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Lettera aperta di Peppe Sini: le mani sporche di sangue



Vi inviamo una lettera aperta di Peppe Sini, responsabile del "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo, indirizzata al Presidente del Consiglio
dei Ministri: Non vedete di avere le mani sporche di sangue?


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Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

Non vedete di avere le mani sporche di sangue?

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
leggo la notizia della morte di uno dei detenuti che domenica hanno preso
parte all'incontro con il papa nel carcere romano di Regina Coeli.

Quella morte poteva essere evitata. Dunque doveva essere evitata. Quindi
quella morte ha dei responsabili. Essa chiama in causa il governo ed il
Parlamento italiano.

Poiché da mesi voi andate cianciando ma fin qui non vi siete affatto
impegnati per realizzare quell'atto legislativo di clemenza che il papa
sollecita e che se adottato per tempo avrebbe forse potuto impedire questa
morte.

E perché da anni in Italia vige una legislazione sulle tossicodipendenze e
sulle sostanze psicotrope che è semplicemente folle ed assassina. Questa
legislazione ha favoreggiato i poteri criminali ed ha distrutto
innumerevoli vite umane. E' una legislazione che va modificata
radicalmente: non vedete di avere le mani sporche di sangue?

Lo scrivo con strazio: quante altre persone lascerete morire prima di
adottare un provvedimento di clemenza, e meglio sarebbe dire: di umanità e
di giustizia, assolutamente indispensabile ed urgente?

Lo scrivo con sdegno: quante altre persone lascerete perdersi e morire
prima di modificare profondamente la stolta e criminale legislazione sulle
sostanze psicotrope?

Lo scrivo con vergogna: il cinismo del Parlamento, la crudeltà del governo,
sono anche il riflesso e la conseguenza della nostra impotenza: di noi
cittadini che assistiamo attoniti e sbigottiti alle efferatezza che le
istituzioni violando esse per prime la legalità costituzionale oggi in
Italia commettono e consentono; di noi cittadini che non siamo riusciti ad
impedirvi né di fare massacri (la guerra illegale e stragista dello scorso
anno), né di commettere mostruosi crimini contro l'umanità (i campi di
concentramento, le norme scellerate di respingimento ed espulsione degli
immigrati).

Non si attenda che scorra altro sangue: al più presto si legiferi e si
salvino vite umane in pericolo.

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
(reduce da uno sciopero della fame di solidarietà con i detenuti)

Viterbo, 12 luglio 2000

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S.Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. e fax 0761/353532