del primo agosto 2000]:
http://www.un.org/esa/population/migration.htm
http://www.unhcr.ch/refworld/welcome.htm
http://www.affarisociali.it/servizi/integrazione/link/siti.htm
http://www.provincia.torino.it/xatlante/0nws.htm
http://www.cestim.org/index1.html
http://www.ismu.org
http://www.migrazioni.romagiubileo.it/ita/starter.html
http://www.stranieri.it
http://www.stranieriinitalia.com
http://www.ecn.org/macondo/index3.html
http://www.freeweb.org/volontariato/betania/
http://www.uniti-onlus.it

* Alcuni riferimenti nella rete telematica per la lotta contro le mafie:
- http://www.girodivite.freeweb.org
- http://www.antimafiaduemila.com
- http://www.centroimpastato.it
- http://www.fondazionefalcone.it
- http://www.gruppoabele.it
- http://www.italiademocratica.it
- http://www.libera.it
- http://www.mafianews.net
- http://www.peacelink.it
- http://www.svileg.censis.it
- l'e-mail di Riccardo Orioles: ricc@libero.it
- l'e-mail di Nando dalla Chiesa: dallachiesa@italiademocratica.it
- l'e-mail del Centro Impastato: csdgi@tin.it

V. BREVE NOTA SUL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO
Attivo dagli anni '70 (dapprima con la denominazione "Comitato democratico
contro l'emarginazione - Centro di ricerca per la pace"), nel 1987 ha
coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora
detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha promosso il
primo convegno nazionale di studi dedicato a "Primo Levi, testimone della
dignità umana". Dal 1998 ha promosso una "campagna contro la schiavitù in
Italia" di cui questo è il notiziario.

VI. I PRECEDENTI FASCICOLI DI QUESTO NOTIZIARIO
* I precedenti fascicoli apparsi nel 2000 di questo notiziario, giunto al
terzo anno, sono disponibili in rete: il n. 1 del 31 luglio alla pagina
http://www.peacelink.it/webgate/diritti/msg00764.html ; ed il n. 2 del 6
agosto alla pagina http://www.peacelink.it/webgate/diritti/msg00775.html .
Chi desiderasse ricevere i 12 fascicoli pubblicati nel 1999 può richiederli
inviando una e-mail alla nostra casella di posta elettronica: nbawac@tin.it

Campagna contro la schiavitù in Italia
promossa dal "Centro di ricerca per la pace"
str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532
Responsabile: Peppe Sini