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Conclusione dello sciopero della fame di Peppe Sini
Vi inviamo un comunicato da parte del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo.
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Ai mezzi d'informazione
Dichiarazione di Peppe Sini alla conclusione del digiuno di solidarietà con
i detenuti, per il ripristino della legalità costituzione e dei diritti
umani in Italia, per l'abolizione dei campi di concentramento, per un
provvedimento di umanità e di giustizia verso chi soffre
Ho concluso, giunto oggi al sesto giorno, il digiuno che avevo intrapreso
per esprimere dolore e scandalo per le violazioni dei diritti umani subite
da quanti sono in Italia privati della libertà.
Concludendo lo sciopero della fame confermo quanto con esso mi proponevo di
evidenziare e proporre.
Evidenziare:
- che in Italia molte persone sono detenute in condizioni disumane, e che
questa detenzione disumana è illecita ed in palese contrasto con quanto
stabilito dalla Costituzione italiana;
- che molte persone in Italia sono sfruttate in condizioni di schiavitù, e
che questa schiavitù gestita dai poteri criminali è permessa e sostenuta
dalla complicità delle istituzioni che non si impegnano per liberare,
accogliere ed assistere le vittime;
- che in Italia avvengono tremende violazioni dei diritti umani e della
legalità costituzionale.
Proporre:
- solidarietà con i detenuti che chiedono il rispetto della dignità umana
di tutti;
- sostegno alla proposta di un provvedimento legislativo di clemenza;
- la richiesta di abolizione dei campi di concentramento incostituzionali
ed assassini;
- un'azione decisa ed incisiva delle istituzioni tutte e della società
civile per sconfiggere ed abolire la schiavitù in Italia: gli strumenti
legislativi ed amministrativi ci sono, le esperienze concrete ed efficaci
anche, si tratta solo di decidere una buona volta che occorre liberare,
accogliere ed assistere le vittime, che occorre affrontare e sconfiggere il
racket schiavista e i suoi complici a tutti i livelli;
- di contrastare i poteri criminali e la violenza con la legalità, la
democrazia e la promozione dei diritti, con l'accoglienza e l'assistenza
verso chi soffre e chiede aiuto, con la difesa della dignità umana di tutti.
Ritengo assolutamente non condivisibile la risposta che alla sollecitazione
del papa è stata data dal governo italiano: governo che invece di
impegnarsi per più diritti e più solidarietà propone più carceri e più
violenza; governo che invece di adoperarsi per la legalità costituzionale
propone nuove scellerate criminali violazioni dei diritti degli immigrati;
governo che invece di impegnarsi contro i poteri criminali li favoreggia
con politiche che producono disperazione, povertà, perdita di senso ed
hanno esiti criminogeni e disumani.
Ritengo che il Parlamento non debba essere corrivo con la deriva razzista e
violentista che sta diventando ideologia dominante nel nostro paese:
proprio questa ideologia rispecchia ed alimenta i poteri criminali, la
corruzione, l'egoismo selvaggio, la lupificazione della società,
un'economia sempre più vampiresca, una primazia del profitto che tutto
travolge e divora, un costume sempre più predatore, una disgregazione
sociale e cuturale profonda e patogena.
Ritengo che il Parlamento debba contrastare questa deriva razzista, rapace
e violentista, questa ideologia da gangster, questo costume diffuso che
vieppiù degenera in barbarie.
Il Parlamento deve essere fedele ai princìpi della Costituzione; deve nella
sua attività legislativa esprimere la cogente efficacia e l'effettuale
dispiegarsi della democrazia, del diritto, dei valori civili, della
solidarietà che lega gli esseri umani uniti nella società.
Il Parlamento accolga dunque la proposta di un provvedimento legislativo
che sia atto di umanità e segno di speranza: che affermi il diritto contro
la barbarie, la civiltà contro la violenza, l'umanità contro la crudeltà.
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
tel. e fax 0761/353532
Viterbo, 11 luglio 2000