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Mettiamoci una croce, ma sopra....



Una croce. Sopra  - di VERA PEGNA  

Dal Manifesto, 07 Luglio 2000 

Alla fine ce l'ha fatta. Marcello Montagnana, da 
Cuneo, ha vinto la sua battaglia. 
L'aveva cominciata nel 1994, e solo recentemente la 
Corte di Cassazione - con sentenza definitiva - lo ha 
assolto per essersi rifiutato di fare lo scrutatore in 
una aula scolastica puntualmente dotata di crocefisso. 
Era stato condannato come pubblico ufficiale che aveva 
abbandonato senza motivo il proprio ufficio, ma il 
tenace Montagnana è stato assolto perché il Ministero 
degli interni non aveva emanato una disposizione che 
vietasse nei seggi elettorali i soliti, 
incostituzionali, crocifissi. 

Da ottobre verrà lanciata, con una conferenza stampa 
proprio a Cuneo, una campagna nazionale chiamata 
"Scrocifiggiamo l'Italia". 
A lanciarla sarà L'Unione degli Atei e degli Agnostici 
Razionalisti, una associazione costituita legalmente 
nel 1991, "indipendente da forze politiche e gruppi di 
pressione". L'Uaar è in contatto con organizzazioni 
internazionali di tutto il mondo, ed è membro 
associato dell'International Humanist and Ethical 
Union e del suo braccio europeo, la Fédération 
humaniste européenne. L'Iheu è consulente ufficiale 
dell'Onu, dell'Unesco, dell'Unicef e del Consiglio 
d'Europa. Mentre la Fhe è l'interlocutore laico della 
"Cellula di Prospettive" del Presidente della 
Commissione europea, presiede il comitato del 
programma "Un'anima per l'Europa, etica e 
spiritualità" e rappresenta le concezioni laiche 
presso il Comitato di esperti della Commissione 
europea in materia di bioetica. 
Perché un'associazione per gli atei? Pochi lo sanno, 
ma gli atei e gli agnostici, in Italia, sono il 13,6 
per cento della popolazione, cioè più di 7 milioni e 
700 mila persone secondo "Il Libro dei Fatti 2000". 
Sarebbero addirittura 9 milioni secondo il "Dossier 
1999" della Caritas. Quanti, invece, sono i cattolici? 
Difficile dirlo, perché dipende da cosa si intende per 
"cattolico". Ciò che si può certamente affermare è che 
negli ultimi decenni, comunque li si conti, sono in 
drammatica diminuzione, come del resto in tutto il 
mondo occidentale e, come riconosce apertamente la 
chiesa, ormai non sono più la maggioranza della 
popolazione. 
Facciamo alcuni esempi? Delle tante statistiche 
disponibili, diamo un'occhiata ai dati contenuti 
nell'indagine relativa al '97 e condotta sulla 
popolazione italiana dal sociologo Franco Garelli 
nientepopodimenoche per la Conferenza episcopale. 
Attualmente i credenti "militanti" sono il 10% della 
popolazione e i "praticanti assidui" il 15-20%, in 
totale uno scarso 30%. La conferma di questo dato è 
fornita dalle presenze abituali alla messa domenicale: 
meno del 30%, e la percentuale in questi ultimi anni è 
in netto calo. 
Altre conferme, stranote, ma che aiutano a 
quantificare ciò di cui stiamo parlando? Prendiamo i 
matrimoni celebrati con rito civile in Italia. Nel 
1936 erano appena l'1,4% del totale, nel 1956 un 
timidissimo 2,2%; saranno il 9,4% nel 1976 e nel 1996 
raggiungeranno quota 20,4%. Si calcola che attualmente 
meno del 70% delle coppie italiane si sposano in 
Chiesa, ma un po' più della metà di queste lo fa "per 
tradizione" e conformismo. A queste percentuali va 
ovviamente aggiunta quella relativa alle coppie che 
vivono more uxorio, e cioé insieme ma senza sposarsi. 
E che dire dei battesimi? Nel 1997 in Italia non sono 
stati battezzati il 12% dei bambini, e nelle grandi 
città del Nord si supera spesso il 25%. Bambini figli 
di cittadini extracomunitari? Può darsi, ma questi non 
supererebbero comunque il 2 per cento della 
popolazione. 
E a proposito di battesimo. Chi desiderasse dare il 
proprio contributo alla "bonifica statistica", sappia 
che con un po' di pazienza e qualche difficoltà 
qualcosa oggi finalmente si può fare. Ancora non è 
possibile ottenere di essere cancellati dal registro 
dei battezzati. Tuttavia, dopo lunghissime battaglie 
giudiziarie portate avanti proprio dell'Uaar, ora 
scrivendo una raccomandata al parroco della parrocchia 
dove è avvenuto il battesimo e una al vescovo della 
relativa diocesi, in cui si dichiari di non essere 
cattolici e si chieda la registrazione di questa 
dichiarazione, il parroco è obbligato ad annotarla sul 
registro, accanto alla registrazione del battesimo. In 
tal modo, la persona che ne ha fatto richiesta, non 
potrà più essere conteggiata tra i cattolici per fini 
statistici.  

