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Spettacolo teatrale sulla Cultura ROM - Sesto San Giovanni (Mi) 11 luglio ore 21.30



Spettacolo teatrale sulla Cultura ROM.

L’Associazione Teatrale ITINERARIA di Cologno Monzese presenta Tajsa ieri&domani s.p.a .in "Sentiero Color Cenere".

A Sesto San Giovanni (Mi) Parco Rurale Cascina de’ Gatti (via Marx angolo Via Volontari del sangue)

Martedì 11 luglio ore 21.30 – ingresso libero (spettacolo organizzato dalla Biblioteca Civica di Sesto S.G. nell'ambito della rassegna di letture "Una sera d'estate viaggiando..." Direzione Artistica di Roberto Carusi/Ass.Itineraria).

Per informazioni: Fabrizio De Giovanni 0335.8393331 degiof@tin.it  -  www.itineraria.it

"Sentiero Color Cenere" è il titolo del progetto-spettacolo che ha, come riferimento, la Cultura Zingara e come nucleo letterario una scelta di opere di poesia di area slava, poesia popolare e di tradizione, inedite, che hanno come caratteristica primaria una originale ed intensa forza teatrale.

Insieme alle musiche etniche originali, parte integrante e inseparabile della cultura del popolo Rom, eseguite dal gruppo Rhapsodija Trio, questi testi danno origine ad uno spettacolo che tratta della cultura Rom, in modo, crediamo, leggero ma preciso, brillante e malinconico nel contempo.

Una proposta anche come strumento per una lieve riflessione, oltre che come piccola vetrina di opere da stimare per i suoi effettivi valori storici e letterari.

Introdurrà la serata un responsabile dell’Opera Nomadi di Milano.

Saranno presenti rappresentanti della Comunità Rom e Sinti Italiani

Ideazione e traduzione : Dijana Pavlovic - Claudio Migliavacca

Collaborazione alla drammaturgia : Gabriela Fantato

Interpretazione : Dijana Pavlovic - Alessia Vicardi

Chiara Petruzzelli - Claudio Migliavacca

Regia : Claudio Migliavacca

Musica : Rhapsodija Trio Þ Maurizio Dehò - Luigi Maione - G.Pietro Marazza

Proporre testi di autori Rom rappresenta l'accesso in un mondo nuovo, sia dal punto di vista della cultura, sia da quello dei problemi che vi s'incontrano: un mondo che ha fatto parte del nostro e che contemporaneamente ne è stato escluso. Non è facile presentarli ad un pubblico appartenente all'altro dei due mondi. Esiste il rischio, in ogni caso affascinante, di ripresentare cliché sfruttati, su una gitanità ormai più letteraria che reale, oppure di inventare nuovi luoghi comuni, di carattere più o meno sociologico e psicologico, e di distorcere la realtà rom rappresentata nei testi.

Zingari e poesie, racconti, testi teatrali. Due concetti, quello di zingaro e quello di autore, che nella mente di molti non si associano facilmente. Basta poco, invece, per capire le basi culturali da cui sono emerse queste pagine. Impressiona la capacità di inventare immagini che esprimono la loro cultura, che ha la forza di un pensiero dalle radici profonde che si afferma sia nella lingua originale sia nelle traduzioni. Sorprende, visti i pregiudizi esistenti, la struttura morale, contraria a qualsiasi cessione di responsabilità, il rifiuto per l'autoritarismo e la violenza organizzata, i criteri di solidarietà sociale. Se restano ribelli alle nostre idee forse è comprensibile. Noi mostriamo loro soltanto gli aspetti più brutali della nostra cultura. Cinque secoli di editti, repressioni, torture, eccidi, perpetrati dalla nostra civiltà, sia contro la loro, sia contro ebrei, africani, indo-americani, asiatici, non hanno intaccato la loro cultura, ma la nostra. Le nostre classi dominanti ci hanno abituati ad infrangere il nostro senso del diritto, escludendo la maggior parte dei popoli dalla possibilità di beneficiarne. Zingari: uomini, donne e soprattutto bambini (che sono il settanta per cento delle loro comunità) tutti accomunati in una soffocante immagine sempre negativa, soltanto perché pochi, sparsi e gelosi delle loro tradizioni. Un'immagine diabolica che li rende facile esempio negativo della cultura dominante. Un tempo esempio di eresia (fabbri, gente del fuoco, diavoli; esperte di divinazioni, eretiche, streghe); oggi, poveri e sporchi, immagine opposta a quella dell'uomo vincente, dello yuppie, del burocrate ubbidiente.

Ecco allora questi testi, come strumento per una lieve riflessione, magari autocritica, fra i gagé (i non-rom), fra di noi, oltre che come opere di valore storico e letterario.

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     Fabrizio De Giovanni
     degiof@tin.it            
     www.itineraria.it        
     tel. 0335.8393331     
     uff. 02.2538451        
     fax 02.26700789      
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