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Invio lettera aperta del 4 agosto al Ministro dei Trasporti



Vi inviamo copia di una lettera aperta del responsabile del "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo al Ministro dei Trasporti.

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Seconda lettera aperta al Ministro dei Trasporti

Una proposta ragionevole: si istituisca un servizio di trasporto pubblico
per i migranti, strappandoli dalle grinfie dei poteri criminali, evitando di
versare altro sangue, ripristinando la legalità costituzionale e la vigenza
dei diritti umani

Signor Ministro,
nell'editoriale che apriva ieri il prestigioso quotidiano "Il Manifesto",
Rossana Rossanda ricordava:
a) che "le migrazioni sono un fenomeno di civiltà. Che avvengono sotto la
spinta di condizioni terribili di povertà e oppressione";
b)  che "se va da sé che i capitali e chi li possiede possono
incontrollatamente circolare da uno stato e un continente all'altro, perché
uomini e donne non proprietari non lo potrebbero fare? Per non disturbare
quel quinto del pianeta che si pasce delle ricchezze prodotte anche dagli
altri quattro quinti?".
Ed è molto ben detto.

Vorremmo insistere nella proposta che formulammo nella lettera indirizzatale
lo scorso mese e restata senza risposta: invece di persistere nell'attuale
politica insensata e omicida, l'Italia realizzi un servizio di trasporto
pubblico che consenta a quanti vogliono raggiungere il nostro paese di
entrarvi legalmente.

Tutti sappiamo che chi dal Mediterraneo orientale o dal sud del mondo (gli
sterminati sud del mondo) si muove, spinto dalla disperazione, per cercar di
venire in Italia e nell'Europa del benessere, fugge da condizioni di vita
talmente spaventose che non si lascerà fermare dalla violenza mafiosa o
militare.

E tutti sappiamo che in questa migrazione si esercita un elementare e
inalienabile diritto di legittima difesa da parte dei migranti: essi stanno
cercando di salvare le loro vite.

Noi possiamo scegliere di aiutarvi o di essere complici dei loro carnefici.

Immanuel Kant non aveva dubbi: tutti gli esseri umani hanno diritto a
spostarsi in tutto il mondo. Chi cerca di imporre i bantustan e l'apartheid
su scala mondiale è un criminale e uno sciocco.

Il governo italiano prenda atto della realtà, e torni alla legalità
costituzionale. Lo ripetiamo una volta di più: un ordinamento giuridico ha
senso in quanto salva le vite umane; l'attuale politica italiana in questo
ambito le vite le sopprime ed è complice del potere mafioso che anche grazie
al mercato illegale del trasporto e del traffico di esseri umani arricchisce.

Non servono le sparatorie: e chi propone di tingere di rosso l'Adriatico e
lo Ionio è un folle e un perverso (e l'istigazione a commettere omicidi,
secondo le leggi italiane è un reato, e tra i più gravi ed ignobili, anche e
soprattutto quando a macchiarsene sono ministri o parlamentari).

Serve la civiltà, l'accoglienza, il rispetto dei diritti di ogni essere
umano: serve che l'Italia muti la sua politica.
Ripetiamo una necessaria banalità: si istituisca un servizio pubblico e
gratuito, gestito e controllato dalle istituzioni democratiche, di trasporto
di tutti i migranti che chiedono di entrare in Italia. Così si può
sconfiggere la mafia che gestisce i passaggi dalla penisola balcanica a
quella italiana; così si salvano vite innocenti.

Signor Ministro,
voglia considerare questa ragionevole proposta; lei ha un grande potere ed
una grande responsabilità: voglia preferire salvare delle vite umane anziché
contribuire per ignavia e cinismo a sopprimerle.

Peppe Sini
responsabile del"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532

Viterbo, 4 agosto 2000