La sede nazionale dell'Uaar è a Padova: 
C.P. 989 -35100 Padova. 
Tel/fax 049-8762305. 
Indirizzo E-mail: info@uaar.it. 
Sito Internet: www.uaar.it. 
L'Uarr era presente con un banchetto al Gay Pride di 
Roma)				

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"Sempre di più? Vi spiego il perché" 

Intervista a Giorgio Villella, segretario dell'Uaar: 
"Riprendiamoci lo spirito critico"  
V. PE.  

L'insofferenza nei confronti del Vaticano cresce col 
Giubileo? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Villella, 
segretario generale dell'Unione degli Atei e degli 
Agnostici Razionalisti.  

Che cosa ve lo fa dire?  

Molto empiricamente: da alcuni mesi va aumentando in 
modo evidente il numero di visite al nostro sito 
internet e le vendite del nostro periodico, "L'Ateo", 
presso le librerie Feltrinelli.  

Quali le ragioni?  

Io credo che la ragione di questo interesse crescente 
per l'ateismo vada cercata nella incompatibilità tra 
la visione religiosa, miracolistica e sessuofobica 
della vita e dell'universo, e, dall'altra parte, la 
cultura attuale, sempre più aperta, scientifica e 
pragmatica. Poi c'è, certamente, l'insofferenza 
sviluppatasi fra i cittadini verso la presenza 
pervasiva del Papa e della Chiesa nei media. E questo 
nuovo clericalismo che si manifesta con quotidiani 
interventi delle gerarchie ecclesiastiche su ogni 
aspetto della nostra vita, dalla bioetica alle coppie 
di fatto, sta diventando una vera e propria 
prevaricazione, come quando pretende addirittura di 
far sospendere i diritti costituzionali a Roma in 
occasione del raduno del Gay Pride. I partiti 
maggiori, sempre acquiescenti e plaudenti, alimentano 
tale insofferenza, salvo sorprendersi di subirne poi 
le conseguenze. Il messaggio che noi vogliamo 
trasmettere è quello di riappropriarci, noi cittadini, 
della nostra coscienza e del nostro spirito critico. 
Non abbiamo delegato la determinazione dei nostri 
valori morali a nessuna istituzione, tanto meno alla 
Chiesa cattolica. A proposito. Ricorda quando il Papa, 
ai ruandesi decimati dall'Aids, raccomandò di non 
usare il profilattico? Crede sia cambiato molto dai 
tempi di papa Leone XII che verso il 1825 proibì la 
vaccinazione contro il vaiolo?  

Cambiamo capitolo. Ieri, in Senato, si è discussa la 
legge per immettere in ruolo i docenti di religione. 
Come pensate di opporvi a un'idea sempre meno laica 
della scuola?  

Seppure con armi impari, noi ci battiamo a favore di 
una scuola laica che permetta agli alunni di 
sviluppare il loro spirito critico e di diventare 
adulti liberi e responsabili, non gente sottomessa 
all'autorità. La Chiesa sa bene che una persona 
indottrinata da piccola, anche se in età matura si 
allontana dalla religione, poi vi si riavvicina nei 
momenti di crisi, nei passaggi importanti della vita. 
Perciò insiste per imporre il suo insegnamento e i 
suoi uomini nella scuola pubblica. Il finanziamento 
pubblico della scuola privata, ossia delle scuole 
cattoliche, è incostituzionale ed è avversato dalla 
stragrande maggioranza della popolazione: il 66% degli 
italiani è contrario, il 18,5 è favorevole e il 14,9 
non si pronuncia, ci dice Renato Mannheimer nel suo 
"Osservatorio" sul Corsera. Tra chi si pronuncia, per 
ogni due persone che sono favorevoli ce ne sono ben 
sette che sono contrarie. Pensi che in Belgio, paese a 
maggioranza cattolica, le organizzazioni non 
confessionali come la nostra sono riconosciute dallo 
Stato e mandano i loro consiglieri laici a prestare 
assistenza morale nelle carceri, negli ospedali, nelle 
scuole, come i cappellani. Speriamo che l'Europa ci 
apra gli occhi.