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Lettera aperta: togliere ai poteri criminali schiavisti ilmonopolio del servizio di trasporto pubblico lungo la rotta Albania-Italia



Vi inviamo copia di una Lettera aperta indirizzata dal "Centro di ricerca
per la pace" di Viterbo al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al
Ministro dei Trasporti.


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Una lettera aperta
al Presidente del Consiglio dei Ministri
ed al Ministro dei Trasporti

Una semplice proposta:
togliere ai poteri criminali schiavisti il monopolio
del servizio di trasporto pubblico lungo la rotta Albania-Italia

Egregi signori,
consentiteci di trasmettervi queste franche considerazioni.

Forse sarebbe opportuno considerare che la pretesa di condurre una guerra
contro l'immigrazione di persone disperate non può che provocare vittime
innocenti.
Forse sarebbe opportuno considerare che quelle persone disperate che
fuggono dalla morte, dalle torture, dalla fame "frusta dei popoli", sarebbe
bene accoglierle ed assisterle, non cacciarle nelle grinfie degli
schiavisti e degli assassini.
Forse sarebbe bene uscire dalla sindrome della fortezza assediata e fare
una politica internazionale che tenga conto della compiuta unificazione del
mondo.
Forse sarebbe bene cercar di salvare delle vite umane, invece di sopprimerle.

Sarebbe bene che fossero le istituzioni italiane, e non gli imprenditori
criminali, a gestire i trasporti nel canale d'Otranto e ad avere la
concreta gestione della politica italiana per l'immigrazione.
Avere di fatto subappaltato al racket in forma monopolistica il trasporto
pubblico di persone tra Albania ed Italia, e peggio: aver delegato al
racket la gestione della vita (e della morte) di tanti esseri umani, è una
colpa che come italiani non potremo mai perdonarci.

Occorre porre rimedio, nell'unico modo ragionevole e legittimo:
* riconquistando all'ordinamento giuridico ed alla pubblica amministrazione
il compito di accogliere ed assistere donne e uomini costretti all'esilio;
* difendendo davvero con tutte le nostre forze i diritti umani di tutti;
* contrastando il racket schiavista con strumenti efficaci: liberare tutte
le persone dal dramma della clandestinità; liberare ed assistere tutte le
persone in condizione di schiavitù;
* sequestrare e distruggere tutte le armi che sia possibile, e fermarne la
produzione  e il traffico;
* sequestrare e confiscare e destinare a fini di utilità sociale tutte le
ricchezze dei mafiosi;
così e con analoghi interventi si può sconfiggere un racket forte
soprattutto dell'inadeguatezza e talvolta addirittura dell'insensataggine
dell'intervento pubblico.

Non servono guerre: serve umanità e legalità, serve umana solidarietà con i
perseguitati ed i fuggiaschi, serve una politica dell'accoglienza e
dell'assistenza per chi più ha bisogno di aiuto.

Siamo onesti: per contrastare davvero il traffico di esseri umani gestito
attualmente dal racket, è necessario consentire l'ingresso legale in Italia
di chi lo desidera e ne ha bisogno, ed a tutti gli immigrati offrire la
protezione delle leggi. E solo facendo questo si può anche efficacemente
condurre la lotta contro le mafie che oggi arricchiscono gestendo esse (ed
in regime monopolistico, e con la ferocia orribile che le connota) un
servizio di trasporto, nella effettuale latitanza, e stolta e pusillanime,
dello stato di diritto.

Vi pregheremmo di pensarci.
Distinti saluti,

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532

Viterbo, 26 luglio 2000